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lunedì 23 giugno 2008

People at work


Gli 'uomini del trasloco' vivono in un mondo tutto loro.
Un mondo fatto di battute, muscoli coperte e scotch. Tra una battuta e uno scherzo, fanno volare nella stanza pezzi di mobilio, che sembrano leggeri ma non lo sono, e che atterrano indenni su morbide coperte, con cui vengono velocemente avvolti, e poi strozzati da scotch messo a regola d'arte.
Così smontati, irriconoscibili, ciechi, i mobili compiono il lunghissimo viaggio che comincia con la discesa con la scala mobile, e continua nel ventre del camion, fino alla nuova casa, dove, sempre tra uno scherzo e una frase buffa, vengono riportati su con la scala, riaperti e sistemati nelle stanze dove devono essere montati.

Le coperte, le battute, e lo scotch, se ne vanno, lasciando una scia di polvere mista, della vecchia e della nuova casa, e tu pensi che credevi sarebbe stato impossibile, trasportare diligentemente tutti quei pezzi di casa, di vita, da una parte all'altra della città, con quella scala che pareva tanto fragile, e in quel camion che dal terzo piano non ti sembrava poi enorme, e che contiene invece tutta la tua roba.

Poi comincia la lenta ricostruzione dei mobili di casa - la risistemazione, l'adattamento, e scopri che anche se i mobili sono sempre gli stessi, sembrano più belli, più grandi, più nuovi, più comodi, di come li hai sempre ritenuti. Miracoli dei punti di vista.

Gli 'uomini dei mobili', anche loro vivono in un mondo a parte, fatto di silicone, tappi, masonite, livelle, avvitatori, trapani, barre d'acciaio, attacchi e tubi, prese e prolunghe... per loro sono tutti termini normali: termini del loro mondo, appunto.
Il lavoro degli 'uomini dei mobili' è lungo, pesante e complicato, per me impensabile.

Sia per gli 'uomini del trasloco' che per gli 'uomini dei mobili', l'unica cosa che ho pensato è stata: wow.. menomale che c'erano loro!

Trasloco Terminato (con qualche graffio)


Era il quattordici di giugno, un sabato come un altro, ma per noi è stato il primo giorno (meglio, la prima notte) nella nostra nuova casa.

A dirla tutta, in quel momento tutto pareva tranne che una casa: erano in piedi solo il lettone e il lettino, il resto era tutto smontato, la roba era tutta nei cartoni, e ogni volta che dovevamo trovare qualcosa, c'era un rebus da risolvere: ho visto la scatola qui, ma lì c'è quel cartone, quindi se sposto questa busta, ci dovrei trovare la borsa che contiene le bustine, in cui ho conservato il rompicapo.

A un certo punto avremmo potuto mangiare noci a volontà, avremmo potuto sgusciare con eleganza un'aragosta, o levare il torsolo della mela lasciandola intera.. però non potevamo aprire una fresca bottiglia di birra! Ho dovuto far ricorso alla mia indole mascolina (che sorprende sempre mio marito) per poter aprire la birra con un coltello.. ma che sollievo, poi, nel berla!

Quando imballavo la roba nei cartoni, con tanta cura devo dire (non si è rotto nulla!), e mi sentivo stanca e scocciata e accasciata, non potevo neanche lontanamente immaginare che l'operazione opposta, cioè il riaprire ogni cartone, sarebbe stata ancora più stancante, avvilente, e apparentemente infinita!

Ora l'unica cosa di cui mi rammarico sono i due ripostigli che ho lasciato a casa vecchia. Nella nuova non ce ne sta neppure uno.. abbiamo nicchie esterne, che dobbiamo ancora far chiudere, ma nelfrattempo il contenuto dei ripostigli è installato stabilmente nello studio, ed io evito con cura di entrarci, che ogni volta borbotto con lo stomaco sottosopra.
No, bugia, c'è altro di cui mi rammarico: i graffi e i lividi che mi sono procurata nel fare la scaricatrice di cartoni.
E poi un'altra ancora: il pavimento maledetto che non vuole disfarsi di quegli aloni che vanno via da una parte, e compaiono dall'altra - li togli di lì, e te li ritrovi dal di là!!! Arrrrrrrrrrrrgh!!
Mi hanno detto di pazientare - col tempo se ne vanno. Speriamo!

Stancamente tornata.

giovedì 12 giugno 2008

Trasloco Work in progress...


Da lunedì sono impegnata - sia mentalmente (ma quello già da mesi), che fisicamente - con la preparazione del trasloco.
Tale preparazione si traduce nell'imballare tutta la propria vita.
Non avevo idea di dover riempire più di cinquata cartoni!
Non immaginavo nè di avere così tanta roba, nè tantomeno di riuscire ad inscatolarla tutta sola - operazione che devo dire mi deprime e mi debilita alquanto, specie al pensiero che tra qualche giorno li dovrò riaprire tutti!!


Il mio stato d'animo stanco e scocciato (ho consumato sei rotoli di scotch per imballaggi... ho detto tutto) lo si può ben capire anche dalla quantità di caffèllatteebiscotti che riesco ad ingurgitare, ogni giorno, quantità che si è più che quadruplicata.
Ovviamente le bilance (pesa alimenti e pesa persone) sono stati i primi oggetti ad essere inscatolati. Diversamente non avrei avuto la forza di sopportare questo muro di cartoni il cui puzzo mi fa vivere in mezzo a correnti d'aria, chè tengo tutte le finestre aperte per non soffocare in questa ormai ex-casa, oggi magazzino.

E poi ieri: lo sfacelo.
Mi hanno smontato pezzo pezzo i mobili della cucina, e io lì, sul divano, combattuta tra due fuochi, a pensare se mi conviene pulire adesso i mobili, o se porta bene portarsi a casa nuova la polvere di quella vecchia... ci sto ancora pensando...

giovedì 5 giugno 2008

Cronaca di un trasloco difficile..


Non abbiamo una casa piena di mobili, o piena di roba, abbiamo il necessario per stare comodi e in ordine.
'Tutto al proprio posto, e un posto per ogni cosa' è il motto per tenere la casa in ordine, accogliente, a cui mi ispiro.
Nell'ultimo periodo, in cui ho iniziato a vuotare qualche mobile, per riempire i primi cartoni, mi sono da questi lasciata sopraffare, e praticamente non ho seguito proprio alla lettera quel motto. Anzi.
E infatti fin dal pianerottolo, ci sono cose in mezzo ai piedi.
E ormai in ogni dove non mi appropinquo quasi più x tenere in ordine.
Che forse mi serva stare in mezzo al caos?
Sento come di stare a creare un rito di lento addìo alla casa che mi ha ospitato in questi primi sei anni di vita a due e, poi, a tre.
C'è anche da dire che lavorando e col bimbo, e spesso col marito in viaggio, mi lascio accasciare facilmente dalla stanchezza, e mi sfugge spesso un machissenefrega - fortunatamente solo temporaneo.

La prossima settimana inzia il metodico sventramento dei mobili, riempimento, chiusura e scrittura dei cartoni. Speriamo bene.
Spero di non perdere niente per strada. Spero di ricordare tutto. Spero che il periodo di transizione non sia lungo. Spero che il mio Ivan non ne risenta. Spero che la casa nuova sia comoda. Spero di non sentirmi troppo sola in quel palazzo grande e sconosciuto. Spero di non trasmettere i miei timori al piccolo. Spero.
Per quanto riguarda il periodo di transizione e, meglio, la lunghezza di tale periodo, c'è da dire che ho cambiato strategia.
O meglio, ho impostato una strategia - prima non c'era, ero semplicemente in balìa delle onde dei buoni propositi dei miei famigliari, che avevano voglia di trasportare tutti i miei mobili ed elettrodomestici a spalla giù per le scale.
La mia strategia è stata: chiamare la ditta di traslochi, per farmi fare un preventivo, e soprattutto farmi tentare con la facilità decantata di tutta l'operazione (se fatta da loro, ovviamente).

Inutile dire che mi sono lasciata tentare, e non l'avrei mai detto, il difficile è stato di convincere i miei famigliari che era tutta salute guadagnata, l'evitare di scendere a spalla per tre piani senza ascensore, ogni singolo pensile e mobile ed elettrodomestico, e divano, e materasso e insomma ogni singola scatola piena zeppa di roba!!!
Alla fine, ovviamente, si fa come abbiamo scelto noi di fare, però abbiamo lasciato i miei famigliari con il broncio.
dice: 'prima i traslochi tutti così si facevano'.. (inteso, a spalla, col sudore umano)
dico: 'la tecnologia serve a non far lavorare troppo le persone - sfruttiamola, quando serve!!' (intesa: la scala mobile che arriva in un attimo al terzo piano)
Niente - ci sono rimasti male.
E che ci posso fare se sono cattiva??
Ma... sono proprio cattiva?