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sabato 18 maggio 2013

Home feeling.

Ormai son quasi due anni che viviamo in questo flat.
E spulciando il blog devo dire che l'unica volta che ho parlato della nostra casa londinese è stato solo quattro giorni dopo essere arrivata in UK. Insomma, un pò di depression, scoraggiamento, abbattimento che dir si voglia, ci stava, con mille ragioni.

E anzi l'unica volta che avrei voluto scrivere del nostro flat e/o pubblicarne immagini, non ce l'ho fatta: era troppo presto ancora, era ancora semi vuoto e poco vissuto, e quasi per niente personalizzato, così ho postato foto esterne, fatta eccezione per un comodino un pò speciale.

Ho capito che stavo 'guarendo' dal 'mal di casa' che avevo, quando ho cominciato a muovere i divani e i mobili del soggiorno, che da allora tante volte sono stati spostati. 
Quando ho iniziato a intravedere del potenziale tra queste mura, e ho iniziato a lavorare con Ikea perchè il potenziale nascosto venisse a galla, nascondendo (contemporaneamente) i muri da ridipingere, ho realizzato che c'era in effetti una luce in fondo al tunnel della casa disadorna.

E poi ci ho preso gusto.

Mi sono abituata al carpet, oggi ne apprezzo addirittura la capacità di assorbimento dei rumori, e mi piace la leggerezza dei bimbi scalzi che corrono e non si ghiacciano i piedi, nè rischiano di scivolare ogni tre per due; e poi ho comprato una macchina a vapore per lavarlo, il carpet.. anche questo aiuta!

Ho filtrato i vetri con semplici tende che danno quella sensazione di romantica intimità casalinga.

Abbiamo comprato librerie, grandi e piccole, in soggiorno, cassettiere per le camere da letto, tavolo e sgabelli per la cucinotta, che è diventata quasi abitabile, e persino una testiera per il nostro letto, che ne era sprovvisto, e non trovo carino dormire attaccati al muro.
Ho piantato anche due alberi porta cappotti, trovati nel bellissimo Tiger che ho dalle mie parti: niente di più utile!

Ho tappezzato i muri di quadri, pictures, immagini, mappe: tutto sistemato strategicamente per mimetizzare porzioni dei muri da ridipingere (e che chissà quando, e se, ce li ridipingeranno). Ho persino fatto due quadri con le mie manine, eheh..

Poi ho installato un mobiletto in bagno, la stanza più bisognosa di un restauro, e dove, semplicemente è bastato sostituire la tenda della doccia, e acquistare un paio di tappeti decenti e dei ganci a ventosa per creare gli spazi necessari agli accappatoi, per poter quasi ignorare il temuto tubone di scarico (donde, ormai è appurato, non arriva nessun animale di nessuna natura).

E poi ho riempito il soggiorno di cuscini, e di questo ringrazio Primark, mentre i due cuscinoni che fanno bella mostra di sè sul lettone sono di ikea.

Ma sono anche molto riconoscente ai chatity shop e ai car boot sale che ho visitato in questi mesi, e che raramente mi hanno delusa.

Così oggi, quando rientriamo a casa, dalla spesa, da un pic nic, o da un viaggio, siamo felici di aprire quella porta con tre serrature, e di entrare in un nido comodo e accogliente.

A presto le foto!


sabato 7 gennaio 2012

Ed eccomi qui..

Tornata dalle due settimane italiane, e dopo una giornata per musei (natural history e science museum), è ricominciato il solito, rassicurante tran tran quotidiano, con giornate fredde, piovose e very very windy!

Mi sento ancora un pò in vacanza, grazie alla presenza di uno dei miei maggiorenni nipoti, che poverino si sta guardando Londra in solitaria, ma che ci possiamo fare? Coi bimbi è un lavoraccio, e lui da solo si sposta più facilmente ed è più libero di girare.

Il ritorno è stato tranquillo, e anche questa volta mi sono risparmiata il viaggio da sola coi pupi (proprio grazie al nipote maggiorenne, cui appioppare Mattia alla solita visita da Lavatory di Ivan, che durante il volo ha sempre profondi, fisiologici, impellenti bisogni...).
Il ritorno alla vita 'normale' è stato anche, con mia grande sorpresa, bello e anzi, atteso e desiderato.

E' vero, gli ultimi giorni in Italia mi sentivo un pò 'sciusciata', in disordine, in ansia. Maritosgainz era già a Londra fin dal giorno di Santo Stefano, e io dovevo nuovamente decidere le valigie, che sono uno stress non indifferente per qualsiasi donna, figurarsi per una mamma. Penso con orrore già alle prossime valigie da preparare, che dovrebbero essere fatte in Luglio... Non si possono evitare le valigie in un viaggio? ..mi sa di no..

Ho tagliato i capelli.. non tantissimo, ma la mia amica indiana, Dk, mi ha guardato con stupore e dispiacere 'did you cut your hair?'... sciogliendomi l'elegante mollettone le ho mostrato che più che altro ho tagliato il ciuffo davanti e che dietro li ho solo sfoltiti un pò. Lei è rimasta qui, l'India è parecchio più lontana dell'Italia, quindi il pensiero non ce l'aveva proprio. Si è stancata di aspettare che la scuola riaprisse, la sua piccina si è attaccata alle intercontinentali per parlare con le sue amichette, e lei rimproverava il marito di non averla portata neppure a vedere i fuochi di capodanno.
Anche se poi, contando le ORE servite a maritosgainz per raggiungere una postazione nella moltitudine, e le ORE per tornare a casa, direi che ha fatto meglio a guardarseli seduta sul suo divano, al calduccio, nella elettrica luce della sua telly...

Com'è stato tornare a casa.... strano... appena atterrata a Bari, ho sentito un'aria familiare, di parole, suoni, modi di dire, cartelli in italiano, guida a sinistra.. la rotonda con la fontana.. e poi la statale per raggiungere Altamura. Le solite aziende, tra i campi. E sempre, in ogni istante, la sensazione di non essere mai partita.
Poi mangiare le orecchiette con le cime di rapa.. e la focaccia, e i bocconcini.. e affondare nella dolcezza dei clementini, quelli veri, che qui li paghi a circa 3 sterline al chilo, e quindi ci vai piano a comprarli...

E' strano, perchè vai in vacanza a casa tua.
Tutta la famiglia, gli amici, sono felici di vederti, e se pure hanno qualche preoccupazione, la mettono da parte, perchè sei arrivata tu, sta per arrivare Natale, e sarà un Natale bello, da stare insieme, e parlare, e mangiare. Ecco, mangiare, una delle azioni più marcate, che ho compiuto in questo periodo. Tanto che, tornata qui non ho ancora messo un lieve freno, a quel verbo. Perchè ho ritrovato i Bagles, e i Waffels, ecchevelodicoaffà!!!

I bambini tutti cresciuti.. c'è chi sta entrando nella preadolescenza, e si crea una specie di piccola barriera.. che una buona dose di solletico però aiuta a spazzare via...  :-)

Cene e pranzi equamente divisi tra la sua famiglia, la mia famiglia, e gli amici..
Tutti che ci facevano le domande da un milione di sterline: allora, si sta meglio lì? avete deciso di rimanere lì? ma come funiona adesso, resterete lì per sempre? e cosa mangiate? ce l'hai la lavatrice? ah sì? wow, anche l'asciugatrice? addirittura la lavastoviglie? ahhhhhh quindi stai a posto!!!!!! :-)

Tornata a londra, entrando in casa, mi sono sentita a casa, ben più di quando sono entrata nell'appartamento di Altamura. non so perchè. non è questione del tempo passato qui, e del tempo speso lì. sarà perchè qui abbiamo la nostra routine quotidiana. qui ci suona la sveglia al mattino.
e poi l'odore. non solo della cena preparata da maritosgainz (pasta al pesto, crostini di tonno e maionese, e salsiccia con patate), proprio l'odore della casa, ben più intimo e familiare, rispetto all'odore ritrovato nel nostro appartamento italiano, un odore di mura e mobili in disuso. odore freddo e triste.
finchè non ci abbiamo abitato per qualche giorno eh. poi è tornata nostra, almeno temporaneamente.

E' stato bello rivedere tutti.
E' stato bello tornare a casa.
E' stato bello richiuderla e pensare.. ci vediamo tra qualche mese, intanto ciao.

giovedì 15 dicembre 2011

Quel lieve senso di sradicamento

Non sei più del tuo paese d'origine.
Non sei ancora della città che ti ospita.
Non sai bene dove i tuoi piedi poggiano.
Ma vai.
Ti alzi, ti prepari, e vai.
Prendi la vita, la impacchetti, la proteggi e vai.
Cerchi di tenere gli occhi aperti, parti dalle piccole cose quotidiane, e affrontando quelle, ti pare di essere riuscita ad ambientarti.

Ogni giorno cerchi qualcosa di bello, e il bello non manca di incontrarti, di palesarsi, e di ubriacarti.
Però.. non sai bene dove i tuoi piedi poggiano.

Per alcuni è un atteggiamento coraggioso, ammirevole, per altri è un pò cretino, magari anche triste.
Abbandonare le proprie origini alla ricerca di che cosa?
Sfogliare le proprie giornate e trovarle in bianco, in nome di che cosa?
Avere la possibilità di scriverle, le proprie giornate, di inventarsele.
Sentire la vertigine che accompagna questa possibilità.
E avere paura.

E allora la butti sul pratico.. i bambini potranno essere naturalmente bilingue! Io stessa posso migliorare il mio povero inglese! Conoscere un pezzo di mondo! Anzi, qui mi pare ci siano diversi pezzi di mondo, tutti insieme, tutti mischiati, tutti da cui imparare qualcosa, o almeno la cosa più importante: che il Mondo è grande, che tu sei piccola, e che il mondo da cui provieni, non è il Mondo Intero, ma una minuscola parte di esso. Che è indelebilmente impressa nel tuo cuore. E che sarà sempre con te.

A chi mi ha chiesto 'ma come fai? con due bimbi?' rispondo ufficialmente che sono loro la mia forza. Che io sono la loro radice, e che il mio lieve, vago, senso di sradicamento, è relativo alle mie aspirazioni (che ancora non conosco), al mio futuro, e non ha a che fare con la mia mia famiglia, i miei amori, che sono naturalmente l'unico punto fermo.

Il fatto è che ero abituata ad avere sempre a portata di mano il mio passato, ambientato su una collina mal edificata, in piena macchia mediterranea, e che invece adesso alberga nella mia mente, nel mio cuore, nelle mie mani, capaci di fare le orecchiette, (e chi se lo immaginava?) nei miei occhi che riconoscono un ulivo in uno dei giardinetti inglesi delle villette dietro casa, e si illuminano di nostalgia.

Sabato sera saremo a casa.
Quella vera, con tutti i nostri ninnoli, le nostre foto, le pareti pulite, dipinte coi nostri colori, e ricoperte dei nostri quadri, il tappeto, la cucina grande e comoda, i bidet nei due bagni (!!), tutti i giochi dei bambini, il nostro letto e i nostri cuscini, le verande, le tapparelle (che qui sono solo veneziane), i pavimenti di pietra, la batteria del piccolo grande Ivan, l'enorme armadio a specchio dell'ingresso, i lampadari scelti e montati, e tutte le cose che adesso, mi vengono in mente. Quasi che la mia mente, fino a poco fa, si rifiutava di andare al di là della Manica, a cercare ciò che lì abbiamo lasciato.
Saremo con tutta la nostra grande famiglia, gli amici, gli affetti, che ora sono solo voci che viaggiano su chiamate internazionali, deviate su linee internet, che quando parli c'è il ritardo, o cade la linea e allora ti innervosisci (perchè quella è la tua indole) ma poi ti calmi, ch'è già tutto difficile così...

Sarà un Natale strano. Bello. Nostalgico. Affrettato. Pieno.
Non so se torno sul blog entro Natale, o entro l'anno nuovo.
Così ho pensato di scrivere adesso, quelle poche, semplici, rituali parole...

UN BACIO DI BUON NATALE, DI CUORE, A TUTTI VOI CHE DI QUI PASSATE!

E DUE BACI DI FELICE ANNO NUOVO!!

Con l'affetto di sempre.. carpina



mercoledì 15 giugno 2011

C.A.S.A.

Così, gustandosi un caffè macchiato di latte, in un dopopranzo un pò pigro ma fondamentalmente sereno, mentre i cuccioli giocano a palla nella fresca ombrosa veranda, carpina oggi si mette a pensare al concetto di CASA.

Per molti Casa è dove nasci, dove vivi, dove vive chi ami, dove passi un lungo periodo della tua vita.
Per lei, fino ad ora, casa era tutto ciò insieme, racchiuso in un unico luogo geograficamente molto preciso.
Altamura.
E' il luogo in cui carpina è nata, ha la maggior parte della famiglia, ha studiato, si è innamorata, ha sofferto, ha deluso ed è stata delusa a sua volta, dove si è sposata, ha iniziato a lavorare, e in cui ancora lavora.
Il luogo in cui sono nati i suoi figli. Il luogo in cui ha perso sua madre.

E ora, tempo qualche settimana, carpina si accinge a lasciare per un lungo periodo la propria città natale.
Questo luogo tanto sicuro, perchè tanto conosciuto. Stampato nella rètina del suo cuore.

Ogni scorcio del suo Cielo, conosce carpina.
'i mille splendidi soli' dietro ogni suo angolo.
Le stradine del centro storico, che ti regalano pezzetti di azzurro un pò sbilenco ma tanto poetico.
I muri antichi.
Il poco verde che, quando compare, ti fa trasalire di bellezza.
Il profumo dei pranzi domenicali, nelle viuzze.
Le strade innevate della sua infanzia.
I parchi infuocati sotto la canicola estiva, e lei giù, fuori, vagante.
Le poche giostre per la festa della parrocchia.
E le facce.
Le facce che conosce, di gente mai conosciuta. Facce di gente che associ a una strada, a un quartiere. La fioraia del Cimitero, ad esempio. La vedi lì, sempre lì. E quando ci passi davanti, e lei non c'è, è come se ci fosse la sua essenza, il disegno del suo corpo, e lo sguardo cade sul cestone pieno di steli tagliati. E la immagini sempre uguale, greve, capelli grigi, stanca, zoppicante, ma dignitosa. I fiori belli, solo lei ce li ha.

C'è tutto il suo passato, che cammina in queste strade.
Gente che ha conosciuto un giorno, e poi mai più.

E così carpina camminerà in nuove strade.
Si incanterà sotto un altro Cielo.
Amerà altri scorci.
Finchè un giorno imparerà a chiamare home, la propria casa.
(l'importante è stare insieme)

lunedì 23 novembre 2009

I'm back.. maybe

Sette giorni e sette notti in convalescenza.
Senza uscire se non per buttare la spazzatura, e fare la spesa quotidiana.
Senza ricevere visita alcuna, chè qui si era influenzati e non era uno scherzo.
Ma ricevendo tante.. tante.. tantissime telefonate (un giorno abbiamo spento il cordless per dormire un pò).

Ho scoperto che stare a casa tutti insieme è intimo e gratificante, sotto certi aspetti.
Lasciamo stare i momenti bui, i mal di testa, le febbri (che perfortuna non hanno riguardato me e la mia panza), la spossatezza.
Di bello c'è che la tua casa, quando la vivi 24-ore-su-24, ti sembra più tua.

Inizi a vedere nuove angolazioni di ogni stanza, e, sì, diventi maniaca della P di Polvere: nel Mondo non c'è abbastanza posto per entrambe, la lotta è estrema ed all'ultimo sangue: o Te, o Lei.

Ecco, ho risolto il problema della massaia media, quella che va in giro col grembiule pieno di tasche e pezzuole per ogni tipo di sporco.
Quella che ciabattando per le stanze, individua se c'è qualcosa fuori posto.
Cara massaia - ESCI DI PIU'.
Io ci ero costretta, a stare in casa.
Ma ci sono le casalinghe che 'no, non posso venire a prendere il caffè, domani è il giorno settimanale in cui lavo le mattonelle della cucina'.

Con le mani in mano proprio non ci so stare.
Davanti al computer con il cucciolo lamentoso, ancor meno.
Davanti alla tv, peggio che andar soli di notte.
Un libro? Ecco, mi manca un libro nuovo da leggere.
(Qualcuno mi dà qualche spunto?)

E quindi via libera per dare il meglio di me come casalinga.

Con la fida scala, ho pulito sopra tutti i mobili alti, ho spolverato finestre e zanzariere, lavato gli sportelloni delle nicchie esterne; ho passato e ripassato i pavimenti, disinfettato i bagni, riassestato l'interno dei cassetti, rimesso ordine nell'armadio, tirato fuori roba da pancione che non ricordavo più di avere, ordinato le borse, buttato un sacco di cianfrusaglie, ordinato il mobile dei Tupperware, liberato una mensola per far spazio alle nuove, tante medicine che ci hanno fatto visita, cambiato il sacchetto all'aspirapolvere, lavata l'aspirapolvere medesima, ordinate e spolverate le scarpiere, spostato i detersivi, pulito il mobiletto, e risistemati i detersivi.
Il momento clou?
Quando ho lavato l'interno della lavatrice, con spugna e candeggina, smontando ogni pezzo del cassettino del detersivo e ammorbidente: ecco, in quel momento penso di aver toccato il fondo.

Il bello è che mentre pulivo e pulivo a che pensavo?
A quello che potevo preparare.
E quindi mi sono ritrovata al supermercato a comperare la prima ZUCCA della mia vita, e i primi trecento grammi di castagne per fare le caldarroste da me, a casa!
E la cucina che profuma di caldarroste, è una di quelle cose che 'non si possono comprare'.

Con la zucca ho improvvisato delle tagliatelle zucca e speck, e per essere la prima volta che la preparavo, son stata brava!!
Avrebbe qualcosa da ridire il mio cucciolone Ivan, che ha ben incorporato le abitudini culinarie altamurane, e ieri per pranzo mi chiedeva orecchiette sugo e salsiccia.. ma, insomma, una volta tanto, uno sgarro color arancio non fa mica male!!

mercoledì 8 aprile 2009

La prima volta, non si dimentica mai..

Ricordo la mia prima volta.
Avevo quattordici anni, e una paura matta di fare brutta figura, di sbagliare qualcosa, qualsiasi cosa, e mandare tutto a monte.
Col senno di poi, di molto poi, mi rendo conto di quanto normali fossero i miei timori: ero così piccola! Ma in quel momento dovevo dare il meglio di mè per sembrare grande.
Ricordo le domande assurde che avevo in testa, e che, riviste oggi, mi inteneriscono alquanto.
Tipo:
'Ma i canovacci rosa, li posso lavare insieme alla tovaglia bianca?'
'Che cavolo significa 'pretrattare'?- ha un suono così lugubre!'
'Il cotone col cotone, a sessanta gradi - ma l'asciugamani rosso, che pure è cotone al cento per cento, no - va a trenta gradi: perchè?'
'La tovaglia all'uncinetto - bianca, perchè non va lavata a novanta gradi??'

Misteri della fede, o, anche, misteri della lavatrice.
(oh, e che avevate capito????)

A quei tempi era tutto difficile - oggi invece mi basta un'occhiata a una roba, per individuare il giusto lavaggio, e il maritosgainz prende questa come una mia capacità innata: ma quale innata? Anni di duro, durissimo lavoro!
Robe rovinate - per sempre - ma certezze acquisite - per sempre.

E stamattina, con malcelata emozione, posso dire che: c'è stata la prima volta del maritosgainz!!

La di lui ansia trasudava da ogni lettera digitata nella chat tramite cui stamattina mi chiedeva istruzioni sull'uso di quell'aggeggio che abbiamo da quasi sette anni, e che non ha mai dovuto/potuto utilizzare - gli ho fornito ogni dettaglio possibile - e lui poi mi fa:
msg 'il programma (2), è quello a sinistra?'
io 'bè se al centro ci sono i gradi e a destra la centrifuga - sì!!'
msg 'ma il detersivo in polvere che mi dicevi, è il dash?'
io '...'

Quindi:
io - donna - ho imparato a quattordici anni
lui - uomo - ha imparato (?) a trentacinque anni!
Un lieve ritardo nell'acquisizione delle capacità casalingo-conservative, nulla di più..

lunedì 26 gennaio 2009

Case e Permessi

Lavoro in una zona ormai ufficialmente 'a rischio'.
A rischio cosa? A rischio voragini.
Sì. Un motivo per chiamare fin dall'antichità questa zona 'grotta di tufo' ci sarà pur stato. E, se pure non avresti proprio voluto conoscerlo, il motivo, ecco che è proprio il motivo ad inseguirti, perseguitarti, e farsi conoscere in tutta la sua macabra potenza.

Ed ecco spiegati i perchè di queste strade nuove, nuovissime, ma 'chiuse al traffico'.
Non sono sicure.
Anzi, di una sola cosa sono sicure: che prima o poi crolleranno.
Io lavoro proprio al centro di questa zona.
E, peggio, il mio cucciolo va all'unico nido di zona, circondato da piccole zone transennate, e non sono pochi, i pensieri che ti dà questa situazione.

Poi mi guardo intorno, e vedo tante, tantissime case nuove, da poco abitate.
Case nuove.
Nuove famiglie.
Ci vedo stanzette non del tutto arredate.
Muri freschi di pittura.
Forse mancano ancora le placche copri presa.. ma, ehi, è casa nostra, è casa nuova, qui vivremo i cosiddetti 'migliori anni della nostra vita'.
Debiti, sacrifici, ma poi...
E poi?
E poi ti vedi arrivare l'ordine di sgombero, dal Comune, che ti dice, scusami, ma è proprio insicuro il sito su cui hai costruito i muri della tua casa, sloggia.
Ma come?
A chi è stato chiesto il PERMESSO DI COSTRUIRE?
Che diamine fa il famoso 'UFFICIO TECNICO COMUNALE'?

In tutto ciò, c'è solo, SOLO, un dato positivo..
E cioè che il famoso prato di cui ho parlai lo scorso anno, è ancora lì, salvo, per il momento..

venerdì 16 gennaio 2009

Fiuuuuu........


HAPPY NEW YEAR!!

Caro Mondo-Blog, buon 2009..
Il titolo è un sonoro sospiro di sollievo, scaturito dal fatto che negli ultimi tre giorni, abbiamo risolto problemi 'casalinghi' che ci (mi) attanagliavano da almeno un paio di mesi.. e quindi, è il caso di dirlo, dall'anno scorso... :-P
Esempi?
Acqua calda dal lavapiatti
Luci di Emergenza
Placca copri-presa esterna
Lampadari cucina
Plafoniere Bagni
Garage telecomandato

Ebbene: sono bastati tre appuntamenti pomeridiani con Elettricista-Idraulico e ancora Elettricista, per risolvere, non uno, ma tutti questi problemini (scemi, non dico di no, ma presi tutti insieme, insidiosi per la pace dello mio spirto casalingo).

E quindi, mi pare proprio che il duemilanove sia cominciato coi migliori auspici!

mercoledì 26 novembre 2008

Continuiamo così, facciamoci del male..

Sulla sfortunata scia del mio ultimo post, alcuni aggiornamenti:

- Ho rotto il mio costoso (per me) cellulare, pieno di numeri di telefono, foto, e quant'altro;
- Ho tamponato un'auto.
- Si è rotto il cordless di casa (avevamo segni di cedimento da mesi)
- Da due giorni non funziona la caldaia, ergo siamo senza termosifoni nè acqua calda;

Ecco, la mia personale Recessione.

lunedì 23 giugno 2008

Azione > Reazione

Nel caos del trasloco ci si è trovato pure il mio cucciolo Ivan, che suo malgrado, ha dovuto abbandonare la casa in cui è nato.
Ecco come ha reagito:
- le prime due notti, vuoi anche per via del raffreddore galoppante, si è svegliato tipo 5 o 6 volte. Ma solo le prime due notti, adesso si è riabituato a dormire tutta la notte, svegliandosi all'alba solo per bere e tornare a coricarsi nel proprio lettino, col proprio ciuccio, col culetto all'insù e i capellini sudati e ricci, dietro la nuca.
- adora, anzi no, AMA smodatamente l'ascensore: gli fa le feste ogni volta che lo vede di prima mattina, una volta dentro gli fa il balletto della felicità, flettendo le gambette e guardandone i pulsanti luminosi (il problema, al rientro, è che non lo vuole lasciare, e quindi è una lotta entrare in casa!).
- agogna la veranda, che in verità ancora non gli facciamo usare quanto vorrebbe, visto che è piena zeppa di cose pericolose (vedi nicchie ancora da chiudere).
- man mano che aprivo i cartoni coi suoi giochi, gli si illuminava il visetto, mentre li riconosceva.. e poi gli faceva le coccole più tenere, di cui è gran maestro.
- della nuova casa, la cosa che più gli piace sono sicuramente le verande, da cui è libero di guardare giù (non ci sono le inferriate, i balconi sono in vetro - spero che questo lo faccia crescere senza le vertigini - mentre a casa vecchia avevamo un terrazzo cinto da un muretto che gli impediva di guardare giù); poi viene sicuramente la sua stanza.. prima non ne aveva una per sè.. poi il soggiorno, più grande del vecchio, dove c'è il suo amatissimo stereo, da cui sentiamo gli audiolibri delle fiabe che lui adora..
- inoltre adora i bagni - lui adora i bagni in generale, e ora a casa nuova ce ne sono ben due da tenere chiusi, per evitare le sue lavate di mano nel water, o che si faccia la doccia nel bidet, bagnando tutta la carta igienica disponibile e nascondendo gli asciugamani visibili..

Al momento penso si sia ormai stabilizzato.. adesso sa che al mattino quando ci si alza, vengono alzate le tapparelle, da cui entra una luce quasi sovrannaturale per quanto è forte..
Sa perfettamente che una volta nel seggiolone, poi è questione di un attimo, e il biberon di tttè (latte, ndm) coi biscotti, sarà a sua disposizione per un'unica, memorabile bevuta di un solo fiato. Conosce bene la strada per andare a fare la doccia, la sera..
E' felicissimo quando sta nudo nella vasca da bagno, libero di girare e rigirare la manopola dello scarico della vasca, e soprattutto il tappino, di quello scarico.

'Nzomma.. penso che stia meglio, a casa nuova. Come anche noialtri. :-)

People at work


Gli 'uomini del trasloco' vivono in un mondo tutto loro.
Un mondo fatto di battute, muscoli coperte e scotch. Tra una battuta e uno scherzo, fanno volare nella stanza pezzi di mobilio, che sembrano leggeri ma non lo sono, e che atterrano indenni su morbide coperte, con cui vengono velocemente avvolti, e poi strozzati da scotch messo a regola d'arte.
Così smontati, irriconoscibili, ciechi, i mobili compiono il lunghissimo viaggio che comincia con la discesa con la scala mobile, e continua nel ventre del camion, fino alla nuova casa, dove, sempre tra uno scherzo e una frase buffa, vengono riportati su con la scala, riaperti e sistemati nelle stanze dove devono essere montati.

Le coperte, le battute, e lo scotch, se ne vanno, lasciando una scia di polvere mista, della vecchia e della nuova casa, e tu pensi che credevi sarebbe stato impossibile, trasportare diligentemente tutti quei pezzi di casa, di vita, da una parte all'altra della città, con quella scala che pareva tanto fragile, e in quel camion che dal terzo piano non ti sembrava poi enorme, e che contiene invece tutta la tua roba.

Poi comincia la lenta ricostruzione dei mobili di casa - la risistemazione, l'adattamento, e scopri che anche se i mobili sono sempre gli stessi, sembrano più belli, più grandi, più nuovi, più comodi, di come li hai sempre ritenuti. Miracoli dei punti di vista.

Gli 'uomini dei mobili', anche loro vivono in un mondo a parte, fatto di silicone, tappi, masonite, livelle, avvitatori, trapani, barre d'acciaio, attacchi e tubi, prese e prolunghe... per loro sono tutti termini normali: termini del loro mondo, appunto.
Il lavoro degli 'uomini dei mobili' è lungo, pesante e complicato, per me impensabile.

Sia per gli 'uomini del trasloco' che per gli 'uomini dei mobili', l'unica cosa che ho pensato è stata: wow.. menomale che c'erano loro!

Trasloco Terminato (con qualche graffio)


Era il quattordici di giugno, un sabato come un altro, ma per noi è stato il primo giorno (meglio, la prima notte) nella nostra nuova casa.

A dirla tutta, in quel momento tutto pareva tranne che una casa: erano in piedi solo il lettone e il lettino, il resto era tutto smontato, la roba era tutta nei cartoni, e ogni volta che dovevamo trovare qualcosa, c'era un rebus da risolvere: ho visto la scatola qui, ma lì c'è quel cartone, quindi se sposto questa busta, ci dovrei trovare la borsa che contiene le bustine, in cui ho conservato il rompicapo.

A un certo punto avremmo potuto mangiare noci a volontà, avremmo potuto sgusciare con eleganza un'aragosta, o levare il torsolo della mela lasciandola intera.. però non potevamo aprire una fresca bottiglia di birra! Ho dovuto far ricorso alla mia indole mascolina (che sorprende sempre mio marito) per poter aprire la birra con un coltello.. ma che sollievo, poi, nel berla!

Quando imballavo la roba nei cartoni, con tanta cura devo dire (non si è rotto nulla!), e mi sentivo stanca e scocciata e accasciata, non potevo neanche lontanamente immaginare che l'operazione opposta, cioè il riaprire ogni cartone, sarebbe stata ancora più stancante, avvilente, e apparentemente infinita!

Ora l'unica cosa di cui mi rammarico sono i due ripostigli che ho lasciato a casa vecchia. Nella nuova non ce ne sta neppure uno.. abbiamo nicchie esterne, che dobbiamo ancora far chiudere, ma nelfrattempo il contenuto dei ripostigli è installato stabilmente nello studio, ed io evito con cura di entrarci, che ogni volta borbotto con lo stomaco sottosopra.
No, bugia, c'è altro di cui mi rammarico: i graffi e i lividi che mi sono procurata nel fare la scaricatrice di cartoni.
E poi un'altra ancora: il pavimento maledetto che non vuole disfarsi di quegli aloni che vanno via da una parte, e compaiono dall'altra - li togli di lì, e te li ritrovi dal di là!!! Arrrrrrrrrrrrgh!!
Mi hanno detto di pazientare - col tempo se ne vanno. Speriamo!

Stancamente tornata.

giovedì 12 giugno 2008

Trasloco Work in progress...


Da lunedì sono impegnata - sia mentalmente (ma quello già da mesi), che fisicamente - con la preparazione del trasloco.
Tale preparazione si traduce nell'imballare tutta la propria vita.
Non avevo idea di dover riempire più di cinquata cartoni!
Non immaginavo nè di avere così tanta roba, nè tantomeno di riuscire ad inscatolarla tutta sola - operazione che devo dire mi deprime e mi debilita alquanto, specie al pensiero che tra qualche giorno li dovrò riaprire tutti!!


Il mio stato d'animo stanco e scocciato (ho consumato sei rotoli di scotch per imballaggi... ho detto tutto) lo si può ben capire anche dalla quantità di caffèllatteebiscotti che riesco ad ingurgitare, ogni giorno, quantità che si è più che quadruplicata.
Ovviamente le bilance (pesa alimenti e pesa persone) sono stati i primi oggetti ad essere inscatolati. Diversamente non avrei avuto la forza di sopportare questo muro di cartoni il cui puzzo mi fa vivere in mezzo a correnti d'aria, chè tengo tutte le finestre aperte per non soffocare in questa ormai ex-casa, oggi magazzino.

E poi ieri: lo sfacelo.
Mi hanno smontato pezzo pezzo i mobili della cucina, e io lì, sul divano, combattuta tra due fuochi, a pensare se mi conviene pulire adesso i mobili, o se porta bene portarsi a casa nuova la polvere di quella vecchia... ci sto ancora pensando...

giovedì 5 giugno 2008

Cronaca di un trasloco difficile..


Non abbiamo una casa piena di mobili, o piena di roba, abbiamo il necessario per stare comodi e in ordine.
'Tutto al proprio posto, e un posto per ogni cosa' è il motto per tenere la casa in ordine, accogliente, a cui mi ispiro.
Nell'ultimo periodo, in cui ho iniziato a vuotare qualche mobile, per riempire i primi cartoni, mi sono da questi lasciata sopraffare, e praticamente non ho seguito proprio alla lettera quel motto. Anzi.
E infatti fin dal pianerottolo, ci sono cose in mezzo ai piedi.
E ormai in ogni dove non mi appropinquo quasi più x tenere in ordine.
Che forse mi serva stare in mezzo al caos?
Sento come di stare a creare un rito di lento addìo alla casa che mi ha ospitato in questi primi sei anni di vita a due e, poi, a tre.
C'è anche da dire che lavorando e col bimbo, e spesso col marito in viaggio, mi lascio accasciare facilmente dalla stanchezza, e mi sfugge spesso un machissenefrega - fortunatamente solo temporaneo.

La prossima settimana inzia il metodico sventramento dei mobili, riempimento, chiusura e scrittura dei cartoni. Speriamo bene.
Spero di non perdere niente per strada. Spero di ricordare tutto. Spero che il periodo di transizione non sia lungo. Spero che il mio Ivan non ne risenta. Spero che la casa nuova sia comoda. Spero di non sentirmi troppo sola in quel palazzo grande e sconosciuto. Spero di non trasmettere i miei timori al piccolo. Spero.
Per quanto riguarda il periodo di transizione e, meglio, la lunghezza di tale periodo, c'è da dire che ho cambiato strategia.
O meglio, ho impostato una strategia - prima non c'era, ero semplicemente in balìa delle onde dei buoni propositi dei miei famigliari, che avevano voglia di trasportare tutti i miei mobili ed elettrodomestici a spalla giù per le scale.
La mia strategia è stata: chiamare la ditta di traslochi, per farmi fare un preventivo, e soprattutto farmi tentare con la facilità decantata di tutta l'operazione (se fatta da loro, ovviamente).

Inutile dire che mi sono lasciata tentare, e non l'avrei mai detto, il difficile è stato di convincere i miei famigliari che era tutta salute guadagnata, l'evitare di scendere a spalla per tre piani senza ascensore, ogni singolo pensile e mobile ed elettrodomestico, e divano, e materasso e insomma ogni singola scatola piena zeppa di roba!!!
Alla fine, ovviamente, si fa come abbiamo scelto noi di fare, però abbiamo lasciato i miei famigliari con il broncio.
dice: 'prima i traslochi tutti così si facevano'.. (inteso, a spalla, col sudore umano)
dico: 'la tecnologia serve a non far lavorare troppo le persone - sfruttiamola, quando serve!!' (intesa: la scala mobile che arriva in un attimo al terzo piano)
Niente - ci sono rimasti male.
E che ci posso fare se sono cattiva??
Ma... sono proprio cattiva?

mercoledì 23 aprile 2008

And the rain drops..



Ore 16.55 - sono in ritardo per il lavoro (dovevo essere in ufficio alle 16.30) - ma c'è una persona che mi attende da settimane, per consegnarmi due scatole per trasportare abbigliamento (quindi una cosina ingombrante da conservare.. figurati per settimane), che gli ho chiesto io, in previsione del prossimo trasloco.
Citofono - ok scende.
Che cielo grigio-coperto-cupo.. speriamo piova e spiova subito, come a pranzo. - Penso -
Scendiamo nel garage (giusto, le conservava nel garage, non in casa - vabè, era comunque qualcosa di ingombrante dai - anche nel garage - settimane in garage = ingombro=disturbo).
Ok, sì ho fatto bene a venire finalmente a prenderle.
Ciao e grazie ancora - Ciao!
Chiudo il portone - tutt'eddue non riesco proprio a portarle - la più grande è alta quanto me, ma molto, molto più grossa.
Alla boxe vincerebbe lei contro me, per abbandono del ring da parte dell'avversario - Penso.
Arrivo in macchina - pioviggina, alzo sulla testa il cappuccio di cotone della felpina che ho.
A qualcosa serve ogni tanto il cappuccio della felpina, vedi?? - Mi dico - che io in genere lo considero un ingombro.
Apro macchina - poggio cartone - smonto seggiolino - porto seggiolino davanti, sul sedile passeggero (miiii quant'è pesante 'sto seggiolino!!)
Pioviggina - un pò più insistentemente - dài, ancora cinque minuti..
Infilo la scatolona dal sedile posteriore sx - vorrei infilarla di traverso sul sedile di dietro, e dopo mille imprecazioni, quando finalmente è alloggiata in tutta la lunghezza del sedile... mi accorgo che fuoriescono dallo sportello dell'auto, ben venti centimetri di cartone (spesso, fradicio, pieno di scotch) - prendo la chiave del blockshaft - buco lo scotch, apro il cartone (cazzo come piove!!!)
Ma ormai è questione di principio - sono venuta fin qui, e tu verrai con me a casa - non ragiono più, sento l'acqua trapelare l'assurdo cappuccio, che come pensavo non serve a un tubo - la frangetta si diverte a diffondere gocce d'acqua dappertutto, ad ogni mio movimento - sento l'acqua arrivare sulle mie spalle, direttamente, quasi che non avessi più la felpa, lo smanicato, la canotta - no, nuda, diretta sulla mia pelle - fredda, bagnata.
Cazzo cazzo cazzo!!!
Decido, tiro fuori, la schiaccio, (non so come, era enorme e bagnatissima!) - metto giù tutti i sedili posteriori dell'auto (che xfortuna ha questa opzione - essendo una Meriva flessibilità 100%) - apro il portellone di dietro, prendo da terra la scatola.. o ciò che ne resta (cartone sempre più zuppo) - la infilo in macchina da dietro, la schiaccio e pum! ci entra alla perfezione..
Imprecazioni, imprecazioni, imprecazioni.
Chiudo gli sportelli e il portellone, vado a prendere la seconda scatola - molto più piccola, e infatti senza schiacciamenti e niente, la infilo direttamente da dietro il portellone.
Sbatto - apro il mio sportello e mi siedo al posto guida - dietro non vedo un tubo - per via delle scatole - ma anche tutt'intorno non vedo granchè - per via della pioggia..
Intanto i vetri si appannano - avvio il motore - accendo l'aria al massimo per spannare i vetri, e faccio manovra praticamente alla cieca.. ma menomale non c'erano macchine in movimento, ho solo evitato quelle parcheggiate.
Parto - smette di piovere.
Non ci credo.
Non è possibile.
Perchè?
Cioè, perchè smette di piovere quando sono in macchina, e la pioggia ormai la sento in ogni dove, e sta pure bagnando il sedile???
Vabbè - è andata così - spero solo di riuscire a rimontare correttamente la scatolona, per poterla poi utilizzare... altrimenti tanto lavoro.. per nulla..

lunedì 31 marzo 2008

Home Sweet Home


Ieri ho passato l'intera domenica a pulire la nostra nuova casa, ed è che non ero sola, ma professionalmente accompagnata da due valide donne, senza le quali, ci avrei impiegato circa un mese di vita. Ed io in genere pulisco per vivere, non vivo per pulire..

Comunque, il passare tutta una giornata in quel palazzo, mi ha fatto intenerire parecchio.
E' una nuova costruzione, in una nuova zona, e fin'ora stentavo a sentirla come Casa, in quanto mi sembrava ben poco diversa dal cantiere in costruzione accanto, vuoi anche per la polvere che ti entrava fin nelle ossa ogni volta che ci andavi, anche solo per pochi minuti.

E invece ieri, mentre la pulivo, ho potuto ascoltare la vita che scorre tra quelle nuove mura.. senza neppure il disturbo dei cantieri aperti, chè era domenica.
C'erano bambini che urlavano, padri che ridevano, mamme che cucinavano sughi domenicali.

E fuori, mentre lavavo la veranda, ho visto ragazzi in bicicletta che si rincorrevano, nel sole, gridandosi e ridendosela per tutto, chè a quell'età basta un nonnulla per sorridere di cuore.
Il bar sottocasa, zeppo di giovani ciondolanti e imbrillantinati, sorridenti e scherzosi.
Nelle strade, uomini in tuta, che sorvegliano i bimbi che tentano la bicicletta.

E insomma, adesso la sento più simile a una Casa, e di questo ringrazio le due donne che mi hanno aiutato nell'interminabile compito di eliminare la polvere, i calcinacci, e di far lucidare tutte le superfici, ma anche il sole, l'aria, le voci, gli odori che ieri ho imparato a conoscere e apprezzare. :)

mercoledì 26 marzo 2008

Zanzara, ma quanto mi costi?


Ieri abbiamo contrattato l'acquisto di un sistema di protezione globale, per il nostro appartamento, a difesa della nostra epidermide dagli attacchi aerei delle cosiddette zanzare.
Nonchè, per evitare psicosi maniacali, a difesa anche dalle mosche e mosconi.

Abbiamo contrattato l'acquisto delle zanzariere, per tutte le finestre della casa, chè io non concepisco di averle da una parte sì e dall'altra no, a che mi serve?
Ciò che non è riuscito ad entrare da una parte, entra dall'altra.. semplicemente, pacatamente.

Non avevo idea di quanti modelli ce ne fossero, davvero per tutti i gusti, quasi che stessimo scegliendo un abito.. e in effetti è stato un pò come vestire le nostre finestre:
- a battente
- plissettate (un pò ingrassa comunque..)
- con binario calpestabile e carrellino carrarmato (rumoroso ma chic)
- con binario da 4 cm (palloso ma economico)
- con pistoncini (necessari, per la propria incolumità)
- apertura a 180°
- telo fasciato o liscio

Il tutto per la modica cifra di 940 euro!
Ripeto NOVECENTOQUARANTAEURO!!
Cioè (9*100) + (10*4)=(900)+(40)=940

Non oso immaginare quando andremo a scegliere le tende!!! HELP!