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lunedì 18 ottobre 2010

Trentuno salva tutti

O anche: fatto trenta, facciamo trentuno.

E oggi, un romanticissimo maritosgainz mi ha regalato... un dipinto, tratto da una mia fotografia..
Ma non solo il ritratto.. mi ha regalato la sorpresa.. mi ha regalato l'inatteso.. mi ha regalato mè stessa di qualche anno fa.. mi ha regalato un pezzo di me che non sapevo mi mancasse.
E mi ha regalato la sua giornata qui a casa....

Grazie, diciottoOttobre, di essere proprio così, come sei oggi.. luminoso, fresco, calmo..
Grazie Ivan e Mattia di giocare insieme sul tappeto, mentre vi guardo stando ferma lì, a misurare la bellezza della vita, dai vostri gesti.

venerdì 16 aprile 2010

Momenti, Pane, e Lune

Silenzio tra le mura di casa.
Ivan è stato accompagnato all'asilo da una vicina gentile e premurosa. Francamente apprezzo ogni giorno di più, il fatto di vivere in un condominio.
Mattìa dorme nel suo lettino, anzi nel suo riduttore montato nel lettino.
La lavatrice compie silenziosa il suo dovere quotidiano di lavare e profumare la nostra biancheria.
Il sole manca, eppure il cielo regala tanta luce oggi.
Fuori la roba stesa, si lascia mollemente dondolare dal venticello che vi si insinua e che compie il miracolo dell'asciugatura.
Ieri sono stata brava: sono stata dalla parrucchiera, e mi sono fatta il riflessante. Mi guardo allo specchio e vedo un'altra me. Mattìa ha collaborato parecchio, dormendosela e svegliandosi giusto per essere ricullato nel passeggino medesimo.
Ieri mi sono pure comperata shampoo e maschera dal parrucchiere, e non vedo l'ora di farmi lo shampoo e le coccole ai capelli, che mi fanno sentire tanto a posto.

Ieri l'altro ho fatto il pane, ed è stata la prima volta.
Ho sempre pensato di non esserne all'altezza.
Il pane è quanto di più nobile esista sulla nostra tavola, perchè è quanto di più semplice e prezioso, ed ha attraversato tutti i tempi, subendo ben poche modifiche, perchè è perfetto così com'è. Farina, acqua e lievito.

Basta poco per sbagliare e rovinarlo.
D'accordo, vivo nella città del pane, e il fatto di acquistare pane ottimo, fresco, genuino ed economico (che un euro e mezzo, per un chilo di pane è un prezzo secondo me giusto), non mi ha mai stimolato più di tanto a farne da me.
Ho imparato a preparare pizze e focacce (che quelle proprio economiche non lo sono), ma il pane mai.
Epperò c'è un mix di cereali, che ti fanno ottenere un Pane Nero, più buono di quello comperato dai nostri numerosissimi panifici (o forni, o panetterie che dir si voglia).
E così ieri l'altro l'ho provato.
Impastato col bimby, lievitato per bene e cotto con sollecitudine.
Bè, mi ha riempito la casa di un profumo di semplicità, che difficilmente dimenticherò.
Un profumo semplice e delizioso.. come quello di Mattìa e di tutti i bimbi piccoli del mondo.

E poi Ivan, l'altra sera, guardando il cielo, mi chiama 'mamma, vieni qui che c'è una sopplesa pè te!' e io mi avvicino, e lui 'è la Luna, guaddala!'
E la Luna era lì. Per me. La mia sorpresa, fissa tra le stelle.
E Ivan era lì, vicino a me, a regalarmi la Luna, e un sorriso, e due occhiverdi grandi e luminosi.
E io non sapevo che dire, così l'ho preso e abbracciato, chiedendomi da dove venisse un cuore così. Semplice e nobile, come il pane. E che come il pane, si può rovinare così facilmente.
Perchè, ecco, mi sono ritrovata a pensare che tutti siamo stati bimbi, e che tutti abbiamo avuto un cuore così puro.
Spero che il suo cuore resti sempre così, puro e semplice.

E intanto, mi guardo il cielo.

martedì 28 ottobre 2008

Il libro magico


Lèggere e rilèggere lo stesso libro, è un'esperienza strana.
Ogni volta leggi le medesime parole, ma puntualmente ci trovi scritte cose nuove.

Ascoltare la voce dello scrittore e sentire vibrare dentro sè quelle particolari corde che ti fanno essere vicina a una persona che non hai mai visto o conosciuto, e che però senti così intima, tanto da indurti a pensare che solo lei, quella persona che ha scritto quelle parole (e non altre) può conoscere quelle corde vibranti dentro di te, e che queste siano le sue medesime.

Sto leggendo nuovamente L'anno del pensiero magico di Joan Didion.

Questa donna, scrittrice, moglie, madre, intellettuale, giornalista, americana doc nata settantatre anni fa, cinque anni fa ha perso d'improvviso il marito (John Gregory Dunne, scrittore, giornalista, intellettuale pure lui) - ed ha scritto.. un libro d'amore.
Lo ha scritto per lui, e per la figlia Quintana, allora in ospedale (e che morirà dopo l'uscita del libro..).
Quello che Joan Didion non sapeva quando ha scritto questo libro, è che poi avrebbe raggiunto me, con la sua propria voce, con le sue parole, con i suoi ricordi, con i suoi ragionamenti logici ma irrazionali.
Me, proprio me, qui, dentro - e senza possibilità di appello.
Vorrei solo dirle Grazie.

mercoledì 8 ottobre 2008

About Romance


Il gesto più romantico che io abbia mai sentito dire, ha come protagonista la mia nonna materna, questo mix di donna un pò leone e un pò farfalla...

Ed ecco cosa ha fatto: quando i muratori stavano dando forma alle fondamenta della loro casa, lei ha gettato in quel cemento l'anello di fidanzamento che mio nonno le aveva regalato quando c'è stato 'l'apparolamento' (quando cioè si sono promessi).

Quell'anello, che ha dato inizio alla loro unione, lo vedo brillare in fondo in fondo alle radici del mio albero, come un seme su cui è cresciuta la mia famiglia intera.

martedì 27 maggio 2008

Attimi


Ora di pranzo, esco dall'ufficio, compro la frutta, prendo l'auto, 37° segnati sul display.
Avvio il motore, mi reco al supermercato, compro il latte, i biscotti, la bresaola (che qui si è ancora a dieta!!), pago il conto, e torno in auto, 32.5° segnati sul display.
Arrivo nel traffico sotto casa, parcheggio al sole, esco dall'auto, chiudo lo sportello, apro lo sportellone, prendo le buste della frutta e della spesa, chiudo la macchina, e sento un urletto provenire dal secondo piano del mio palazzo...

Alzo la testa, e chi ti vedo, attaccato all'inferriata del balcone, che mi guarda cogli occhi sbarrati e la boccuccia a forma di sorriso?
Il mio piccolo Ivan, nel sole, che mi ha individuato, e mi guarda, mi chiama, si inginocchia per avvicinarsi a me, e mi tende il braccino, e modula parole in versi, urla, sìllaba.. e io gli rispondo, imitando i suoi versi, e lui è contento, riconosce il nostro linguaggio, segreto e pregiato.

E' un attimo.. e mi sciolgo.. non per il sole, o per il caldo.. ma per il suo sguardo.

E più nulla esiste.. la polvere, il caldo, i rumori, i gas delle auto, il grigio dei palazzi, il disordine delle robe stese, il caos del trasloco, il peso delle buste della spesa, le pietre e la sporcizia della strada - niente, non c'è più niente intorno a noi.. siamo solo noi: io, e i suoi occhi felici di avermi trovata, lì su quella lingua nera d'asfalto.
Mi riconosce, e urla di gioia.
E io non riesco a dire quante volte ho sognato questi momenti, quando lui era solo un pensiero, quando avevo le braccia, gli occhi e le orecchie vuote di lui. Quando lui era solo il mio pancione.

Scompaio sotto il balcone, e lui inizia a piangere, chè non mi vede più.. "devo aprire il portone per salire su, amore!!" Niente - non sente ragioni, sono sparita dal suo raggio visivo, quindi piange, finchè non lo raggiungo, fischiettando, al secondo piano, dove lo trovo sorridente e rosso in viso, che non aspetta altri che me.

Ci sono momenti in cui mi sento talmente felice e fortunata, che mi luccicano gli occhi.