Un tempo, leggevo tanti libri.
Poi è nato I., e di libri ne
ho letti sempre meno, ma resistevano, tenaci, momenti di poetico incanto tra pagine stampate, scritte per essere lette (proprio da me, e questa è
la parte più scioccante: la sensazione che quelle parole siano state
scritte per me, da persone totalmente sconosciute, ma che riescano a parlare proprio a me, e come fanno? magia della parola scritta).
Poi
è arrivato M., e i libri sono diventati un piacere proibito,
qualcosa da ritagliarsi nei momenti ritagliati da altri momenti. Un
extra lusso. Avevo in mente un dopoparto sprint, e l'ho avuto, in
effetti, facendo docce e shampoo a gogo, truccandomi e
prendendomi il mio tempo per vestirmi decentemente, e queste sono tutte
piccole cose che hanno fatto la differenza. Ma il risultato è stato che non ho
più coltivato la mia lettura che, come una pianta senz'acqua, si è seccata, rimpicciolita; le foglie si sono abbassate, contrite, e han pure
cambiato colore. Ma io lo sapevo che non era da buttare via e che
dentro, in fondo in fondo, la linfa vitale di quella piantina aspettava
solo di essere sfiorata dalla punta delle mie dita che sfogliavano
pagine di parole.
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lunedì 6 gennaio 2014
domenica 2 ottobre 2011
Sorprese da lontano
Succede che stamattina la mia blogsister mi telefoni e mi dica di vedere il suo blog, che c'era 'una sorpresa'.
Ora, come forse accade a tutte le donne del mondo, quando parlano con altre donne, magari sorelle, magari con figli a carico e ancora in età fertile, la mia prima domanda è. Quella. Se è incinta.
Barbasister un pò ridente isterico andante, ha decisamente detto di NO.
Rientrata a casa dalla soleggiata passeggiata londinese, e dopo il dovuto pranzo, causa rimpinzamento prole, ecco che accendo internet, e trovo questa bellissima sorpresa!!
Fantastico. Mi sarebbe tanto piaciuto essere lì.
Non sapevo dicessero fosse antipatica - io lessi un'intervista in cui si leggeva una donna forte, intelligente e ironica. In pratica come i suoi libri.
Che dire - grazie grazie grazie sorella.
E beata te che hai passato una (meritata) serata in singletudine.... ;-)
Ora, come forse accade a tutte le donne del mondo, quando parlano con altre donne, magari sorelle, magari con figli a carico e ancora in età fertile, la mia prima domanda è. Quella. Se è incinta.
Barbasister un pò ridente isterico andante, ha decisamente detto di NO.
Rientrata a casa dalla soleggiata passeggiata londinese, e dopo il dovuto pranzo, causa rimpinzamento prole, ecco che accendo internet, e trovo questa bellissima sorpresa!!
Fantastico. Mi sarebbe tanto piaciuto essere lì.
Non sapevo dicessero fosse antipatica - io lessi un'intervista in cui si leggeva una donna forte, intelligente e ironica. In pratica come i suoi libri.
Che dire - grazie grazie grazie sorella.
E beata te che hai passato una (meritata) serata in singletudine.... ;-)
venerdì 17 giugno 2011
In lettura: IL CORPO DELLE DONNE
Sto leggendo il libro 'Il corpo delle donne' di Lorella Zanardo, aggiunta di recente al mio blog-roll.
Questo libro, ma lo avevo già preventivato, mi sta fagocitando l'interesse in maniera esagerata.
Sarà che tratta un tema che mi sta molto a cuore (e forse cardine del fatto che io non guardo più la tv).
Sarà che è scritto da una donna brillante, che mi figuro come la moderna Simone DeBeauvoir.
Sarà che negli ultimi mesi un'immagine pubblicitaria su un cartellone posto a bordo della ex statale che percorro ogni giorno, mi perseguitava con tutta la sua volgarità (è stato cambiato da un paio di giorni, ed io ho tirato un sospiro di sollievo*).
Sarà quel che sarà, quando un libro riesce a farti comprendere cose di te stessa, allora è un grande libro.
Non avevo mai capito, prima della lettura del libro, perchè io avessi tanti dubbi riguardanti la mia femminilità. Soprattutto prima, quando ero più piccola.
Mi vedevo sempre diversa dalle altre, meno curata, non mi sono mai truccata (l'aver iniziato dopo i trenta, mi dà l'illusione che sia una scelta più consapevole e meno scimmiottata. o no?), e non ho mai amato molto mostrare le mie gambe con gonne più o meno corte (oggi ne indosso di più, ad esempio).
Quindi sempre in pantaloni.
Così pratici, mi facevano sentire così libera, anche se un pò 'mascolina'.
Con somma gioia ho poi scoperto di piacere, anche fisicamente, quantomeno ai ragazzi scelti dal mio cuore. E questo quindi, nonostante i pantaloni, e nonostante (o forse proprio per quello?) la mia faccia acqua e sapone (cioè latte detergente).
Nella lettura del libro c'è un concetto che mi ha colpito molto ed ha continuato a sussurrarsi al mio orecchio: che noi donne siamo le prime a prendere in prestito il punto di vista maschile, che riguarda noi, ovvero come ci guardano, come ci vogliono.
Punto di vista preso dalla tv. Quindi non assoluto, eppure, così potente.
E questo, gratuitamente.
Senza pensare alle vere noi, sia singolarmente che pluralmente.
E' proprio grazie alla visione di programmi adolescenziali come 'non è la rai' che io mi sono sempre sentita un pò fuori dall'universo prettamente femminile, così frou frou, leggero, atletico, danzante e sorridente. Così come esposto in tv.
Io non sono cambiata, almeno non credo, penso di aver sempre tenuto fede alla mia indole più intima, non senza però provare un leggero disagio verso le ragazze frou frou, belle e sempre a posto (e che magari a dodici anni si preoccupavano delle rughe intorno agli occhi e portavano sempre gli occhiali da sole, mentre io pensavo ancora a farmi le trecce...).
Un'altra cosa cui mi ha fatto pensare il libro, è il fatto che io trovo accettabile una donna (in tv) rifatta, mentre trovo rivoltante un uomo colla faccia tutta tirata, addirittura mi pare femminile.
La donna tirata, mi sembra addirittura doverosa in tv, tanto che non riesco a guardare più, serenamente, un viso di donna tutto rugoso (in tv).
Mi domando: e se ammettessero alla tv solo volti di donne vere, con rughe e imperfezioni ben in vista, come accade per gli uomini, il mio punto di vista cambierebbe?
Sarebbe più umano?
Sarebbe meno maschile?
Sarebbe più logico?
Senza arrivare alla chirurgia estetica, (nella vita vera non conosco neppure una donna rifatta) quel che mi accade nel quotidiano è di trovare antipatico un uomo troppo curato, con le sopracciglia sfoltite, o i pettorali innaturalmente glabri, mentre mi sento sempre un pò in difetto nei confronti delle donne super curate, coi capelli sempre in ordine, le sopracciglia perfette, e mani-pedi-cure ogni settimana (magari anche snelle e ben vestite... tsè).
La lettura continua..........
*trattasi della pubblicità di un negozio di scarpe di un paese vicino, in cui si mostrava il profilo di un pezzo del corpo di una ragazza distesa supina, dalla vita in giù, con indosso una specie di tanga, sollevato però dal lungo tacco a spillo di una delle scarpe indossate (la cui gamba era flessa all'indietro).
slogan: 'nome negozio - sappiamo come viziarti'.
colore predominante: rosso (tanto che pensavo fosse la pubblicità di un vino rosso).
Da un paio di giorni, si vedono solo le gambe, sempre nude, ma fino a mezza coscia, sempre scarpe alte, e accanto, altre scarpe. si capisce che è un negozio di scarpe, quantomeno. sull'uso della gamba nuda, che dire.. mi pare che il mondo della pubblicità abbia risolto tutti i suoi problemi, con pezzi di corpo femminile. non ha bisogno di inventarsi altro, insomma.
Questo libro, ma lo avevo già preventivato, mi sta fagocitando l'interesse in maniera esagerata.
Sarà che tratta un tema che mi sta molto a cuore (e forse cardine del fatto che io non guardo più la tv).
Sarà che è scritto da una donna brillante, che mi figuro come la moderna Simone DeBeauvoir.
Sarà che negli ultimi mesi un'immagine pubblicitaria su un cartellone posto a bordo della ex statale che percorro ogni giorno, mi perseguitava con tutta la sua volgarità (è stato cambiato da un paio di giorni, ed io ho tirato un sospiro di sollievo*).
Sarà quel che sarà, quando un libro riesce a farti comprendere cose di te stessa, allora è un grande libro.
Non avevo mai capito, prima della lettura del libro, perchè io avessi tanti dubbi riguardanti la mia femminilità. Soprattutto prima, quando ero più piccola.
Mi vedevo sempre diversa dalle altre, meno curata, non mi sono mai truccata (l'aver iniziato dopo i trenta, mi dà l'illusione che sia una scelta più consapevole e meno scimmiottata. o no?), e non ho mai amato molto mostrare le mie gambe con gonne più o meno corte (oggi ne indosso di più, ad esempio).
Quindi sempre in pantaloni.
Così pratici, mi facevano sentire così libera, anche se un pò 'mascolina'.
Con somma gioia ho poi scoperto di piacere, anche fisicamente, quantomeno ai ragazzi scelti dal mio cuore. E questo quindi, nonostante i pantaloni, e nonostante (o forse proprio per quello?) la mia faccia acqua e sapone (cioè latte detergente).
Nella lettura del libro c'è un concetto che mi ha colpito molto ed ha continuato a sussurrarsi al mio orecchio: che noi donne siamo le prime a prendere in prestito il punto di vista maschile, che riguarda noi, ovvero come ci guardano, come ci vogliono.
Punto di vista preso dalla tv. Quindi non assoluto, eppure, così potente.
E questo, gratuitamente.
Senza pensare alle vere noi, sia singolarmente che pluralmente.
E' proprio grazie alla visione di programmi adolescenziali come 'non è la rai' che io mi sono sempre sentita un pò fuori dall'universo prettamente femminile, così frou frou, leggero, atletico, danzante e sorridente. Così come esposto in tv.
Io non sono cambiata, almeno non credo, penso di aver sempre tenuto fede alla mia indole più intima, non senza però provare un leggero disagio verso le ragazze frou frou, belle e sempre a posto (e che magari a dodici anni si preoccupavano delle rughe intorno agli occhi e portavano sempre gli occhiali da sole, mentre io pensavo ancora a farmi le trecce...).
Un'altra cosa cui mi ha fatto pensare il libro, è il fatto che io trovo accettabile una donna (in tv) rifatta, mentre trovo rivoltante un uomo colla faccia tutta tirata, addirittura mi pare femminile.
La donna tirata, mi sembra addirittura doverosa in tv, tanto che non riesco a guardare più, serenamente, un viso di donna tutto rugoso (in tv).
Mi domando: e se ammettessero alla tv solo volti di donne vere, con rughe e imperfezioni ben in vista, come accade per gli uomini, il mio punto di vista cambierebbe?
Sarebbe più umano?
Sarebbe meno maschile?
Sarebbe più logico?
Senza arrivare alla chirurgia estetica, (nella vita vera non conosco neppure una donna rifatta) quel che mi accade nel quotidiano è di trovare antipatico un uomo troppo curato, con le sopracciglia sfoltite, o i pettorali innaturalmente glabri, mentre mi sento sempre un pò in difetto nei confronti delle donne super curate, coi capelli sempre in ordine, le sopracciglia perfette, e mani-pedi-cure ogni settimana (magari anche snelle e ben vestite... tsè).
La lettura continua..........
*trattasi della pubblicità di un negozio di scarpe di un paese vicino, in cui si mostrava il profilo di un pezzo del corpo di una ragazza distesa supina, dalla vita in giù, con indosso una specie di tanga, sollevato però dal lungo tacco a spillo di una delle scarpe indossate (la cui gamba era flessa all'indietro).
slogan: 'nome negozio - sappiamo come viziarti'.
colore predominante: rosso (tanto che pensavo fosse la pubblicità di un vino rosso).
Da un paio di giorni, si vedono solo le gambe, sempre nude, ma fino a mezza coscia, sempre scarpe alte, e accanto, altre scarpe. si capisce che è un negozio di scarpe, quantomeno. sull'uso della gamba nuda, che dire.. mi pare che il mondo della pubblicità abbia risolto tutti i suoi problemi, con pezzi di corpo femminile. non ha bisogno di inventarsi altro, insomma.
giovedì 9 settembre 2010
Titolo, Titolo, Titolo.. Bò
Ehi, sono qui, sono sempre stata qui, solo che magari sono 'nascosta'.
Mi nascondo dietro i libri, le cose da fare, le scuse dei bimbi, ma la verità è che non sapevo cosa scrivere. Non che ora lo sappia, a dirla tutta.
Solo che mi sono stancata di entrare nel mio blog (che ho come web page di apertura) e trovarci 'Il tempo scorre. All'indietro' - a furia di leggerlo quel titolo, una si impressiona, anche.
Suvvia, aggiorniamoci un pò :)
Mattìa (faccetta soffice, causa paradisiaca consistenza della sua ciccettina) è nel pieno del divezzamento, siamo ormai alla fase del 'mangio tutta la pappa che mi prepari', da una decina di giorni, e speriamo continui così.
Dal punto di vista motorio, si mette a quattro zampe e si dondola avanti e indietro, senza muoversi da dove si trova, poi si spatascia per terra stile 'tartaruga' e striscia e si rotola fin dove vuole.
Ivan, era uguale.
Ecco, i confronti, parliamone: sono sani? normali? doverosi? assolutamente sconvenienti?
Io non avevo questo tipo di esperienza, essendo da poco diventata mamma di due bimbi - prima, insomma, non avevo materiale con cui fare i confronti, e quelli fatti dagli altri non mi toccavano il cuore, e anzi mi facevano solo innervosire.
Ma ora - oggi - qualsiasi cosa faccia Mattìa, la mia mente va a Ivan (faceva anche lui così?), quasi a indagare che le cose vanno come devono andare, se e solo se, sono già successe con Ivan.
Qualcuno mi fa notare qualcosa di Mattìa (è magrolino - è vispo - è serio - è sorrisone - è solleticoso), e io subito, quasi a giustificare Mattìa, dico 'sììì, anche Ivan era/faceva così'.
Non che me lo inventi, il fatto è che si somigliano tanto tanto, e non solo fisicamente, ma anche dal punto di vista del caratterino niente male.. ma mi detesto quando mi parlano di Mattìa e io ci metto Ivan in mezzo. E non Ivan di oggi, no, Ivan di tre anni fa!
Bò, passerà.. spero.
Ivan - dopo aver pericolosamente vissuto due mesi interi, ventiquattro ore al giorno con mamma e fratellino (il papà ha lavorato eccezion fatta per la prima settimana di luglio e la prima di agosto), dal primo settembre, Ivan ha ripreso l'asilo. O l'asilo ha ripreso Ivan.
Ora non smette un attimo di parlare e se tu, mentre lui chicchiera, gli chiedi di aspettare un attimo, di tacere un attimo, lui calmo calmo ti dice 'mamma, ti dico una cosa..' e continua, imperterrito, a blaterare sullo Spazio (mamma, la sera c'è lo Spacio nè Cielo, lo sai??), sulle chitarre elettriche (di Jimmi enrix magari), sulle bbatterie, sui cattoni, eccetera. Ormai si sveste e riveste orgogliosamente da solo.
Stamattina ha visto le prime foglie sull'erba di una aiuola, e mi ha detto 'mamma, ci sono le foglie pè terra, tra poco è Autunno' - e il mio cuore esultava, insieme al suo tono entusiasta.
Carpina - dopo aver pericolosamente vissuto due mesi interi, ventiquattro ore al giorno con i due pargoli dei figli, finalmente dal primo settembre ha qualche ora d'aria al mattino, e durante il riposino di Mattia, sente il silenzio invadere lo spazio tempo intorno a sè, ed è grata di un tal lusso.
Ciononostante a guardarla sembra un pò una pezza.
Il fatto è che non è dimagrita, e non si vuole pesare, perchè non vuole scoprire che magari è pure ingrassata.
Ora, sì, lo sa, ha molti chili in più, per la nobilissima causa della maternità, e allattamento.
Ma, sono solo scuse. Nobili, ma sempre scuse.
Il risultato non cambia.
I chili sono uguali.
E anche la deprescion. Simpaticamente deprescion.
However, stasera una parrucchiera verrà a casa sua a tingerle i capelli, per farle provare l'ebrezza di spendere meno della metà di quanto si spende andando al salone, nonchè meno della metà del tempo.
E speriamo (forza, tutti insieme, sperate anche voi!) che già da stasera, dopo il colore, ella si senta un'altra carpina, chè, così come sta in questi giorni, non si piace proprio.
Libri
Ho ri-letto la Allende. Paula. La casa degli spiriti. D'Amore e Ombra. Eva Luna.
Maritosgainz guardava e soffriva, e io non capivo perchè. Poi, mi ha svelato l'arcano.
(Respira. Inspira. Espira. Inspira. Espira. Piano. Piano.)
Maritosgainz. Ritiene. I libri. Della. Allende.
......................LETTERATURA DI SERIE B.
------- (inorridiamo tutti insieme a questa definizione, please)
Abbiamo sfiorato la catastrofe.
Ora, io posso capire, la differenza di gusti letterari, dato che maritosgainz ama la letteratura americana, (Frasi brevi. Concetti profondi, ma striminziti. Descrizioni monche.) che è proprio l'opposto della copiosità di parole, aggettivi, e complementi della Allende: ma da qui a chiamarla (sorridendo) 'letteratura di serie B' ce ne passa!!!
E così ha pensato di rifocillare la nostra libreria con un libro pulp (non avevo mai letto pulp) e si è presentato con Ammaniti, e un bellissimo COME DIO COMANDA.
Bè, non è proprio il mio genere, ma a maggior ragione, se è piaciuto a me che non amo questo genere di storie così forti, vuol dire che è proprio ben scritto!
Al contrario di LE COSE FONDAMENTALI di Tiziano Scarpa. Una lungaggine di cui mi è piaciuta solo la fine, anche perchè ERA la fine.
Cosa hanno in comune questi due libri, oltre al fatto che me li ha regalati Maritosgainz e io li ho letti in Agosto duemiladieci?
In entrambi c'è l'immagine del pollo nel cellophane, come comparatore di due cose diverse.
Strano,no??
Scappo - Mattìa si è destato.
A presto!!
mercoledì 5 maggio 2010
Ma che davvero blog candy!!
lunedì 15 febbraio 2010
La bambina che non esisteva
[Stralci bellissimi]
-----------
..Madre, viviamo in un Paese dove neppure gli uomini sono liberi. Se lo fossero davvero, non avrebbero bisogno di prendersi la libertà delle donne. Chi è libero, non ha bisogno di negare la libertà ad altri.
-----------
Il cuore si tramuta in carta e si strappa.
-----------
I giorni divengono uccelli, formano uno stormo, si librano in aria, e volano via.
mercoledì 11 marzo 2009
Fisicità
Sto leggendo VENUTO AL MONDO - di Margaret Mazzantini.
E' un libro pazzesco, l'autrice non la conoscevo, se non indirettamente, tramite il film NON TI MUOVERE, basato su un suo romanzo, grazie al quale avevo già intravisto il sentimento vero di cui è permeata la sua scrittura.
Ma la trasposizione da parola a film, si sa, non sempre è fedele e quindi non sai mai se toglie o se aggiunge qualcosa, finchè non leggi il libro e fai un raffronto.
Mi ero ripromessa di leggerlo, e appena le finanze permetteranno, lo farò.
Intanto mi hanno prestato, appunto, VENUTO AL MONDO.
E' un libro che ti entra dentro - mi entra dentro.
Da cosa capisco se un libro mi coinvolge e fino a che punto?
Dal mio corpo. Dagli odori.
Se, mentre leggo, soffro insieme alla voce narrante, o mi si inumidiscono gli occhi alla descrizione di una scena, o distinguo gli odori degli ambienti descritti, bè allora il libro mi è entrato dentro - e questo è uno di quei casi.
Adesso conosco l'odore della guerra.
Non l'ho ancora finito, mi manca poco.. ma quasi non vorrei finirlo. Quasi non vorrei smettere di udire la sua voce che legge, descrive, ricorda.
Ultimamente sono una lettrice fortunata.
Mi è stato regalato dal maritosgainz IL GIORNO PRIMA DELLA FELICITA' di Erri DeLuca (uno con un nome così, 'Erri' al posto di 'Harry', se non lo scrittore cosa avrebbe potuto fare?) e devo dire che anche lì, gli odori, gli spaccati di orizzonte, mi erano ormai familiari.
Anche lì, non avrei voluto finire di leggerlo, e insieme, correvo verso la fine, per sapere, per conoscere l'epilogo che, come in ogni buon libro, non è mai un vero epilogo, è come un TO BE CONTINUED.. lascia i puntini di sospensione.. le ultime parole le vedi scritte coll'inchiostro più tenue, e in realtà la fine te la scrivi tu in testa.
martedì 28 ottobre 2008
Il libro magico
Lèggere e rilèggere lo stesso libro, è un'esperienza strana.
Ogni volta leggi le medesime parole, ma puntualmente ci trovi scritte cose nuove.
Ascoltare la voce dello scrittore e sentire vibrare dentro sè quelle particolari corde che ti fanno essere vicina a una persona che non hai mai visto o conosciuto, e che però senti così intima, tanto da indurti a pensare che solo lei, quella persona che ha scritto quelle parole (e non altre) può conoscere quelle corde vibranti dentro di te, e che queste siano le sue medesime.
Sto leggendo nuovamente L'anno del pensiero magico di Joan Didion.
Questa donna, scrittrice, moglie, madre, intellettuale, giornalista, americana doc nata settantatre anni fa, cinque anni fa ha perso d'improvviso il marito (John Gregory Dunne, scrittore, giornalista, intellettuale pure lui) - ed ha scritto.. un libro d'amore.
Lo ha scritto per lui, e per la figlia Quintana, allora in ospedale (e che morirà dopo l'uscita del libro..).
Quello che Joan Didion non sapeva quando ha scritto questo libro, è che poi avrebbe raggiunto me, con la sua propria voce, con le sue parole, con i suoi ricordi, con i suoi ragionamenti logici ma irrazionali.
Me, proprio me, qui, dentro - e senza possibilità di appello.
Vorrei solo dirle Grazie.
mercoledì 16 luglio 2008
Gomorra
Sto leggendo il libro-denuncia di Roberto Saviano (Robbè), che tra parentesi ha la mia età, ma non l'immaginavo.
E' un libro di un certo peso - non nel senso che non si faccia lèggere, insomma non per come sia scritto, anzi, è molto ben scritto, scorre che è una meraviglia - solo che una, mentre lo legge, pensa.. più che altro spera.. che sia un libro di fantascienza.. o meglio di genere fantasy, tipo la saga del signore degli anelli, ecco, stessa location di fantasia - e invece no.
E' tutto duramente reale. Stracolmo di puntualissimi dettagli di vita ordinaria.
A pochi km da casa mia, ma praticamente fuori dalla mia finestra, pullula tutto un mondo di sotterranei all'aria aperta. Economici, criminali.
Una vita parallela alla vita della gente che può permettersi di non sapere, ma chissà ancora per quanto.
Senza parole.
mercoledì 7 maggio 2008
Stralci
(...) Non regnavo più sul mondo; le facciate delle case, gli sguardi indifferenti dei passanti mi esiliavano. Fu per questa ragione, che il mio amore per la campagna prese dei colori mistici. Arrivata a Meyrignac, i muri crollavano, l'orizzonte si allontanava. Mi perdevo nell'infinito pur restando me stessa. Sentivo sulle palpebre il calore del sole che brilla per tutti, ma che lì, in quell'istante, non accarezzava che me. Il vento volteggiava intorno ai pioppi: veniva da altri posti, da dovunque, scuoteva lo spazio, e io turbinavo immobile fino ai confini della terra. Quando nel cielo si levava la luna, io comunicavo con le lontane città, con i deserti, i mari, i villaggi che in quel momento si bagnavano nella sua luce. Non ero più una coscienza vacante, uno sguardo astratto, ma l'odore ondoso dei campi di grano, l'odore intimo delle brughiere, il calore spesso del mezzogiorno, o il fremito dei crepuscoli; avevo peso, e tuttavia evaporavo nell'azzurro, non avevo più confini. (...) Di nuovo mi sentivo unica e necessaria: era necessario il mio sguardo perchè il rosso del faggio contrastasse con l'azzurro del cielo e l'argento dei pioppi. Quando me ne andavo il paesaggio si disfaceva, non esisteva più per nessuno: non esisteva più affatto. (...)
mercoledì 9 aprile 2008
CaOs_CaLmO
Ho appena finito di leggere il libro di Sandro Veronesi, Caos Calmo, da cui è stato recentemente tratto un film (qui accanto, la locandina del film).
A proposito della difficoltà della scrittura: ci ha impiegato quattro anni e mezzo per scriverlo..
Io non ho assolutamente esperienza riguardo ai tempi della scrittura, quindi magari mi si potrebbe dire che sono tempi normali, normalissimi, magari anche brevi.
Ma l'impressione forte rimane.
Quattro anni e mezzo.. sono proprio un sacco di tempo.
La Allende ha scritto il suo primo libro, iniziandolo come una lunga lettera di commiato dal nonno morente, l'8 gennaio del 1982 (e da allora se deve iniziare un nuovo libro, lo inizia l'8 di gennaio, per scaramanzia, vista la fortuna in cui si è imbattuto il suo primo scritto) - mi riferisco a 'La casa degli spiriti' - ne è venuto fuori un tomo le cui pagine abbracciano cinquant'anni di storia - e ci ha impiegato un anno.
Ecco, un anno mi sembra un tempo più ragionevole, per un romanzo.
Ma quattro anni e mezzo..
Una lunga gestazione..
Il risultato di questa gestazione è comunque meritevole.
Bel libro - lo consiglio.
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