venerdì 26 marzo 2010

Pensiero del giorno

Mi sento magra.
L'importante è come ci si sente, no?


(ps - lo so com'è che mi sento magra. Magìe della roba pre-maman...)

Pensieri sparsi

Ieri Ivan sclerava. E io pure. Non so chi abbia cominciato, ma sta di fatto che una volta entrati in quel loop è difficilissimo uscirne.

Oggi è il primo giorno che ho accompagnato Ivan all'asilo.
Mattìa è stato preso, messo nel carrozzino, e scarrozzato per l'andata e il ritorno.
Se non fosse che ci sta un semaforo di mezzo, il tutto sarebbe meno complicato.

Dopo aver passato settimane a cucinare dolci e salati, è qualche giorno che mi scoccia di dover cucinare solo per me, e poi pranzare da sola.
E i dolci e dolcetti, che pure non mi scocciano, mi sa che mi stanno già facendo recuperare il peso perso durante il parto. Che non è cosa buona e giusta.

Frank ha cominciato il nuovo lavoro da tre settimane, e io mi sento come se lui abbia partorito un altro figlio: per cui io sono presissima qui a casa, e lui è presissimo lì a Bari.
Ogni giorno esce di casa al mattino e torna a sera, che non significa pomeriggio tardi, ma proprio sera sera. Che significa che mi trova stanca, e mezzo disperata, come tutte le neo mamme e casalinghe che si rispettino.

Mattìa ieri pesava quattrochilidueecinquanta, che significa che ha preso duecentogrammi nell'ultima settimana. Va bene, ma pensavo di più.

Ivan continua a lamentare ogni tanto dolori strani (in bocca, al fianco..) e poi continua a grattarsi gli occhi e la testa. Il pediatra ieri mattina mi ha dato l'antistaminico da dargli, ma non ho ancora cominciato.

Oggi il sole non vuole uscire.
E allora non esco neppure io.
Mi sa che vado a fare qualche servizio socialmente utile (tipo lavare in camera da letto, piegare i panni, finir di passare l'aspirapolvere, spolverare... Mattìa permettendo, ovviamente.)

giovedì 25 marzo 2010

Un mese: l'amore che nasce, l'amore che cresce

Un mese fa ci siamo conosciuti, e in questo mese abbiamo imparato tanto.
Abbiamo imparato a riconoscere le nostre voci, i nostri toni.
Ora capisco quando piangi per fame, per coccole, o per sonno.
Certo, non è sempre facile, ma per fortuna tu hai tanta pazienza con questa mamma che ti è capitata.
La parte più bella delle giornate, sono le tue poppate serene.
Sono le risatine che ti fai mentre ciucci, e fai cadere tutto il latte dalla boccuccia.
Sono gli sguardi pieni d'amore e soddisfazione che mi lanci, quando sei tranquillo, asciutto, riposato e pieno di latte, ben sapendo quale effetto hanno su di me quei tuoi sguardi, e godendoti poi le necessarie coccole che ne scaturiscono.
Sono i tuoi gorgoglii, che mi hai diretto, la prima volta, esattamente un mese fa, al nostro risveglio mattutino, e che da allora non mancano mai, nelle nostre giornate.

Quello che invece adori tu, di queste nostre giornate, oltre alle poppate che hanno sicuramente il podio, è il bagnetto mattutino. Ci staresti ore, ammollato in acqua calda. Come contraddirti?

I primi giorni piangevi come un disperato quando ti toglievo dall'acqua, e ti poggiavo sul telo per abbracciarti e asciugarti. Allora ho capito che è come se ogni volta rinasci, uscendo dall'acqua, e quasi rivivi quel trauma ch'è stato venire al mondo. In questo nostro mondo asciutto.
Quindi mi sono scervellata e adesso ti tolgo dall'acqua piano piano, quasi a rallentatore, mentre ti parlo, anzi no, ti sussurro paroline dolci, fino a poggiarti altrettanto lentamente sull'asciugamani, e ti ricopro per bene per poi sbaciucchiarti il visetto vispo che si guarda intorno. Il pianto si affaccia, ma senza troppa convinzione e infatti subito torna la tranquillità.

La parte peggiore della giornata?
La sera.
Forse senti la mia stanchezza, e pretendi di stare perennemente al seno, e io torno indietro di tre anni, e rivivo quella sensazione di sentirmi in trappola, senza via di scampo, perchè se vuoi me, vuoi me e non c'è nulla che tenga.
E allora urli, scàlpiti, finchè mi arrendo e passiamo almeno un'ora a ciucciare prima da un seno e poi dall'altro, e provare ninne nanne ballate, e controllare nuovamente il pannolino, per poi arrivare finalmente al sonno pieno.

In tutto ciò, e nonostante ogni tanto il pensiero torni a quando qui eravamo solo in tre, e le cose parevano più semplici, la nostra vita è diventata più intensa e più importante, da quando anche tu ne fai parte.





venerdì 19 marzo 2010

Ciuccio o non ciuccio? Questo è il problema..

Ed eccomi coi problemi pratici della mammità, che tento di risolvere con questo nuovo aspetto della mia vita, ovvero il blog e la socializzazione con altre mamme-blogger: il ciuccio, questo grande truffatore dei nostri cuccioli, funziona o no? Serve o no? A chi?

Ivan ha preso necessariamente il ciuccio (serviva a ME per arrivare almeno a una pausa tra una poppata e l'altra, di un paio d'ore).
Gliel'ho proposto che aveva dieci giorni (dopo essermi sincerata che cresceva bene), e io piangevo mentre glielo davo e guardavo i suoi occhioni che si spalancavano interrogativi, e mi chiedevano perchè mai gli propinavo questo affare di gomma puzzolente, invece dell'amato seno.
A diciotto mesi scarsi lo ha tolto definitivamente (con la storia del cagnolino dei ciucci che doveva portare il suo ciuccio a un bimbo più piccolo), e devo dire che è stato molto molto di aiuto, in quei diciotto mesi lì.

Veniamo dunque a Mattìa.
Per i primi dieci giorni, io ero così tranquilla, e lui altrettanto, che avevo sfiorato l'idea che questa volta non ci avrei neppure provato, a dargli il ciuccio (che comunque avevo già acquistato.. per sicurezza.. non si sa mai, come vanno le notti..).
Poi una sera ciucciava un seno, poi l'altro, poi ancora l'altro, e rigurgitava, gli veniva il singhiozzo, piangeva perchè voleva ancora il seno, ma mi accorgevo che era solo per ciucciare, non per fame!
Allora gliel'ho proposto, e lui, manco a dirlo, si è addormentato.
Ovviamente, sono dovuta restare lì con la mano a mantenere il gommotto fermo, perchè lui non lo sa ancora mica tenere su da solo, ma il tutto è durato giusto qualche minuto.
Così è andata qualche altra volta.

Ultimamente invece, noto che il ciuccio, anzichè calmarlo, lo agita: lui ci si attacca voracemente, e anzichè dormire beatamente, dorme, sì, ma ciucciando nervosamente 'sto gommotto puzzolotto, e il risultato, dopo, non è dei migliori (vedasi stanotte).

Sicuramente il ciuccio serve a noi genitori, più che a loro.
Sul fatto che funzioni effettivamente, mi sto appunto ricredendo.

Voi che ne pensate, dell'uso del ciuccio?

Che notte..

Stanotte mi hai fatto impazzire, per ore e ore.
Ore lente, in continua ricerca di me, affamato di me, insaziabile e instancabile.
Tanto da farmi pensare che negli appartamenti vicini, ci avranno sicuramente sentito.
Tanto da costringermi a farti dormire nell'altro letto, lontano da me.

Facciamo che stanotte dormiamo normalmente, mio piccolo Mattìa?

mercoledì 17 marzo 2010

Baby Blues? No, Baby Rock!

Sono due settimane che siamo mollemente a casa.
Fuori il freddo impera - giusto oggi e ieri il sole l'ha fatta da padrone.
Ma, al momento, fa troppo freddo, per uscire il piccolo Mattìa, di conseguenza, al mattino Ivan viene accompagnato dal papà, all'asilo (ops! scusate, a scuola - Ivan ci tiene!!), e a pranzo va a riprenderlo zia A.

Mattìa è bravissimo.
Mangia, sta sveglio per un pò, anche da solo, nella sdraietta, a volte si addormenta pure - e poi dorme. Nella sdraietta o nel suo riduttore da culla.
Tranne di notte.
La notte, dorme con noi, nel lettone. Si sveglia una o due volte, mangia, si riaddormenta.
Piccolo piccolo e al calduccio.
Non mi va di allattarlo seduta (fa un freddo!) e poi poggiarlo nel suo lettino (freddo).
Tantopiù che quando ci ho provato, dopo un'oretta si è svegliato, mentre nel lettone dorme anche cinque ore (cinque ore!!! è una favola quel cucciolotto!!)

(ora attaccano i confronti)
Ivan, ricordo, era sempre nervoso, motivo per cui praticamente 'dormiva in braccio' nel senso che non potevo proprio poggiarlo, sennò si svegliava.
Ok, siccome dai diciotto mesi Ivan dorme da solo nella cameretta, ora so che Mattìa mi farà uscire pazza per dormire lontano da me.
Una cosa alla volta.

Sbalzi ormonali non ne ho visti in giro, questa volta.
Aveva ragione chi mi diceva che non è sempre uguale la reazione che si ha al parto, al bimbo, alla giornata uggiosa, alla vita in generale.
Scusate, ma lo dovevo vivere, prima di poterlo dire!!

E quindi la mia giornata, che ruota intorno a Mattìa, al mattino, e a Ivan e Mattìa, al pomeriggio e sera, è molto serena e tranquilla.
Ho molto tempo per prendermi cura di me (mascara every day - doccia every day - shampoo con maschera ai semi di linoooo!!! cavolo lo scrivo e non ci credo, eppure è così..), della casa, e per cucinare.
Con Ivan piccolino non cucinavo, cioè solo piatti veloci, e trangugiati velocemente, la maggior parte delle volte insipidi e freddi.
Questa volta mi sto sfiziando.
La scorsa settimana ho preparato persino la parmigiana!!
E poi abbiamo festeggiato il compleanno di Ivan, con tanto di torta con la panna, fatta dalla mammina.

Non so se è la presenza di Ivan, che mi fa prendere tutto più serenamente, o se, molto molto banalmente, è il fatto che di notte dormo.

Ok, da stasera mi pentirò amaramente delle parole fin qui scritte, ma ormai è fatta.

E Ivan come ha reagito?
Ivan è bravissimo col fratellino. Lo adora. Se lo sente piangere corre a chiamarmi. Gli fa le coccole, e lo chiama con tutti i vezzeggiativi usati da me e dal papà. Gli sorride, gli mostra i suoi giochi, e cerca teneramente un contatto, non capendo quanto piccolo sia Mattìa.

Si è attaccato con la colla al padre. Qualsiasi cosa, deve fargliela il papà, quando c'è, ovviamente. E appena il papà prende in braccio Mattìa, corre da lui a fargli qualsiasi richiesta.

Con me è più distaccato di prima.
Quando facciamo le coccole-solletico, torna lui, con la sua risata simpatica, e le cose buffe che dice, ma nel resto del tempo mi guarda in maniera diversa, come da più lontano.
Quando sto allattando Mattìa, non me ne fa passare una (Ivan, raccogli perfavore il tovagliolo? NO. Ivan, mi porti le tue scarpe, così te le infilo? NO - e via dicendo...)
Adesso quando fa i capricci, li fa più seriamente.
Ma fondamentalmente è rimasto il bimbo buono che è sempre stato.
Spero però che il periodo dei NO sia transitorio.

Spero che presto arrivi il caldo.
Ivan ieri, per telefono, da casa della ziaA. (che me lo porta dopo pranzo), mi chiese 'mamma, e Mattìa? E' cresciuto Mattìa?' (così da domani puoi venire tu a prendermi da scuola?)

..i miei cuccioli che crescono..

lunedì 15 marzo 2010

Tre Anni - Auguri Biddazzu

Oggi. Tre anni fa.
Ancora non sapevo cosa significasse essere madre.
Ma tu, piano piano, me lo stai insegnando. Ogni giorno.

Auguri, mio piccolo grande batterista.
Auguri, miei grandi occhiverdi.
Auguri, faccia di patata.
Auguri, fratellone affettuoso.
Auguri, coccolone goloso di latte&biscotti e caramelle&cioccolate.
Auguri, chiacchierone curioso.

Auguri, a te, a chi eri ieri, e a chi sarai domani.

sabato 6 marzo 2010

E Mattìa arrivò

Eccoci.
Scusate il ritardo.
Miracoli del Mondo Blog, mentre ero in ospedale, ho saputo che qualcuno aveva già annunciato la nascita del mio cucciolo piccino, alias Mattìa, e la cosa mi ha stupìto, poichè non capivo come avessero fatto a carpire una tale informazione....
Poi ho saputo dello zampino dell'amico 0b1, :-) e ho sorriso.

Ebbene: siamo tornati a casa da soli tre giorni.
Il piccolo, al momento della dimissione aveva avuto un calo del 10%, e in più notavano che tremolava, quindi hanno voluto approfondire. Tralascio per adesso il mio smarrimento, che più in là cercherò di descrivere.
Ma da mercoledì a pranzo, siamo qui a casa nostra, pieni delle urla di gioia di Ivan, e degli abbracci, baci e sorrisi di amici e parenti: tutte le cose che contano.

Caro piccolo dolce Mattìa.. che sei arrivato con tutta la saggezza millenaria dei neonati tartarugosi. Con la lentezza propria dell'amore, quello vero. Con la dolcezza propria della tenerezza che nasce da dentro e che mi tramortisce.
Tu, che ancora non hai visto i mandorli in fiore che ci hanno accompagnato sul tragitto di ritorno dall'ospedale. Tu, che ancora non sai com'è emozionante vedere il cielo puntellato di nuvole e, improvviso uno stormo di uccelli che prende il volo. Tu, che ancora non hai potuto perderti nella bellezza del cielo stellato, della luna suadente e solitaria, di una stella cadente.
Tu, racchiudi tutta questa bellezza nel tuo piccolo corpicino che respira calmo e tranquillo.
Nei tuoi occhi d'acqua.
Nella tua boccuccia che si schiude dolce e lenta.
Nelle tue manine impaurite e sempre chiuse.
Nella tua fronte, che zampilla profumi nuovi, sconosciuti, profondi e sensuali.
Ed io, sono onorata di essere la tua mamma.

- GRAZIE A TUTTI PER GLI AUGURI CHE HO TROVATO, SIA SUL MIO BLOG CHE SU BLOG AMICI. E' UNA STRANA, BELLISSIMA SENSAZIONE. -