giovedì 25 novembre 2010

Nove mesi fa, arrivavi tu..

piccolo Mattia.
Che oggi gattoni e ti alzi come nulla fosse. E da poco hai fortunatamente imparato anche a rimetterti per terra, godendo dell'atterraggio sul pannolone.. come sei buffo, piccolino mio..

Nove mesi fa, mi sentivo una tigre.
Avevo partorito praticamente la sera prima, sei arrivato a mezzanotte e cinque minuti - quindi ho goduto di tutta la notte di 'riposo', notte in cui non riuscivo a rendermi conto che fossi tu, proprio tu, quello che non mi lasciava in pace il fianco destro.. e in cui non riuscivo a capacitarmi di sentirmi così bene. Certo, le ore prima del parto non sono state belle, e neppure i dannatissimi punti... ma il cervello e il corpo cancellano velocemente quei dolori.

Nove mesi. Pare un'altra gravidanza. Da cui nasce un nuovo noi.
Un noi un pò più consapevole.
Stai crescendo, ci stiamo staccando, come io, dolorosamente desidero.
Tra un mese riprendo a lavorare, sai?
E tu starai con mia cugina T.
Lo so che ti piace. Ci stai già qualche mattina, quando io scappo in ufficio, a prendere un pò d'aria. Ma anche a farla prendere a te, perchè mi accorgo di non essere fresca, paziente e attiva come invece vorrei, come invece dovrei, per tutto il giorno, tutti i giorni, ventiquattro ore di fila.

Nove mesi fa, era giovedì. Il sabato saremmo dovuti uscire, ma il medico non ci fece andar via. Diceva che aveva notato in te 'tremori sospetti'. Li ha visti solo lui, per fortuna.
La dottoressa successiva, invece, ti volle tenere in 'osservazione' e fu così che ti ricoverò in neonatologia.
E ti tolse a me.
E quando la domenica mattina fui chiamata per allattarti, che piangevi forte, fu sempre lei, la super dottoressa, che mi cacciò via perchè aveva un bimbo problematico appena nato (e che poi fu trasferito con l'elicottero verso un altro ospedale).. e io non potevo stare in neonatologia, dove eri tu. E mentre andavo via con gli occhi lucidi e il seno dolente e grondante, urlò alla puericultrice, e dateglielo un pò di latte, a 'sto bimbo!.. perchè tu piangevi.. avevi fame.. volevi me.. e io non c'ero. E io non riuscivo a staccarmi da quella maledetta porta. Tornata poi in stanza, ho pianto con papà, perchè non capivo che bisogno c'era di trattarci così. E forse non ce n'era alcuno.
Piango ancora oggi, quando ci penso...

Ma. Il tempo passa. Quella ferita si sta rimarginando. Ti guardo, mi sorridi e capisco che va tutto bene. Quella super dottoressa la odierò per il resto della vita, ma a parte questo, non resterà nulla di quegli spiacevoli episodi. Nulla se non i miei ricordi, e queste parole. Perchè anche le lacrime più amare, col tempo si asciugano.

Buon complemese, piccolo Mattìa.

1 commento:

0b1 ha detto...

Auguri piccolo cucciolo
Auguri cucciolo dal grande sorriso
Auguri Mattia