mercoledì 30 aprile 2008

Errata Corrige (2)

Sempre nel post della carpina per immagini, ho dato un'altra risposta abbastanza velocemente.. senza soffermarmi per davvero sul profondissimo significato della domanda, e ancor più della risposta che tale domanda richiedeva.
Solo che poi mi ritrovo a fare la spesa (ieri, ma non solo), e non perchè io sia a dieta, ma proprio per una mia abitudine vecchia e consolidata, mi ritrovo ad acquistare ben otto confezioni di biscotti (pan di stelle 2cf- biscotti del lagaccio 3cf - grancereale 1cf - nic nac 1cf - digestive 1cf), pensando alle mie colazioni e merende (che vorrei ma non posso fare), e pensando che la cosa più bella della mia casa, è aprire la dispensa e trovarla ricolma di biscotti di vario genere. :-)

E così, ecco cosa avrei dovuto rispondere alla domanda sul mio cibo preferito (non che la sette veli non sia da annoverare tra i miei cibi preferiti.. ma non la posso mangiare spesso.. invece di biscotti mi ciberei vita-natural-durante) ;-.)


Errata Corrige

In un mio recente post ho indicato come oggetto preferito il cd-dvd, che in effetti apprezzo parecchio.. ma a onor del vero, il mio oggetto preferito è un altro.. e me lo sono ricordata ieri.
Eccolo qui, di ogni dimensione e colore: (e chi mi conosce, sa che non scherzo al riguardo)



Vaccino o non Vaccino?


Stamattina ho preso il mio cucciolo, e sono partita alla volta dell'ufficio igiene del nostro comune, per fare il vaccino anti-parotite-varicella ecc..
Come ogni volta, il miscuglio di paura e impotenza, mi sconvolgeva lo stomaco.
Il sole era alto, la gente in giro era parecchia, i rumori delle strade, e il puzzo delle macchine erano già familiari.
Entriamo nell'ufficio, facciamo la fila, entriamo nell'ambulatorio (e Ivan super curioso, ignaro e pieno di speranze guardava tutta la stanza, le persone, gli oggetti..).
L'inferimiere compila la tessera di vaccinazione col timbro della data, e così, tanto per, mi fa
'ha avuto allergie? è stato poco bene?..' - domande di routine insomma, sta già compilando la tessera.. e io, ingenua,
'sì, alle uova'
e lui, con gli occhi sgranati..
'ah! alle uova? e allora non possiamo farlo.. cioè, sta scritto che non succede niente.. al 99% anzi al 100% non succede niente, però è meglio che se lo dobbiamo fare, se decidi che lo facciamo, che lo faremo comunque, lo facciamo in ospedale, in pediatria... che se succede qualcosa, stai già in ospedale..'

(espressione bovina) :-O

Lo sconvolgimento dello stomaco aumenta.
Perchè il mio pediatra non mi ha detto niente al riguardo?
Chi cavolo si occupa-preoccupa dei vaccini?
Il mio pediatra lo sa che ha avuto quell'episodio di intolleranza al tuorlo, un mesetto fa - gli ho chiesto poi esplicitamente la scorsa settimana se potevo fargli il vaccino, e mi ha detto di sì.. e poi l'infermiere mi dice così.
Allibisco.

Poi esco, usciamo, col passeggino, sotto al sole, col venticello piacevole, e decido di fare una passeggiatina, che ce la meritiamo proprio, sia io, che il mio cucciolo.
E il miscuglio di impotenza e paura, piano piano si scioglie.. nella momentanea consapevolezza che l'abbiamo scampata - almeno per adesso.

Ogni volta che c'è stato un vaccino da fargli (fin'ora tre), mi presentavo in ambulatorio con la faccia a forma di punto interrogativo, incapace di formulare vere e proprie domande, piena di dubbi, ma inespressi - piena di cattivi pensieri (tante malattie strane causate dai vaccini), ma anche di riscontri positivi (tante malattie sono state debellate proprio grazie ai vaccini!).
E noto che ogni volta è così, perchè potenzialmente ogni volta può essere la volta negativa, la volta cattiva, la buccia di banana su cui scivolare e trovarsi a gambe all'aria, incapaci di muoversi, nella sterile immobilità del dubbio 'e se non l'avessimo fatto?'.
Bà - vedremo.

giovedì 24 aprile 2008

The answer...



..is blowing in the wind (Joan Baez in video)


How many roads must a man walk down
Before you call him a man?
Yes, 'n' how many seas must a white dove sail
Before she sleeps in the sand?
Yes, 'n' how many times must the cannon balls fly
Before they're forever banned?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.

How many years can a mountain exist
Before it's washed to the sea?
Yes, 'n' how many years can some people exist
Before they're allowed to be free?
Yes, 'n' how many times can a man turn his head,
And pretend that he just doesn't see?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.

How many times must a man look up
Before he can see the sky?
Yes, 'n' how many ears must one man have
Before he can hear people cry?
Yes, 'n' how many deaths will it take till he knows
That too many people have died?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.

mercoledì 23 aprile 2008

And the rain drops..



Ore 16.55 - sono in ritardo per il lavoro (dovevo essere in ufficio alle 16.30) - ma c'è una persona che mi attende da settimane, per consegnarmi due scatole per trasportare abbigliamento (quindi una cosina ingombrante da conservare.. figurati per settimane), che gli ho chiesto io, in previsione del prossimo trasloco.
Citofono - ok scende.
Che cielo grigio-coperto-cupo.. speriamo piova e spiova subito, come a pranzo. - Penso -
Scendiamo nel garage (giusto, le conservava nel garage, non in casa - vabè, era comunque qualcosa di ingombrante dai - anche nel garage - settimane in garage = ingombro=disturbo).
Ok, sì ho fatto bene a venire finalmente a prenderle.
Ciao e grazie ancora - Ciao!
Chiudo il portone - tutt'eddue non riesco proprio a portarle - la più grande è alta quanto me, ma molto, molto più grossa.
Alla boxe vincerebbe lei contro me, per abbandono del ring da parte dell'avversario - Penso.
Arrivo in macchina - pioviggina, alzo sulla testa il cappuccio di cotone della felpina che ho.
A qualcosa serve ogni tanto il cappuccio della felpina, vedi?? - Mi dico - che io in genere lo considero un ingombro.
Apro macchina - poggio cartone - smonto seggiolino - porto seggiolino davanti, sul sedile passeggero (miiii quant'è pesante 'sto seggiolino!!)
Pioviggina - un pò più insistentemente - dài, ancora cinque minuti..
Infilo la scatolona dal sedile posteriore sx - vorrei infilarla di traverso sul sedile di dietro, e dopo mille imprecazioni, quando finalmente è alloggiata in tutta la lunghezza del sedile... mi accorgo che fuoriescono dallo sportello dell'auto, ben venti centimetri di cartone (spesso, fradicio, pieno di scotch) - prendo la chiave del blockshaft - buco lo scotch, apro il cartone (cazzo come piove!!!)
Ma ormai è questione di principio - sono venuta fin qui, e tu verrai con me a casa - non ragiono più, sento l'acqua trapelare l'assurdo cappuccio, che come pensavo non serve a un tubo - la frangetta si diverte a diffondere gocce d'acqua dappertutto, ad ogni mio movimento - sento l'acqua arrivare sulle mie spalle, direttamente, quasi che non avessi più la felpa, lo smanicato, la canotta - no, nuda, diretta sulla mia pelle - fredda, bagnata.
Cazzo cazzo cazzo!!!
Decido, tiro fuori, la schiaccio, (non so come, era enorme e bagnatissima!) - metto giù tutti i sedili posteriori dell'auto (che xfortuna ha questa opzione - essendo una Meriva flessibilità 100%) - apro il portellone di dietro, prendo da terra la scatola.. o ciò che ne resta (cartone sempre più zuppo) - la infilo in macchina da dietro, la schiaccio e pum! ci entra alla perfezione..
Imprecazioni, imprecazioni, imprecazioni.
Chiudo gli sportelli e il portellone, vado a prendere la seconda scatola - molto più piccola, e infatti senza schiacciamenti e niente, la infilo direttamente da dietro il portellone.
Sbatto - apro il mio sportello e mi siedo al posto guida - dietro non vedo un tubo - per via delle scatole - ma anche tutt'intorno non vedo granchè - per via della pioggia..
Intanto i vetri si appannano - avvio il motore - accendo l'aria al massimo per spannare i vetri, e faccio manovra praticamente alla cieca.. ma menomale non c'erano macchine in movimento, ho solo evitato quelle parcheggiate.
Parto - smette di piovere.
Non ci credo.
Non è possibile.
Perchè?
Cioè, perchè smette di piovere quando sono in macchina, e la pioggia ormai la sento in ogni dove, e sta pure bagnando il sedile???
Vabbè - è andata così - spero solo di riuscire a rimontare correttamente la scatolona, per poterla poi utilizzare... altrimenti tanto lavoro.. per nulla..

mercoledì 16 aprile 2008

Il gioco di Catepol: carpina per immagini

Tempo fa avevo visto questo questionario sul blog di catepol, dove sono arrivata tramite Conati di Silicio, avevo iniziato a prepararlo ma poi ho smesso - ecco, ora l'ho finito e lo pubblico...
Si tratta di rispondere alle domande, digitando la risposta in google e prendendo la prima immagine che questi propone.
Si capirà qualcosa?? :-)

1) La mia età al prossimo compleanno:






2) Un posto che vorrei visitare:







3) Il mio posto preferito










4) Il mio oggetto preferito







5) Il mio cibo preferito







6) Il mio animale preferito







7) Il mio colore preferito








8) Il posto in cui sono nata










9) Il posto in cui vivo



Era la stessa foto di su.. ho pensato di prendere la SECONDA FOTO!! :P



10) Il nome di un animale domestico che ho avuto



(sarebbe CRYSTAL)



11) Il mio nickname sul blog











12) Il mio vero nome










13) Il nome della mia nonna materna






14) Il nome della mia nonna paterna









15) Una mia brutta abitudine









16) La mia vacanza preferita

martedì 15 aprile 2008

Sex and the town


Scena da inconsapevole ventunesimo secolo:
in farmacia, coppia di ragazzette max 14/15enni - di cui una bianca in volto - che porge alla commessa un test di gravidanza, chiedendole gentilmente di leggerglielo (non ci volevano credere - non ci potevano credere).
La commessa lo legge - lo comunica loro(test positivo) senza neppure preoccuparsi della privacy (hanno sentito tutti i presenti) - alchè la ragazza, tornata improvvisamente bimba spaurita, e già bianca in volto, pare svenire, ma no, scappa via, fugge via - e l'amica ringrazia la commessa va all'inseguimento della prima.

Ma dico io - spendi 5 euro per un test di gravidanza, e non spendi 10 euro per una intera confezione di profilattici??
Ma ce ne vuole!!!!!!

Voto per i Radiohead


Ho votato domenica a mezzogiorno.
Sono entrata nell'angusta cabina con la ridicola tendina, insieme al mio cucciolo in braccio, che era parecchio interessato alla tendina stessa - ho votato con due ICS e sono uscita di corsa, sotto il sole e il vento - che ancora avevo delle speranze.

Sappiamo com'è andata - peggio non poteva.

E allora oggi mi sono rifugiata in OK COMPUTER dei Radiohead - Let down mi dà ogni volta i brividi, ma com'è possibile??

''(...) and one day I'm going to grow wings, a chemical reaction hysterical and useless (...)''

domenica 13 aprile 2008

Salinas e la Monnalisa (la poesia di questa domenica pomeriggio)

Oggi, nell'atteso appuntamento pomeridiano presso il caffè_libreria Club Silencio, nell'ambito della rassegna Derive e Approdi, ho rivissuto l'esplosione di poesia che avevo sperimentato nel pomeriggio dedicato al Petrarca.
Ebbene sì, sono vittima della poesia.

La forza delle parole. Non conoscevo Salinas, ma è stato amore a prima vista, un colpo di fulmine in piena regola, anzi no, un colpo, è stato semplicemente un colpo - BUM - nel cuore - non scomodiamo i fulmini..
Insomma un innamoramento improvviso e irreversibile.
Le parole scelte, misurate, censite, prima private di significato, denudate, e poi rielaborate, fatte rinascere, per rivivere infine pienamente, in un verso, frammento di un concetto puro e profondo.

La magia della musica. Il musicante di questo pomeriggio è stato il bravissimo Antonello Farella, amico mio.
Chitarrista doc, ha scelto brani spaziando nella sua propria collezione di pezzi emozionali. E poi gli ha dato un'anima: la propria.
Teso, tesissimo all'inizio (ansia da seduta di laurea proprio!!), si è poi sciolto man mano che le sue mani scorrevano sulla sua Monnalisa (alias la sua chitarra).
E le sue note, insinuandosi fra i versi di Salinas, hanno trovato posto là dove gli spettava: nei versi di delicate poesie.

Chè per caso si vede che mi è piaciuto? :-)

mercoledì 9 aprile 2008

CaOs_CaLmO


Ho appena finito di leggere il libro di Sandro Veronesi, Caos Calmo, da cui è stato recentemente tratto un film (qui accanto, la locandina del film).
A proposito della difficoltà della scrittura: ci ha impiegato quattro anni e mezzo per scriverlo..
Io non ho assolutamente esperienza riguardo ai tempi della scrittura, quindi magari mi si potrebbe dire che sono tempi normali, normalissimi, magari anche brevi.
Ma l'impressione forte rimane.
Quattro anni e mezzo.. sono proprio un sacco di tempo.

La Allende ha scritto il suo primo libro, iniziandolo come una lunga lettera di commiato dal nonno morente, l'8 gennaio del 1982 (e da allora se deve iniziare un nuovo libro, lo inizia l'8 di gennaio, per scaramanzia, vista la fortuna in cui si è imbattuto il suo primo scritto) - mi riferisco a 'La casa degli spiriti' - ne è venuto fuori un tomo le cui pagine abbracciano cinquant'anni di storia - e ci ha impiegato un anno.
Ecco, un anno mi sembra un tempo più ragionevole, per un romanzo.
Ma quattro anni e mezzo..
Una lunga gestazione..

Il risultato di questa gestazione è comunque meritevole.
Bel libro - lo consiglio.

martedì 8 aprile 2008

Scrivere


Scrivere è difficile.
Difficilissimo riuscire a comunicare esattamente ciò che vuoi dire.
Parlare è diverso, hai a tua disposizione altri strumenti della comunicazione, la voce, l'intonazione, gli occhi, le mani, le movenze del capo e del corpo intero. E' perfino importante la postura, se sei seduta, in piedi, gambe accavallate, comoda, scomoda, se ti tocchi i capelli, se stringi i pugni, o ti gratti il collo.
Scrivere è raccontarsi, ma non è parlare - mi è stato detto una volta, quando alla scrittura ci tenevo più che alle parole.
Scrivere è altro.
Scrivere è arte.
L'arte delle parole scelte.
L'arte di comandare le parole. O almeno di avere quell'illusione, che hai sempre il dubbio che siano loro ad averti piegato al proprio volere.

Ho letto nel libro 'l'anno del pensiero magico' della Didion, che agli albori della sua carriera di scrittrice, la Didion aveva l'impressione che il proprio pensiero, il proprio io, andasse prendendo forma man mano che scriveva, anzi proprio nell'atto del formarsi di una frase, nell'andamento e nel ritmo delle parole scelte. Lei si formava scrivendo.
Ovviamente lei l'ha scritto molto meglio, non ho qui il libro per riportare le esatte parole, ma quando l'ho letto, ho trovato questo passaggio particolarmente affascinante (in realtà tutto il libro per me è stata una piacevole scoperta).
Il potere delle parole pensate - non sei tu a scriverle, sono loro a formarti. Non sei tu che le pensi, sono loro che formano il tuo pensiero.

'(...) words can hurt you
if you let them
people say them
and forget them
words can promise
words can lie (...)'
(Anyone at all - C.King)

Ma anche parlare è difficile. Anche nel parlare hai da scegliere le parole giuste. D'accordo, se ti sbagli puoi sempre controllare la reazione nell'interlocutore, sorridere e ribadire il concetto in maniera diversa - dire la stessa cosa con altri termini, o addirittura cambiare ciò che hai appena detto.
Comunque, di base, se non sai parlare bene, non sarai mai capace di scrivere, neppure discretamente - questo è ovvio, le parole sono quelle, le frasi, i costrutti, la logica.

La comunicazione è proprio difficile.
Quando ho da parlare penso sempre 'mi sarò spiegata correttamente? avrò passato esattamente l'idea che ho?' - sono incline al ripetermi.
Quando invece ascolto, specialmente se ho davanti qualcuno che padroneggia bene l'arte del parlare, mi lascio portare dappertutto, con le parole.
E anche quando leggo, le parole le sento ancora più potenti.
Mi entrano dentro, proprio.
E a volte mi si conficcano nel cuore.

Tapestry - Carole King

My life has been a tapestry
Of rich and royal hue;
An everlasting vision
Of the ever-changing view;
A wondrous woven magic
In bits of blue and gold;
A tapestry to feel and see;
Impossible to hold.

Once amid the soft silver
Sadness in the sky,
There came a man of fortune;
A drifter passing by.
He wore a torn and tattered cloth
Around his leathered hide
And a coat of many colors;
Yellow, green, on either side.

He moved with some uncertainty
As if he didn't know
Just what he was there for
Or where he ought to go.
Once he reached for something
Golden hanging from a tree
And his hand came down empty.

Soon within my tapestry,
Along the rutted road,
He sat down on a river rock
And turned into a toad.
It seemed that he had fallen
Into someone's wicked spell
And I wept to see him suffer,
Though I didn't know him well.

As I watched in sorrow,
There suddenly appeared
A figure gray and ghostly
Beneath a flowing beard.
In times of deepest darkness
I've seen him dressed in black.
Now my tapestry's unraveling;
He's come to take me back.
He's come to take me back.

Step by Step


Ieri Ivan ha compiuto il miracolo.
L'attimo tanto atteso, premonito, accennato, intravisto.. è finalmente arrivato.
Ieri Ivan è cresciuto, ed è cresciuto in un attimo, come quando nasci, come quando muori.. tutto è un attimo, e per quanto questo attimo sia atteso, è sempre improvviso.
Ieri Ivan ha cominciato a camminare da solo, tutto solo.
E se ne va, con le braccine piegate per non perdere l'equilibrio, quasi saltella sui suoi due piedini panzerotti. E va.

Un piccolo passo per Ivan.. Un grande passo per l'Umanità.

:-)

lunedì 7 aprile 2008

Il balcone dell'infanzia


Ho già detto da qualche parte che sono nata ad Altamura, proprio nel lettone dei miei genitori.
E in quella casa ci sono pure cresciuta - esiste solo una casa d'infanzia, e per me è verde (nonostante oggi sia rosa), su due piani, con una porta di ferro che dà su un gran terrazzo (che a ben guardarlo è piccolo... ma si sa, da bambini le dimensioni sono diverse), quarantadue scale, un lungo androne dove poter giocare a pallone quando si è in punizione, e dove la voce si eleva a volumi altissimi mentre canto.
E poi ha due balconi gemelli.
Quello del primo piano, il meno vissuto, e poi quello del secondo, dove praticamente d'estate vivevo, seduta allo scalino che lo separa dalla terrazza vera e propria. E sempre a guardare giù, che la cosa più bella della mia casa d'infanzia, è la visuale ininterrotta che ti ritrovi davanti, quando ti affacci a quei balconi.. visto che davanti c'è una strada, non palazzi, e in fondo alla strada, una villetta, la scuola elementare che frequentavo, e in mezzo, il parco, il verde, la mia libertà.

E ieri è successa una cosa bellissima.. ho visto correre il mio cucciolo in quello stesso balcone.
L'ho visto aggrapparsi a quelle stesse inferriate, e urlare al vento, al sole, ai bimbi in lontananza, al cielo, che ieri era particolarmente affascinante.
L'ho visto ridere di gusto, assaporando quell'aria, la stessa della mia infanzia, quella sensazione di spazi enormi davanti a te, l'abbraccio dell'orizzonte a riempirgli gli occhi.
E quando lui è felice, io lo so, io lo sento.. e lo sono anch'io.

martedì 1 aprile 2008

Vecchia Musica


Oggi ho riascoltato un vecchio cd, che è stato colonna sonora di un pezzo della mia vita - mi riferisco all'album Confusa e Felice della Cantantessa.

Bè, non lo ascoltavo da tanto, ma proprio tanto tempo, anni interi.
Eppure le note erano tutte lì, nella mia testa, nel mio cuore, nelle mie orecchie - già lì.
Dentro me, al termine di un pezzo, anticipavo le prime note del pezzo successivo, nonostante non ne ricordassi assolutamente il titolo.. poi quando finiva il preludio (e io ancora non avevo in mente di che pezzo esattamente si trattasse), ecco che, lì, all'improvviso, ero travolta dalle mie stesse corde vocali, che cantavano le parole della canzone, così, autonomamente, senza che il cervello, pur sforzandosi, gliele stesse comunicando, ricordando, ma in un processo tutto misterioso, a me non noto.

Bello. E' stato bello.
E' bello amare dei pezzi - non ascoltarli per tanto tempo - ma poi ritrovarli lì, nella loro interezza, che quasi ti aspettano, per riempirti nuovamente di gioia - regalarti antiche emozioni, nuovi pensieri, donandosi completamente a te, al tuo cuore.