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giovedì 14 novembre 2013

I got an A

Assisi 2005, Un Vicolo*
Ed era per un compito scritto in una lingua non mia, ma in cui parlavo di una cosa mia, tutta mia, solo mia (della mia infanzia in verità). E quindi, ecco la lezione: non importa in che lingua parli, se parli di una cosa che ti sta a cuore, cercherai di farlo al meglio, sempre e comunque.
Parole, frasi, punteggiatura, velocità di lettura, fluenza dell'azione raccontata, ricerca delle parole più indicate: di questo si è trattato. E farlo in un'altra lingua ha dato tutto un altro sapore alla faccenda, e tutta un'altra nuance.

L'ho forse già detto da qualche parte, ma lo ribadisco: se non hai niente di interessante da dire, non lo avrai in nessuna lingua possibile; se sei antipatico, lo sarai, semplicemente, in più lingue; come anche, se sei brillante, lo sarai in più lingue.
Insomma conoscere una lingua non ti renderà migliore o più intelligente, semplicemente aumenterà l'audience cui le tue parole saranno dirette.

Ahh quanto mi mancava la tastiera del mio laptop!
In questi giorni di e-mail che si rincorrono (per l'organizzazione di una Christmas Fair nella scuola dei miei cuccioli) il portatile è spesso acceso tutto il giorno (e parte della sera..). Così non ho resistito alla tentazione di digitare una o due parole in fila in questo asciutto pomeriggio di un freddo autunno...
Non vi dispiace, vero? ;-)

*la foto non c'entra col post. L'ho solo ritrovata nel mare di foto mai stampate che languiscono in questo hard disk.

venerdì 21 giugno 2013

L'Inglese a casa nostra (un estratto)

'Mamma, per andare al Battersea Park, we can get the train to Waterloo Station and then get off here, look on the map, right here mum! You see? Because if the train passes from there, then it means that it does stop there, ok? Ok. Now, we need to buy the tickets for the train, isn't it? So we must be early at the station to get to the ticket office and be sure to buy the tickets! OR we could catch a bus! Now, let me check on the maps that I've got here..'

'Nooou. Mum! To go to the park, we go by bus! Pecchè è più veoce,
è fást! Così prrrrrmprrtrr è veo mamma?'

'Vabè dai, poi vediamo..'

'No no mamma! Now please, let me think.. Oh, I got it! I can see on the tablet! So that I can check the weather on the bbc as well, ok mamma? Posso mamma? Eddaaaai? Pleeeaaase! Posso usare il tablet?'

'Nou! Ivan nou tablet! Èvveo mamma?'

'È vero, lo sai I., il tablet non è per giocare, sù'

'Ok,ok. Però mamma, mi serve il tablet, davvero! Perchè devo cercare speedboat su Imagine, perchè la devo draw it con papi!'

'Nou! Non z'è 'a spiidbout su tablet! Lì z'è i tattoe, a fattoìa, l'aeiy, la catèpilla, la batteflai. Veo mamma?'

'Sì amore, c'è il trattore, la fattoria, gli aerei, il bruco, la farfalla, e mi sa che ci ho visto anche un motoscafo sai?'

'Un motoscafo? Cos'è un motoscafo mamma? Io volevo la speedboat!'

'Nou! No z'è spiidbout! Mamma? Come si dice a italiano sciap-tiif?'

'Come scusa?'

'Sciaap-tiif? Come si dice a italiano?'

'In italiano... Ma.. Ripeti un pò? E dimmi cos'è..'

'Sciaap-tiif. I denti appuntiti che fanno male così grgrgrgr!'

'Ah! Sharp teeth! Denti affilati si dice in italiano..'

'Ah. E a inglese come si dice sciaap-tiif?'

'Matti.. Ma quello è già in inglese...'

'Ah!'

giovedì 4 ottobre 2012

Carpina al College

Ed ecco che sono cominciati i miei corsi di Inglese e di Matematica.
Forniti gratuitamente dal College di zona, e tenuti presso il children centre del mio cuore, con servizio di crèche altamente qualificato.

Le cose qui si fanno a puntino, eh, mica 'alla qualunque'.
E quindi a fine luglio, tutte le mamme (e un nonno, perchè in realtà il corso è indirizzato a tutti i carers con bimbi fino a cinque anni di età) interessate a frequentare tale corso, si sono presentate al children centre, munite di carta e penna, ed hanno sostenuto una assesment interview, ovvero un test di reading, writing, comprehending, speaking, listening.

Io ci ero andata giusto per il corso di inglese, visto che per le evening classes al college vero e proprio, mi avevano risposto picche, perchè la classe di massimo ventidue elementi, era già piena, ma già che mi trovavo lì, e l'english assesment l'avevo finita presto, il teacher mi passò la documentazione per fare l'assesment pure per il corso di matematica. Così, giusto per far qualcosa. E mentre lo facevo, pensavo che effettivamente un corso di matematica proprio male non mi avrebbe fatto. Innanzi tutto mi serve anche come esercizio della lingua, che ovviamente al momento esercito poche ore al giorno, non lavorando; e poi i termini, le parole specifiche della matematica, che non sono solo i numeri, of course!
E così mi sono ritrovata iscritta a entrambi i corsi.

Tornata dall'Italia, a fine Agosto, mi arriva il Time Table del Children Centre per il prossimo autunno, verifico le date dei miei corsi, e il giorno dopo mi arriva la lettera (polite, simple, concise), anzi, LE lettere (una per ogni corso) in cui  mi viene offerto il posto al corso, e mi viene spiegato che nelle due settimane PRIMA dell'inizio del corso, io dovrò portare il mio piccolino lì a fare l'inserimento nella crèche. E che se non frequento le settling-in sessions (le sessioni di inserimento del piccino) NON potrò frequentare i corsi.
E quindi il mercoledì e il venerdì delle due settimane centrali di settembre, io e M. ci siamo presentati al Children Centre, e tra un pianto e un lamento, uno scarabocchio e un thè al latte, abbiamo concluso l'inserimento, e ora lui è così felice di avere la 'skola mia'...

Ma passiamo ai corsi.
Giorno uno - Mercoledì - Inglese
day one - wednesday - English

Arriviamo in aula, più che puntuali, e felici che i bimbi siano tutti sorridenti e soddisfatti di trovarsi in quell'ambiente ormai così familiare, così simpatico. L'inserimento ha un suo perchè.
Del teacher nessuna traccia. Al suo posto c'è il coffee and tea table, preso d'assalto da tutte noi, e la simpatica J che in genere gestisce il parent's space, e che ci illustra le regole del corso e bla bla bla. Arriva il teacher. Evviva!  Solo mezz'ora di ritardo, ma vabè su, è il primo giorno! come? ah sì non siamo in Italia.. la cosa mi puzza un pò.. è strano, no?
Passiamo oltre. (io ero già al secondo thè al latte)

La classe viene divisa tra livello uno e livello due; io vengo spedita al livello uno, e dapprima non dico nulla (strano, non è da me, è che qui mi sento così in buone mani, che mi rilasso e penso che a tutto ci sia un perchè). E invece si era sbagliato il teacher. Ma che simpatico, aveva saltato proprio il mio nome, e il tutto è venuto fuori perchè io ho parlato (santa lingua di carpina).
Tutto ok, torno al livello due (dove almeno chiacchieriamo con un basic english, ma senza grossolani errori di grammatica!). Si parte, e il teacher che fa? Dopo averci detto il suo nome e cognome, ci dice che cercherà un nuovo teacher per la classe, perchè lui ha 'loads of work to do'.
GRAZIE EH! e noi che saremmo? una perdita di tempo? complimenti! ci hai messo davvero a nostro agio!
E poi, ovviamente, non si prende la briga di conoscerci, e farsi conoscere, tanto lui se ne andrà. Ci dà da fare il diagnosis test, senza spiegarci cosa sia (ok, c'è chi ha fatto il livello uno lo scorso anno, ma anche chi no - guardacaso me - e quindi non ha idea di che cosa sia quel test, ma anche qui, mi sto zitta, torno alunna, mi viene detta una cosa, annuisco e agisco. La perfetta scolara che è in me.)
Alla fine del test, si premura di farci sapere che non è un esame, nessuno verrà giudicato sulla base di quel test, serve solo a dettare le linee guida di quel che si andrà ad approfondire o su cui si andrà a lavorare di più. Amen. See you later, take care.
Sè, e curati pure tu, và.

Quel giorno c'era con noi anche una mamma con bimbo di meno di tre mesi al seguito. bimbi ammessi in aula: sì, up to three-months-old.

Giorno due - Venerdì - Matematica
Day two - Friday - Mathematics
Anche qui siamo tutte puntuali. L'inserimento dei pupi ci ha anche allenato agli orari che dobbiamo sostenere per seguire bene i corsi. I bimbi li lasciamo sorridenti e lievi, e io già mi pregusto il primo milky tea (yeah, sugar, one teaspoon, cheers!), ma sorpresa sorpresona! Il maths' teacher è già in aula, che si studia la smart board (which is NOT a white board! come gentilmente indica un cartello affisso accanto a questa simil white board), e cerca di caricare (inutilmente) i suoi files dalla pennetta USB al pc di classe.
Ci sorride, ci fa accomodare, ha già scritto il proprio nome sulla lavagna, e dopo che la classe viene split into two levels' classes, ci chiede di essere gentili con lui, che al children centre non ha mai insegnato (pur avendo insegnato matematica per quindici anni).
E poi che fa? La diagnosis? Non ci pensa proprio. Lui vuole prima conoscerci, e vuole anche che ci conosciamo tra di noi (che diciamoci la verità, non ci si conosce affatto tra di noi studentesse).
E allora utilizza uno stratagemma molto astuto: forma delle coppie e ci dice di chiacchierare tra di noi riguardo noi in generale, e riguardo il corso in particolare. Poi ognuna di noi avrebbe presentato la compagna al prof e a tutte le altre. E quindi nessuna di noi avrebbe parlato di sè stessa.
Inutile dire che la parte più difficile sono i nomi! Parlo dei nomi arabi, asiatici o africani. Che fino ai nomi latini ci arrivo pure, anche in inglese, francese o spagnolo.
Ma l'arabo, l'urdu... oh my gosh! Ci sono dei nomi che paiono musiche, nènie. Difficilissimi da pronunciare, impossibili da ricordare. Almeno non il primo giorno, ecco.

Insomma abbiamo parlato, riso, ci siamo sorprese a vicenda (c'è una in attesa, che a gennaio partorisce ma nessuna se ne era accorta. tanta gente ama l'italiano. c'è una avvocatessa tailandese tra di noi. come pure chi è qui da cinque anni, ma ancora frequenta i corsi di inglese!! insomma tante cosette belle), e alla fine abbiamo presentato la nostra compagna al teacher.
Lui alla fine si è presentato (con tanto di numero di cellulare, numero di stanza in the college, per parlargli, e-mail address), numero di figli, scuole frequentate dalle figlie, e tanta simpatia e umanità.
Ecco, l'umanità.

Stupidamente me l'aspettavo di più dal prof di materia umanistica, ovvero di lettere, cioè di inglese quindi il simpatico del mercoledì.
E invece l'ho trovata in abbondanza nel prof di matematica, che come materia tutti, più o meno, e forse ingiustamente, relegano nell'ambito più scientifico che umanistico.
Quando l'umanità è al di là della materia.

Ora, io non ho esperienze universitarie di alcun tipo nella nostra calda, assolata (a tratti tropicale) penisola. Ma in Italia, per una immigrata come me, sarebbe stato possibile fare tutto ciò?

Perchè, caro children centre del mio cuore, ho capito il parent's space, va bene il come and play, ok l'outdoor messy play - tutte le attività pensate per i bambini e i loro carers - attività più o meno semplici da organizzare (penso io, da ignorante quale sono).
Ma.... un corso di inglese (anzi tre: ESOL, livello uno e livello due), e due corsi di matematica (livello uno e livello due), non sono ben più complessi da pensare, gestire, organizzare, sostenere?

Mi hanno chiesto di entrare nell'organico e candidarmi come rappresentante dei genitori.
Perchè loro sono 'only staff and do not know about the parent's point of view. We are sure there are things to improve, new ideas, new things to do! We need parent's help!'

E se io gli dicessi che quel che loro fanno, oggi, per me va al di là di ogni mia possibile idea, e aspettativa?
Che gli vado a proporre? Un corso per imparare a impastare pizze e focacce?

venerdì 30 settembre 2011

L'inglese col sorriso



Inutile dire che Lui è entrato appieno nella nostra vita.
Ma quanto fa ridere? E imparare ridendo è fantastico - provare per credere! ;)

giovedì 8 settembre 2011

The tree that was planted, planted in the grass

Grazie al summer camp che Ivan ha frequentato ad Altamura, tra fine giugno e inizio luglio, adesso vantiamo una canzone italiana, interamente tradotta in inglese (dagli organizzatori del corso, appunto) che usiamo cantare prima della nanna, momento in cui cerco di evitare la mia solita vecchia hit parade che andava bene nelle italiche mura domestiche.
La canzone originale, insomma, più o meno, la trovate qui.

Mentre sono a scrivervi il testo (de)libera(ta)mente tradotto:

The tree that was planted, planted in the grass.
On the tree, can you tell me what there was?
There were the branches, the branches on the tree,
the tree that was planted, planted in the grass.

On the branches, can you tell me what there was?
There were the leaves,
the leaves on the branches, the branches on the tree,
the tree that was planted, planted in the grass.

On the leaves, can you tell me what there was?
There was a nest,
a nest on the leaves, the leaves on the branches, the branches on the tree,
the tree that was planted, planted in the grass.

In the nest, can you tell me what there was?
There was a egg,
a egg in the nest, the nest on the leaves, the leaves on the branches, the branches on the tree,
the tree that was planted, planted in the grass.

In the egg, can you tell me what there was?
There was a birdie,
a birdie in the egg, the egg in the nest, the nest on the leaves, the leaves on the branches, the branches on the tree,
the tree that was planted, planted in the grass.

In the birdie can you tell me what there was?
There was a heart,
a heart in the birdie, the birdie in the egg, the egg in the nest, the nest on the leaves, the leaves on the branches, the branches on the tree,
the tree that was planted, planted in the grass.

In the heart, can you tell me what there was?
There was the love,
the love in the heart, the heart in the birdie, the birdie in the egg, the egg in the nest, the nest on the leaves, the leaves on the branches, the branches on the tree,
the tree that was planted, planted in the grass.

In the love, can you tell me what there was?
There were the children,
the children in the love, the love in the heart, the heart in the birdie, the birdie in the egg, the egg in the nest, the nest on the leaves, the leaves on the branches, the branches on the tree,
the tree that was planted, planted in the grass,
the tree that was planted, planted in the grass....
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E sapete una cosa? Ho scoperto che questo metodo, quello di tradurre in inglese una canzone conosciuta già in italiano, funziona davvero bene, tant'è che mi sono ripromessa di tradurre altri pezzacci che cantiamo per la nanna - 44 gatti è il pezzo con cui vorrei cominciare, piace molto a entrambi i cuccioli, e dire che la si sa a memoria, è dire poco.

Stay tuned!

giovedì 14 luglio 2011

94/100

C'era una volta una ragazzina di dieci anni, che si recò tutta sola presso la segreteria della scuola media, a consegnare la domanda di iscrizione per la prima media, precedentemente compilata.

Che i suoi dieci anni non vi ingannino, la ragazzetta era una mini-adulta, ecco perchè se la sbrigava da sè in quasi tutte le proprie faccende. Forse anche perchè era la sesta e penultima figlia, e magari la di lei madre era stanchina di andare avanti e indietro per i suoi sette figli.

Al momento della consegna della domanda super compilata al segretario stanco e annoiato dietro la scrivania, ella sentiva di star compiendo un passo gigantesco verso il futuro. Sentiva quasi le sue ossa scricchiolare nell'atto della crescita fisica, ed era emozionata ed anche un pò impaurita.

Mentre il segretario dava un'occhiata alla domanda, per vedere se era ben compilata, lei si guardava intorno nella stanza impolverata e odorosa di scartoffie.
A un certo punto lui le disse 'ah, vedo che hai scelto 'inglese' come lingua straniera. vabè, si scrive così, poi in base alle classi, se non c'è spazio, farai francese'..

Un baratro si aprì davanti ai piedi della bambina, che spaventata si sentì rispondere 'no, se ho scritto inglese, è proprio perchè voglio fare inglese! buongiorno e grazie.'

Nulla di personale contro il francese eh, solo che.. non si sa come, nè perchè, la ragazzina era attratta dall'inglese.
Forse perchè lo sentiva a tratti tutt'intorno da bambina (ai tempi di BimBumBam si era scervellata sul perchè il nome del pupazzo UAN si scrivesse in realtà ONE), o forse per via delle canzoni che ascoltava grazie alla radio, e che canticchiava senza sapere neppure una parola, insomma, la ragazzina non lo sapeva allora, e non lo saprebbe dire neppure oggi, perchè era così fissata con l'inglese, senza neppure conoscerlo un pò!

Fu così ch'ella frequentò una classe di lingua inglese, con il mitico prof. C. e mentre col tempo i suoi voti scemavano in quasi tutte le altre materie (eh cosa fa la crescita!), i voti di inglese si mantenevano sempre sulle vette più alte.

Tutta la sua carriera scolastica, che con gli anni si riprese in tutte le materie portandola a diplomarsi (otto anni dopoc-.) col massimo dei voti, fu caratterizzata dai voti eccellenti in lingua inglese.
L'inglese era il gioiello più prezioso della sua corona di studentessa. Era il diamante più puro, più grande, e meglio tagliato.

E così, tredici anni dopo il suo diploma, ella frequentò un mini corso di inglese per prepararsi ad un esame di Cambridge, che superò with merit e tanta soddisfazione personale.

I primi che ha chiamato, sono stati ovviamente i suoi teachers. Li ha tanto ringraziati perchè l'hanno motivata tanto, e senza loro, sa che non ci avrebbe mai neppure provato.

Anche se è maritosgainz (sì, è lui, FQ :)) il suo primo motivatore.

E oggi ella si rende conto di quanto sia importante fare le cose con passione.