lunedì 18 novembre 2013

La Coffee Lady e le stagioni della Vita

L'Autunno al Bishop Park - 17/11/2013
La Coffee Lady è più o meno il ruolo che ho ricoperto nell'ultimo mese, durante i Coffee Morning organizzati dall'associazione scolastica di cui sono parte.
In cosa consiste il ruolo è presto detto, ed in realtà implicito nel nome stesso: offro e preparo caffè e thè, per i genitori che sono intervenuti all'evento, in cambio dei loro contatti (numero di telefono e indirizzo e-mail) che la Scuola non può divulgare, ma che ci servono come non mai, specie in fase di preparazione-organizzazione di una Christmas Fair.

Ora, se all'inizio, come al mio solito, sono nervosa -> silenziosa -> timorosa, e non so bene che fare e come approcciare la gente, ecco che al quarto coffee morning sono lì che preparo con mani esperte un caffè-zucchero-latte per una mamma, mentre saluto e intrattengo un'altra mamma, e con l'unica mano libera sto scrivendo i dati di un'altra mamma ancora.

venerdì 15 novembre 2013

Solo qui, e ora.

27 Maggio 2013 - Carpina @ Windsor Castle
Da quando M. frequenta la full time nursery della primary school di I., ho praticamente sei ore al giorno di 'libero arbitrio', in cui non c'è alcun esserino poco al di sotto del metro che detti, inconsapevolmente, legge.

Lo ammetto, credevo sarei stata al settimo cielo.
Poi, è successo che i primi giorni 'da sola' non siano stati proprio un idillio. Perchè insieme alla 'mattinata libera' arrivava un imperativo scomodo, ovvero la 'ovvia ricerca di un impiego extra casalingo e retribuito'.

Sono mesi che ci sto pensando a questa cosa di 'lavorare a Londra', e io per prima mettevo in cima alle mie priorità proprio la ricerca di un 'impiego extra casalingo, retribuito'. Fondamentalmente perchè questo è quello che avrebbe fatto la vecchia me, la vecchia carpina [che per assurdo è più giovane di me], che se mi guardasse oggi si vergognerebbe di sè stessa senza guardare ai lati positivi della propria 'scelta' o 'scelta di non scegliere'.

giovedì 14 novembre 2013

I got an A

Assisi 2005, Un Vicolo*
Ed era per un compito scritto in una lingua non mia, ma in cui parlavo di una cosa mia, tutta mia, solo mia (della mia infanzia in verità). E quindi, ecco la lezione: non importa in che lingua parli, se parli di una cosa che ti sta a cuore, cercherai di farlo al meglio, sempre e comunque.
Parole, frasi, punteggiatura, velocità di lettura, fluenza dell'azione raccontata, ricerca delle parole più indicate: di questo si è trattato. E farlo in un'altra lingua ha dato tutto un altro sapore alla faccenda, e tutta un'altra nuance.

L'ho forse già detto da qualche parte, ma lo ribadisco: se non hai niente di interessante da dire, non lo avrai in nessuna lingua possibile; se sei antipatico, lo sarai, semplicemente, in più lingue; come anche, se sei brillante, lo sarai in più lingue.
Insomma conoscere una lingua non ti renderà migliore o più intelligente, semplicemente aumenterà l'audience cui le tue parole saranno dirette.

Ahh quanto mi mancava la tastiera del mio laptop!
In questi giorni di e-mail che si rincorrono (per l'organizzazione di una Christmas Fair nella scuola dei miei cuccioli) il portatile è spesso acceso tutto il giorno (e parte della sera..). Così non ho resistito alla tentazione di digitare una o due parole in fila in questo asciutto pomeriggio di un freddo autunno...
Non vi dispiace, vero? ;-)

*la foto non c'entra col post. L'ho solo ritrovata nel mare di foto mai stampate che languiscono in questo hard disk.