Un tempo, leggevo tanti libri.
Poi è nato I., e di libri ne
ho letti sempre meno, ma resistevano, tenaci, momenti di poetico incanto tra pagine stampate, scritte per essere lette (proprio da me, e questa è
la parte più scioccante: la sensazione che quelle parole siano state
scritte per me, da persone totalmente sconosciute, ma che riescano a parlare proprio a me, e come fanno? magia della parola scritta).
Poi
è arrivato M., e i libri sono diventati un piacere proibito,
qualcosa da ritagliarsi nei momenti ritagliati da altri momenti. Un
extra lusso. Avevo in mente un dopoparto sprint, e l'ho avuto, in
effetti, facendo docce e shampoo a gogo, truccandomi e
prendendomi il mio tempo per vestirmi decentemente, e queste sono tutte
piccole cose che hanno fatto la differenza. Ma il risultato è stato che non ho
più coltivato la mia lettura che, come una pianta senz'acqua, si è seccata, rimpicciolita; le foglie si sono abbassate, contrite, e han pure
cambiato colore. Ma io lo sapevo che non era da buttare via e che
dentro, in fondo in fondo, la linfa vitale di quella piantina aspettava
solo di essere sfiorata dalla punta delle mie dita che sfogliavano
pagine di parole.
Amo essere rapita e portata via da parole che
creano immagini, suscitano emozioni, smuovono il battito del mio cuore, facendomi volteggiare, incuriosire, domandare, riflettere, arrossire, imparare,
sorridere e commuovere.
Quando leggo un libro - se mi piace - sono
completamente assorbita dalla sua storia, i suoi personaggi, la sua
trama. Anche quando il libro viene posato e mi aspetta, occhieggiando sul mio
comodino, o sul ripiano della cucina, nella mia testa la sua trama
continua e, tra una lavatrice, una cena e una passata di aspirapolvere,
non faccio che pensare a quelle immagini, a quelle parole. Le parole.
L'amore per la lettura passa attraverso l'amore per le parole e la loro
musicalità.
Da quando sono a Londra, necessità
linguistiche mi hanno imposto di leggere libri in inglese. Giuro, ho
aperto il mio primo libro in inglese, come si potrebbe aprire
l'eserciziario di lingua straniera: per forza e per coscienza. Tutto
tranne che per esserne rapita, insomma. E invece, One Day, letto nel 2011, aveva risvegliato in me la voglia di leggere.
Nonostante non fosse proprio scorrevole e goduriosa la lettura (anche
perchè mi ero imposta di non leggere con il vocabolario accanto, volevo
piuttosto abbozzare in me una traduzione di cuore, non scientifico-linguistica), in bocca mi è rimasto il toccante retrogusto di quella storia in generale, e di quella donna - emma morley - in particolare.
Poi mi sono data a Sophie Kinsella (grazie ai carboot sale), e le letture si son fatte più semplici e scivolose - tanto che oggi quasi nulla di loro mi è rimasto sul cuore. Quando ho provato con la Millennium Trilogy, tre tomi in perfetto stato, comperati in un charity shop di quartiere, ho forse puntato troppo in alto. Quei libri li ho amati - divorati - in italiano, ma qui - ahimè - ho lasciato il primo a metà, ed ora i loro dorsi allineati sulla mensola mi fanno pensare che devo proprio riprovare a leggerli. E allora mi viene in mente che sia in effetti bello il tenersi qualcosa 'da fare poi' e in pratica non li riapro mai.
Never Let Me Go ha, invece, una storia diversa.
Qualche sera prima di Natale, durante uno zapping fortunato, siamo incappati in questo titolo che, sinceramente, chi lo aveva mai sentito prima.
Restiamo incollati alla tivù. Vuoi per i colori, il cast, i dialoghi, vuoi per il passo del film, ma questo ci ha subito trattenuti, nonostante fosse in terza serata. Maritosgainz faceva qualche commento monosillabico, io nulla, non riuscivo a togliergli gli occhi, le orecchie e il cuore di dosso. Dovevo, dovevo vederlo. Il film è rimasto con me, insieme alla sensazione che ogni tanto la tivù passa qualcosa di decente.
Questo fino alla mattina di Natale.
La mattina di Natale, tutti abbiamo ricevuto qualcosa sotto l'albero. I., mezzo incredulo, tra tanti pacchetti, ha ricevuto una vera bicicletta (che pareva enorme sotto l'albero), M. un cuboide in legno con un gioco su ogni facciata, Maritosgainz una camicia e un paio di pantofole, e io un pacchetto rettangolare-irregolare. Toccandolo si capiva subito ci fosse ben più di una cosa. E in effetti.
Il pacchetto conteneva: una super cioccolata fondente 85% dal Ghana, il DVD di un film parecchio azzardato, e un libro. IL Libro. Il libro Never Let Me Go, di Kazuo Ishiguro.
Non credevo ai miei occhi! Non sapevo neppure che il film derivasse da un libro!
Appena ho letto il titolo, dietro alla gioia della sorpresa, ho pensato che Maritosgainz avesse giocato facile: visto quanto il film mi fosse piaciuto, era corso a comprarmi il libro. E invece no! Lui aveva già comprato il libro, e si era poi ritrovato per caso a vedere il film con me, un pò dispiaciuto che il libro non sarebbe poi stato una sorpresa.
Quindi, ecco, Never Let Me Go è venuto a cercarmi. Prima tra gli scaffali polverosi di un negozio frequentato da Maritosgainz durante la pausa pranzo. E poi, non contento, si è piazzato nel nostro zapping serale. E io sono proprio felice di averlo trovato.
Se lo consiglierei? Io consiglierei entrambi, film e libro. Il film si conclude con una interpretazione che non ho trovato espressa nel libro, ma che ben gli si cuce addosso, coi fili delle emozioni ch'esso suscita. Il libro. Bè, il libro ha la magia di ogni singola parola ed è (per citare il risvolto di copertina) a uniquely moving novel, charged throughout with a sense of the fragility of our lives.
6 commenti:
Pina, ho letto e amato questo libro diversi anni fa! E mi hai fatto ricordare che tra i vari propositi per l'anno nuovo c'e' quello di approfondire questo autore!
Un bacio e buone letture!
Quanto comprendo questa parabola da lettore... ;)
Ciao Caia!
Eh guarda, non mi pare strano di essere un pò slow in certe cose, ma l'importante è esserci arrivata ;-)
In effetti stavo pensando anche io di leggere altro ma ho paura: e se mi delude??
Un bacio a te!
Eheh, io lo so che i libri, al secondo figlio, sono un super extra lusso!! :-D
Un bacio anche a te!
Pina mi segno questo libro, assolutamente. Io, non ne abbiamo mai parlato, sono una lettrice innamorata ma, con tre pupe, il tempo è proprio poco, e non è una scusa. Quando avrò terminato Villa Metaphora di De Carlo- uno tra i miei scrittori preferiti- attacco col tuo titolo.
Mi è piaciuto leggere questo tuo post e del tuo post-parto sprint: ne capisco bene l'esigenza... Un abbraccio
Ciao Veronica! :-)
Sai, immaginavo tu leggessi, mi piace tanto come scrivi, e avevo intuito il tuo amore per i libri..
Tre pupe e leggi ancora?!?! No way!! ;-) c'è speranza allora eh..
Non conosco DeCarlo, sono parecchio ignorante, lo so - che mi consigli di lui??
Il libro di cui parlavo mi ha proprio conquistata come non succedeva da tempo...
Un abbraccio a te!!
Ti consiglio "LeieLui". Ti avverto: o De Carlo lo ami alla follia e sin da subito oppure lo detesti. Non è un autore che lascia indifferenti. Un abbraccio sin laggiù (dove così tanto vorrei essere adesso...e senza accontentarmi di qualche giorno. Una settimana piena per camminare e perdermi nelle strade, vorrei. La luna, in pratica...)
@Veronica - cara, ma perchè non ve lo fate un viaggetto fin quassù?? Così ci conosciamo!! (e non scherzo eh!)
LeieLui, ok, segnato, vedremo :-)
Un abbraccio!
Pina
Posta un commento