mercoledì 27 febbraio 2008

Danza dell'amore


Siamo ancora in inverno, ma siamo già in primavera.

L'ho capito da tante cose, il sole, l'aria profumata, il cielo che sembra infinito, la luce del primo mattino, i mandorli in fiore, i mimosi gialli lucenti, e anche da una particolare danza che ho spiato ieri: la danza dei colombi.

Io adoro guardare il colombo maschio che volteggia, si pavoneggia aprendo la sua coda di penne, alza e abbassa il collo, canticchiando quel verso tanto tipico e tanto romantico.
E ancora di più adoro spiare la femmina fintamente indifferente, che becca per terra, e guarda altrove, che lo evita quando lui le si para davanti, e magari si sposta anche di qualche centimetro, così, giusto per tenerlo ancora di più sulle spine, mentre lui continua, imperterrito, la sua danza infinita, la sua danza dell'amore, ben sapendo che lei è attenta ad ogni sua singola movenza.

martedì 26 febbraio 2008

4ever young


Ho scoperto che sono improvvisamente ringiovanita..
No, non da quando sono mamma, cioè sì, ma quello è un ringiovanimento che sento solo io, perchè è dell'anima, è dentro.. E anzi, da quando sono mamma, socialmente sono 'adulta' ormai.

E invece sono ringiovanita.. fuori!
Come? Volete scoprire il mio elisir di giovinezza? Mio, nel senso che forse vale solo per me, non so, non saprei dire. Ed eccolo qua: mi sono tagliata la frangia!

Sono almeno tre persone, che non si conoscono tra di loro, e che in tre momenti molto diversi, mi hanno detto che sembro più sbarazzina, che (addirittura) non sembro una mamma, ma una ragazzina, e che sembro molto più simpatica.
Nonchè tutti gli altri che mi dicono semplicemente che sto meglio.
Ma dico io: ma proprio così malconcia ero?

lunedì 25 febbraio 2008

Parole..


Ieri mi è successa una cosa davvero bella: ho ascoltato un ragazzo leggere poesie di 700 anni fa, sottolineate da lievi note di una chitarra elettrica.
E poi ho udito una donna commentare queste poesie, facendo piroette di parole.

La magia era tutta lì: parole.

Mi riferisco ovviamente all'appuntamento domenicale al caffè_libreria club Silencio, con Derive e approdi.

sabato 23 febbraio 2008

The circle of life


Sessantacinque anni fa, mia madre aveva un giorno di vita.
Era una bimba dolce e tenera, forse dormiva tanto, ed era piccola e profumata, come tutti i neonati di tutti i tempi.
Era sbaciucchiata in continuazione, proprio come accadeva a me ventotto anni fa, e come accade oggi a Ivan, mio figlio.
La storia si ripete.
''in un fiore, che fine non ha''.

Chissà, forse questo sarebbe stato il testo del suo biglietto di buon compleanno, ieri.

giovedì 21 febbraio 2008

Questa è la mia vita, buonasera


A volte immagino la vita di ognuno di noi, come un libro, di cui siamo parzialmente autori.
No, non ne siamo l'autore principale.. troppe interferenze esterne.
Ognuno di noi, comunque, ha un autore a sè stante, chè non conosco neppure una vita, dico una, che sia anche solo simile ad un'altra, vuoi per storia, stile, concetto, attimi.

Alcuni autori però, sono un pò masochisti, vogliono che il loro protagonista soffra, e quindi pare si accaniscano contro di lui.

Ma non cercano la sofferenza fine a sè stessa, no.
In realtà ciò che più gli piace, è vedere il modo in cui il loro protagonista, una volta caduto, si risolleva, eroicamente. Magari lento, acciaccato, ma di nuovo in piedi, di nuovo alla ricerca, ancora col naso per aria, pronto a fiutare, nuova, la vita.

E io li ammiro, questi eroi della vita di tutti i giorni.

domenica 17 febbraio 2008

Maschio e Femmina li creò


Nel mondo ci sono maschi e femmine.
Io, femmina, ho un figlio, maschio.
Io, femmina, come una scema ho sempre asserito di 'preferire' le femminucce ai maschietti.
Questo prima di avere il mio cucciolo Ivan, ovviamente.
E' che dai maschi ti aspetti certe cose, dalle femmine altre.
Allora non è che siano diversi loro, siamo noi che abbiamo un atteggiamento diverso con loro, a seconda del sesso.
E comunque qualsiasi mamma, mentre fa la ceretta pensa:
1) se ha un maschietto: menomale, non sarà obbligato a un tale supplizio;
2) se ha una femminuccia: porcamiseria, anche lei soffrirà in tal modo!

Quello che ho notato, vedendo nascere e crescere tanti nipoti maschi, è che le mamme, coi maschi, sono più permissive, meno autoritarie, più sollecite e servizievoli.
Questo non fa che generare maschi abituati ad essere serviti e riveriti, che per venir fuori da questo atteggiamento da pascià, nel caso in cui lo vogliano, devono fare uno sforzo sovrumano, e sviluppare un consapevole senso di autocritica.
Per chi invece è abituato ad alzarsi da tavola per sparecchiare, mettere in ordine, lavare i piatti, cucinare, fare il bucato e stirare, analizzare una stanza e riordinarla con criterio (= il modo in cui vengono educate le femminucce), risulta molto più facile la vita pratica da adulto.
E alcuni uomini scambiano queste abilità tipicamente femminili, che derivano come ho detto, solo dalla differenza con cui una mamma educa la propria prole, per abilità iscritte nel codice genetico delle donne.
Un esempio pratico:
lei: 'ci sono da lavare i piatti'
lui: 'ok'
lei - capita in cucina, e vede i piatti (lavati) sparsi sul tavolo..
lei 'scusa, perchè non li hai conservati?'
lui 'non me l'hai mica detto! hai detto solo che erano da lavare!'

Per quanto servizievoli, i maschi, non riescono proprio ad arrivare a completare un lavoro casalingo. Ma solo per come sono stati abituati!
Ecco quindi il mio proposito: educare Ivan ad essere autonomo, anche dal punto di vista della sopravvivenza casalinga.

;-P

giovedì 14 febbraio 2008

Effetto Vortice


Sera di San Valentino.
Una vita fa, la stessa sera di oggi.
Nevicava, lento, silenzioso.
Le strade che percorrevo insieme a Iv, quella che credevo sarebbe stata l'amica della vita, ma che mi ha abbandonato all'inizio del percorso vero, quello a ostacoli, erano vuote.
Mi affacciavo appena alla vita.. quattordici anni freschi di quattro mesi.
Tornavo a casa, e mia madre era lì.
Era già malata.
Io mi affacciavo alla vita.. e lei la stava salutando.

Singing in the car


Quando guido, adoro ascoltare musica.
No, mi correggo, quando guido, adoro cantare a squarciagola appresso alla musica.
No, mi correggo, quando guido, e sto da sola in macchina, o al massimo col mio Ivan, adoro cantare a squarciagola appresso ai miei selezionatissimi cd.
Se non fosse per la musica e il mio isolamento, come riuscirei a sopportare gli altri guidatori altamurani?
Come sopportare di vedere buttare dai finestrini delle macchine la spazzatura? Carte, pacchetti di sigarette, carte di carmelle, fazzolettini usati, addirittura bottigliette d'acqua!.. che schifo.
Come sopportare la gente che suona il clacson ai semafori?
Come sopportare i furbi che passano a tutto gas quando il rosso gli si è appena acceso (e quindi contano sul fatto che il verde non si sia ancora acceso al semaforo che incrociano)?

L'unico problema è che se malauguratamente qualcuno da fuori mi vede cantare a squarciagola.. mi sa che faccio la figura di una a cui manca qualche rotella.. ma chissenefrega!
:-P

martedì 12 febbraio 2008

Un nuovo inizio


E' bello quando vedi qualcuno che fa qualcosa per sè stesso, per stare bene, per stare meglio.
Quasi quasi mi emoziona.
Ci si vuole più bene, e non è poco.

Un abbraccio all'amico ob1 e alla sora carlurita.
Loro lo sanno, il perchè.
:-)
;-)

venerdì 8 febbraio 2008

Sabato mattina


Da piccola andare al Mercato del sabato mattina, era una festa.

Mi piaceva tutto: il chiasso, la roba stesa per essere mostrata e indi venduta (si spera) al miglior offerente, i colori, gli odori (sapevo già che ci stavamo avvicinando ai camion della salumeria diversi metri prima: indovinate perchè?), la varietà infinita di forme date a una maglia, un pantalone, una gonna, una giacca, un tappeto, una tenda, una mutanda, un reggiseno, canotte, reggicalze, collant, pigiama, vestaglie, asciugamani, coperte, lenzuola, pantofole, ciabatte, stoviglie, teglie per i dolci, e chi più ne ha, più ne metta.

Avevo paura dei 'vucumbrà', perchè nelle bambine conficcavano afforza la paura degli uomini sconosciuti, figurarsi se diversi da noi, zingari, o musulmani, o addirittura di colore! (Non per niente, l'Uomo Nero, cioè la carnificazione del Male Assoluto, era, appunto, Nero).

Adoravo, quando ero già più grandicella, l'arte del Mercanteggiare delle nostre mamme:
lei 'giovane?' (modo x richiamare l'attenzione del venditore) - trad. 'scusi?'
lui 'dimmi signò' - trad. 'si, prego, mi dica signora'
lei 'questo a quanto lo dai?' - trad. 'quanto costa questo articolo?'
lui '10.000 signò: è un regalo!' - trad. ' il prezzo dice 10.000, signora, ed è molto conveniente.'
lei 'ciack?? a 5.000 u vue dè?' - trad. 'come? me lo vende per 5.000?'
lui 'ma ciak! a scherzare stai?' - trad. 'no signora, mi dispiace ma proprio non posso'
lei 'naun? allour m' n' uouc. cià, statt bunn.' - trad. 'no? d'accordo, me ne vado. buona giornata'

e lì lui che inizia ad accusarla di non volergli pagare neppure le spese, e lei che dice di avere molti figli, pochi soldi, e che se la tratta bene, ritornerà a fare scorta per tutti gli altri figli, e lui che le dice che si lavora poco, sempre per due soldi, ma che lei, la signora esagerava a chiedere il prezzo di 5.000, e lei che ribatteva, che se non avrebbe ottenuto quel prezzo, non avrebbe acquistato proprio niente, e lui che dài vabbene 6.000, e lei no, feroce e puntuale, 'me ne vado!' e.. dopo un teatro così genuino, che si ripeteva ad ogni acquisto, la signora se ne va contenta di aver speso solo 5.000 (che magari è ciò che effettivamente si poteva permettere).

Ora, io ho assistito, personalmente, a queste cose, non me le invento, era proprio così che si faceva, altrimenti i venditori non avrebbero venduto proprio niente, era come se le acquirenti si fossero unite, tutte, e avessero scelto la linea dura del mercanteggiare aggressivo, del menare al 50%, e non spendere un centesimo di più.

Ma il mercanteggiare è, senza esagerare, un'arte, vera e propria, cioè devi tenerlo nel sangue, e diciamo che con la nostra generazione, il sangue dev'essere cambiato, che se pure siamo figli dei nostri genitori, siamo anche figli dei nostri tempi, e al giorno d'oggi, nessuno sa mercanteggiare.
Infatti vai al mercato, e se ti azzardi a chiedere un prezzo più basso.. più onesto.. ti guardano male, ti trattano male, e quasi ti cacciano.
Per questo al mercato non riesco più ad andare, e se pure ci vado, ogni volta che acquisto qualcosa, mi sento presa in giro.. pensando che quello stesso articolo, qualcun altro più abile di me, lo riesce a comprare ad un prezzo inferiore.
Certo, è vero, se ti metti di impegno, magari riesci a trovare articoli di qualità, che comunque costano meno rispetto ai negozi.. ma è che il mercato lo devi conoscere!
Ad esempio: tutta la prima parte, la più facile da raggiungere, la più centrale, per cui costa anche di più l'affitto del posto per il venditore, i prezzi sono più alti.
Più vai giù, più i prezzi si abbassano, a parità di articoli.
In fondo in fondo poi, io non ci ho mai messo piede, ci sono le bancarelle dei 'piz amrchein', e in generale mi sono sempre stancata prima di arrivarci.
Oggi ciò che più mi colpisce, quando vado al mercato, quelle rarissime volte, è la multi-etnicità degli acquirenti, non più dei venditori.
Se ci cammini ad occhi chiusi, ti sembra di stare in un bazar.. senti gli albanesi, le arabe, le africane.. e quelle lingue hanno così tante similitudini col nostro dialetto!
Un segreto: se vai al mercato e vuoi mercanteggiare, devi vestirti male, in quanto il venditore, per accordarti o meno un prezzo più basso, verifica, in base alle apparenze, se puoi o meno permetterti quell'articolo a prezzo pieno, o no.

Quasi quasi domani vado al mercato! ;-P

Lavorare stanca


Un giorno, molto lontano, una ragazza appena diplomata, per fifa dell'università, e curiosità verso il mondo del lavoro che l'aveva sempre affascinata, si mise alla ricerca di un impiego, e lo trovò subito.. al primo incontro. E ne trovò uno speciale, che le stava addosso, proprio come un abito di alta sartoria, cucito su misura per lei.
Chissenefrega se per un pò, all'inizio, non era assunta.
Vuoi mettere: i contributi per la pensione (lontanissima), la maternità (che? ancora presto), le ferie (pagate lo stesso), la tredicesima (pagata lo stesso), i permessi (quando ce vò ce vò, te lo pigli, e buonanotte), la malattia (pagata lo stesso) e gli infortuni (speriamo di no!!), sullo stesso piano del piacere di aver trovato ciò che fa per te?

Il lavoro le piaceva, era una continua sorpresa, e quando iniziò a ricevere le prime gratificazioni, non necessariamente di natura economica (ognuno ha le proprie priorità), era fatta, fritta, fregata: sarebbe rimasta fedele a quel lavoro, finchè esso fosse stato in grado di soddisfare il suo bisogno di sentirsi brava.
E quando il lavoro (volendolo schematizzare) non era altro che aiutare altri esseri umani, risolvendo i loro problemi, anticipandoli, capendoli prima degli altri, indovinandone le cause e aggiustandole con logica e passione, dovendo continuamente aggiornarsi, imparare nuove cose, nuove realtà, e azzeccandoci sempre.. o quasi.. ecco che si intuisce che quel lavoro, dal punto di vista della gratificazione personale, fosse per lei come un pozzo senza fondo.

E se 'il mondo è bello perchè è vario', non mi stupisco del fatto che per qualcuno sia più importante la gratificazione personale, e per qualcun altro la soddisfazione economica, o quantomeno, l'essere assunto secondo i minimi di legge.

Personalmente mi rifugio in una piuttosto che nell'altra, a seconda del periodo che vivo: se mi sento povera.. dico vabbè, il lavoro mi gratifica, dal punto di vista umano e personale; se invece mi sento insoddisfatta e depressa.. mi dico, bè, dài, lo stipendio è almeno decente, 'da queste parti'.

Dico 'da queste parti', perchè un discorso di questo tipo, non può non tener conto del MONDO del lavoro intorno a noi. E questo non per ambire a stare peggio di come si sta, guardando a chi, appunto, sta peggio di noi, ma solo per prendere atto che il mondo qui va così, e non solo per noi dipendenti, ma anche per i liberi professionisti.
Siamo tutti sulla stessa barca, e quindi.. perfavore, remiamo tutti verso un unico obiettivo: la terra ferma, chè io non so nuotare.

giovedì 7 febbraio 2008

La ragazzina in giallo


Tra i miei difetti, c'è quello che adoro vedere filmetti gialli.
Adoro: Colombo.. La signora in Giallo.. Poirot.. Miss Marple.. e da piccola il lunedì sera era dedicato a Derrik, mentre da poco tempo ho conosciuto Montalbano.
Non a caso ho scelto il termine 'adoro': sono capace di vedere e rivedere la stessa solfa anche dieci volte (non dico di seguito, eh!): ogni volta è come la prima.
E' che proprio la mia mente investigativa si sente a casa in quelle circostanze..

Un esempio, per descrivere quanto la mia mente sia tendenzialmente quella di una detective (da quattro soldi, ok): avrò avuto circa 8 anni: un pomeriggio, sto rientrando a casa, e dopo aver citofonato, mi volto a guardare nella macchina accanto al portone, e dentro ci vedo un uomo, con la barba, che mi sta facendo una foto (in realtà può anche essere che stesse semplicemente guardando nell'obiettivo della macchina fotografica, non è che io abbia visto il flash o abbia sentito il click della foto), e al mio voltarmi, sposta la macchina fotografica, e mi fa un sorriso (cui io ho risposto, nonostante la sorpresa di vedermi fotografata). Preciso che faceva freddo, e indossavo un cappello di lana, ma me l'ero messo a mò di basco francese, scosceso, di fianco (non so perchè.. mi piaceva così). Ovviamente ho immaginato che gli piacesse il modo in cui indossavo il cappello. :P

Una volta arrivata sopra a casa, sono uscita dal balcone, senza farmi vedere, e ho preso nota della targa. Ho poi scritto un biglietto misterioso che recitava 'se mi dovesse succedere qualcosa, controllare la macchina targata ........ firmato: Pina.' e l'ho nascosto sotto il centrino del comò della camera da letto. Ecco fatto, mi sentivo al sicuro ormai.

Allora? Non ero già adorabilmente complicata, da piccola? :D

mercoledì 6 febbraio 2008

Un elenco di.. bugie


Da piccola ero rimpinzata di credenze spaventose.. eccone un estratto.. vediamo se qualcuno ne conosce un pò:
- U' monacidd' = Il monacello = infinte notti di puro terrore
- Non deformare la faccia, se passa l'angelo e dice amen, resti così x sempre
- Non spazzare il pavimento di sera, potresti cacciare l'angelo che protegge la casa
- Non stare straiata con le mani incrociate dietro la testa (e perchè? bòh)
- Se hai il ciclo, non puoi fare la salsa (peccato solo x la briosc con lo zucchero di metà mattinata, e per le braccia infilate fino al gomito, in vasche piene di acqua fresca e pomodori rossi, sodi e profumati), altrimenti durante la bollitura delle bottiglie, queste ultime si rompono.
- Il diavolo è nello specchio.. forse per questo quando moriva qualcuno, gli specchi si coprivano con pesanti panni scuri.. o forse, più semplicmente, non ci si voleva vedere nudi e vulnerabili, come si è in quelle occasioni.

Ecco, ora me ne ricordo solo queste..
Se, come dice la Allende, non c'è niente di meglio di una infanzia piena di paura, per sviluppare una mente fervida di fantasie, materia di base per un buon scrittore, oggi dovrei aver già pubblicato decine di romanzi.. :P

lunedì 4 febbraio 2008

Non più favole


Era una donna fragile e problematica.
Aveva una bimba, che non viveva più con sè.
Aveva cercato di rifarsi una vita. Aveva cambiato città. Aveva cambiato partner.
Ed era di nuovo incinta.
Non sapeva come muoversi, nella vita.
Era capace di generare vita, ma non la sapeva affrontare, la vita stessa.
Ha fatto crescere dentro di sè, e ha dato alla luce un bimbetto.
Ma non l'ha voluto guardare.
Non l'ha voluto conoscere.
Non l'ha voluto toccare.
Non l'ha voluto crescere.

Ha rifiutato l'amore infinito.

E oggi? Che fa, oggi? Come vive, oggi?
E il cucciolo?

Ma come si fa?

Ironie della vita.
Chi un bimbo lo vuole, lo cerca, e non riesce, cade, si rialza, e speriamo tutti che ci riesca..
e chi invece..

Da donna a donna


C'era una volta
una giovane principessa innamorata del suo principe.
La felicità aumentò, nel momento in cui, lei e il suo principe, aspettavano un pargoletto.
C'era, c'era, una volta, il bimbo nel suo ventre.. ma da oggi, non c'è più.

Un abbraccio, virtuale, alla giovane principessa, e al suo amore mancato.
So che è poca roba, una lacrima, un abbraccio.. ma c'è tanta speranza, in quella lacrima, in quell'abbraccio.
Azi, c'è una certezza: che presto una nuova vita nascerà e crescerà dentro di te, facendoti nuovamente sentire piena di vita.
So che è poca roba, adesso, anche le speranze, o le certezze degli altri.
Solo il tempo, ti guarirà.

domenica 3 febbraio 2008

Ecologista Comunista


Che per caso ho già accennato al fatto che abbiamo acquistato casa? Che tra un pò ci trasferiremo? sì?? ah bene..
A questo proposito, volevo riportare cosa accade quando vai ad abitare in una nuova casa, anzi, in un nuovo appartamento:
- Non puoi stendere la roba lavata, al di fuori dei balconi (dice che c'è sempre stata una legge in proposito)
- Diventi un 'Condomino', cioè parte di un Condominio, cioè devi partecipare alle riunioni condominiali.

A parte che non sapevo che ogni volta che ho steso la roba al di fuori del balcone di casa, ho infranto una legge, vorrei che qualcuno mi aiutasse a capire il motivo di questo divieto.
Siamo in un paese del sud Italia, Altamura, il che dovrebbe dire che il sole non ci manca, e infatti, gira e volta, siamo una terra assolata per la maggior parte dell'anno. Altamura è situata su una collina, quindi è abbastanza ventosa.
Sole e vento sono il mix ideale e perfetto perchè la roba asciughi SENZA INQUINARE, ma utilizzando il 100% di energia pulita, libera, a disposizione di tutti, che basta allungare la mano ed è lì, quasi la tocchi, quell'energia.

Ma, in effetti, non ti dicono mica che NON devi stendere la roba all'aria, no! Ti impediscono di stenderla AL DI FUORI del tuo balcone, o della veranda. Ma all'INTERNO del suddetto balcone o veranda che sia, puoi, puoi stendere ciò che vuoi, ciò che credi, nessuno può dirti nulla.
Solo che.. capirai, quanto sole, quanto vento arriva in una veranda, che magari è coperta e pure chiusa ai lati..
Dice mbè che significa? Significa, razza di ignorante, che la roba anzichè asciugare in poche ore, necessita di pochi GIORNI. E oggi non è che ci si cambi una volta al mese o una volta a settimana, nonnò! Oggi ci si cambia tutti i giorni (scusate, precisazioni necessarie), e questo significa MINIMO fare una lavatrice al giorno per un normale nucleo familiare (anche con 2 bimbi dài)!
Dice mbè che significa? Significa, razza di imbecille, che io devo vivere perennemente con la roba stesa DENTRO la mia veranda, da cui si presume io debba ricevere luce e aria.
Dice, ma nooooo! Esiste l'asciugatrice! E' un marchingegno che risolve proprio questo problema! Sai come funziona? La compri (circa 500 euro), l'attacchi all'impianto elettrico (non ne esistono di classe A, il massimo del risparmio è B) (dimenticavo: è grande quanto o di più di una lavatrice, quindi devi anche avere SPAZIO, do you know what is SPAZIO??), e quando hai una lavatrice da asciugare, prendi la roba, bagnata, la trasferisci in questo elettrodomestico appositamente inventato, lo accendi, e dopo una o due ore di lavoro ed elettricità consumata, la tiri fuori, e... (in napoletano) O' MIRAAAAACOLO! E' asciutta! Non mettiamo la mano sul fuoco che tutta la roba sia ancora integra e utilizzabile,(ti devi guardare tutte le etichette di tutta la roba, x verificare quelle sicure. Poi ho anche scoperto che sul 90% della roba sta scritto di non asciugarla in quel modo, ma poi non accade nulla.. forse lo fanno x salvarsi le ch... nel caso in cui si rovinino durante l'asciugatura, non so..) però è asciutta al 100% (tranne le lenzuola troppo grandi.. eh no.. quelle le tiri fuori sempre un pò umidicce, poi le tieni un pò all'aperto e solo allora sono ok).


Ora, a parte che mi sembra una fregatura, io credo che quell'elettrodomestico sia stato inventato per i paesi meno assolati della nostra Italia, dove magari l'aria è umida, fa freddo per la maggior parte dell'anno, e insomma, la roba necessita di un 'trattamento' per essere privata dell'acqua.

Alla prima ed unica riunione condominiale cui ho partecipato, a questo proposito, ho buttato là una proposta, bocciata, manco a dirlo, che era l'acquisto di una ASCIUGATRICE CONDOMINIALE. Non so se ne esistano, a gettoni, quanto costino, cioè ci saremmo informati, al massimo, nel caso interessasse sul serio, ma il fatto è che questa proposta di risparmio collettivo, ha suscitato l'ilarità, specie del non-gentil-sesso, che evidentemente non capisce le necessità economico-domestiche del gentil-sesso, il quale cmq è rimasto un pò interdetto.

Ho solo avuto i complimenti di un geometra, che mi ha testualmente detto 'non sapevo che eri comunista! brava!'

Ode a Norah Jones


Stamane, per purificare le nostre orecchie, abbiamo usufruito della fantastica musica di Norah Jones, coi fantastici album Feels like home, e Not too late.

Le orecchie ringraziano.

E anche Ivan, che si è addormentato su quelle dolci melodie. :)

Buongiorno notte


Che il poetico titolo non tragga in inganno: non sarà un post poetico.

Il fatto è che ieri sera siamo stati a una festa di diciott'anni, cui accennavo in un altro post, e il fatto è che mi sono accorta che, con il mio cucciolo, io non sono più animale da festa..
Il locale era una pizzeria-balera di Gravina, e il dj desidera ardentemente di essere ucciso, non c'è altra spiegazione..
A parte le battute pietose che faceva.. non faceva che urlare, nel microfono. Allora ho dedotto che non gli è noto il concetto che quando parli al microfono, non c'è bisogno di urlare, chè la gente ti sente proprio perchè usi quell'aggeggio per parlare: se devi urlare, spegni il microfono!

E poi il volume della musica.. chela sua voce cmq superava..
E poi musica non-stop.. anche mentre si mangiava.. e infatti da quando hanno attaccato con quei rumori, e la gente è arrivata a centro pista (il nostro tavolone era un grande ferro di cavallo, il cui centro era la pista), io non ci ho capito + niente, e non riuscivo neppure a parlare, dovevo urlare praticamente, e infatti stamattina ho mal di gola.
Il mio Ivan aveva le guance rossissime, stava morendo di sonno, ma era attratto dalla musica, cioè dal volume di quella enorme unica cassa che stava di fronte a noi.
Poi decido di cambiargli il pannolino: vado in bagno, munito di fasciatoio, ma lo sbalzo termico era di circa 20 gradi, cioè se in sala c'erano 30 gradi, per via dei danzatori del centro, in bagno ce n'erano max 10.
Scappo in sala e glielo cambio sul suo passeggino (e lui è visibilmente contento di spogliarsi, ha caldo). Beve un sacco d'acqua, ed è attratto dagli applausi dei danzatori della notte.
Eravamo due straccetti, io e Ivan, ma almeno non eravamo soli (mal comune, mezzo gaudio), c'erano mia sorella Dony e il suo Jacopo, della stessa età di Ivan, e odiavano il dj come e quanto noi.
A un certo punto, verso mezzanotte (io pensavo fossero le 2 di mattina...), ci siamo spostate in un'altra saletta che si era liberata dagli avventori del sabato-pizza, e dove quantomeno resisteva qualche molecola di ossigeno nell'aria, e la temperatura era un pò + bassa dei 30 gradi della sala da ballo, ma il dj arrivava uguale, e pure la sua musica.
I bambini si sono addormentati, e dopo una mezz'ora spesa ancora ad ascoltare quel dj di cacca, chè eravamo sempre nella saletta appartata, e non potevamo neppure vedere le mirabolanti acrobazie dei danzatori gravinesi contro i danzatori altamurani, siamo scappate via, prima lei, e dopo pochissimo io, (ho aspettato che mia sorella la padrona della festa sistemasse le due persone che erano venute nella nostra macchina, in un'altra autovettura x il ritorno).
In macchina: Ivan dorme, io mi addormento.
A casa: sonno. Dormo. Le orecchie sono piene di ovatta.

sabato 2 febbraio 2008

Ascensore o non ascensore.. questo è il problema

Mi trovo davanti a questo dubbio amletico, ogni volta che arrivo nel palazzo del mio ufficio, che è ubicato al terzo piano, e butto un'occhiata al numerino che indica il piano cui si trova l'ascensore in quel momento (non lo trovo mai a zero..)

Io ho risolto: SCALE.
Scale per allenamento
Scale per vedere il panorama fuori
Scale per vedermi riflessa e minuscola nei pomelli d'ottone delle blindate che incontro
Scale per aumentare la mia resistenza: da quando ho preso questa decisione, il mio fiato, non è più fiatone all'arrivo in ufficio :)
Scale anche per evitare di pormi 'sto dubbio amletico ogni volta che arrivo in un palazzo dotato di ascensore.

Per ora abito al terzo piano, in un palazzo privo di quel marchingegno elettrico, che ti ascende dove devi andare.
Ma tra qualche mese (ohmygod!) cambieremo casa.. e allora il dubbio mi attanaglierà ancora di più di quanto mi accade oggi, visto che nel nuovo palazzo che ospita il nostro appartamento, l'ascensore ci sta!
Di buono ci sarà che quando torno a casa, con Ivan e la spesa non avrò dubbi amletici da risolvere: ASCENSORE a tutto gas! Anche se non va a gas, ma a corrente. :P