Che qui in UK nulla venisse lasciato al caso Carpina lo aveva capito abbastanza presto, ma non avendo ancora avuto a che fare con una nursery (pubblica, le private non la riguardano), non sapeva esattamente fino a che punto l'organizzazione british si spingesse.
Certo, quando un bel giorno dello scorso anno qualcuno dello staff dell'outstanding children centre (c.centre) del suo cuore le ha consegnato un quadernone in bianco col nome di suo figlio in copertina ed ha pronunciato le parole 'for his learning journey', qualcosa avrebbe dovuto capirla. Alla vista, poi, della scheda di presentazione iniziale, lunga tre pagine, e piena di micro-attività che il pupo 'sa' (put a tick) o 'non sa' (put a tick) fare, la data in cui si comincia a lavorare sull'attività che 'non sa' fare, e la data in cui raggiunge tale abilità, ha sentito la testa girare e le sinapsi fumare.
Pensate sia già tanto? Continuate a lèggere, please...
Ora, siccome il c.centre lavora anche per 'drop-in' sessions, ovvero se vuoi/puoi ci vai, se no, pace (non per i corsi, of course), e che molte attività siano specificatamente disegnate per essere fatte con 'mamme e papà', come fare a tenere traccia di tutte le attività del bambino?
Con schede, e foto, scattate da 'chiunque' sia fisicamente col bambino in quel momento.
Ogni attività che il bimbo 'fa' (ad esempio, svuotare e riempire recipienti, che fa parte della macro-area 'comprensione del mondo che ci circonda' - sì anche Carpina è basita, ma tant'è), lo si fotografa (con la camera dello stesso c.centre - che ne ha tre), si stampa immediatamente la micro-foto (con la stampantina che si attacca direttamente alla macchina fotografica - e il c.centre ne ha due), e la si attacca sulla scheda, compilandola (anche qui tanti ticks da mettere) e commentando, descrivendo, il tutto con data/ora e i riferimenti di chi ha compilato, che può essere la mamma, la nonna, il cugino, o qualche membro dello staff (crèche helpers).
Poi si prende la scheda, e la si incolla al quadernone..
Ora, quel 'learning journey', pieno di schede compilate, verrà usato dallo staff del c.centre per stilare un report sul piccolino, da consegnare poi alla maestra della nursery, mentre (pare) l'originale verrà consegnato a mamma-carpina che, tutta emozionata, non aspetta altro ;-)
E in tutto questo, un mese fa, dopo aver ricevuto e confermato l'agognato full time place all'asilo, carpina ha ricevuto una lettera (i britannici amano le missive) in cui veniva informata di una 'visita a domicilio' da parte della maestra e dell'assistente, per conoscere il bambino nel proprio ambiente, e dare la possibilità alla mamma di parlare 'privatamente' di un qualsiasi concern ell'abbia riguardo al bimbo.
La scorsa settimana cadeva il giorno designato alla home-visit.
Tutto era in ordine, capelli compresi.
Arrivano L e Nj, rispettivamente teacher e assistant-teacher.
Convenevoli, kettle-on e milky teas, si chiacchiera amabilmente di questo e quello, e a parte i soliti 'allergie? Mangia di tutto? Va al bagno da solo o lo dobbiamo incitare? Si veste-sveste in autonomia?' carpina è stata piacevolmente colpita dalla richiesta del nome di un parente e/o amico, da nominare nel caso il bimbo pianga inconsolabilmente, così, tanto per creare un diversivo e far capire al bimbo che è in un ambiente famigliare in fin dei conti (giusto per la cronaca, carpina ha dato i nomi dei nonni).
E poi, alla fine, LA domanda cui, ancora oggi, Carpina non sa bene cosa avrebbe voluto rispondere: "c'è qualcosa della vostra cultura che vuoi che il bimbo impari e interiorizzi? Vuoi che lavoriamo su un particolare aspetto, per te importante, della vostra cultura di origine?"
Carpina se lo sta ancora chiedendo....
7 commenti:
ecco, come da noi, che alla materna il colloquio con le maestre non si poteva avere, e per fortuna che le nostre erano gentili e si fermavano per strada, al bar, alla fermata del bus, a dirti della bambina.
sono a bocca aperta!!!!
@trasparelena ma davvero? Addirittura non si poteva parlare con le maestre?! Da un estremo all'altro insomma!
@barbamamma sì guarda, lo sono anch'io! :-O
:-)
si poteva parlare all'ingresso o all'uscita, ma c'era sempre il bambino più o meno presente. Un colloquio privato non era previsto. Mi hanno detto che avrebbero chiamato in caso di problemi molto gravi ma se tu mamma volevi un confronto ecco, non era previsto.
@trasparelena insomma c'è di che augurarsi di non essere mai contattata! Che strano... Chissà se è così anche giù da noi.. Ivan ha sempre frequentato un asilo privato in cui ci lavora una cara amica, quindi ovviamente non avevo questo tipo di esigenza.. Mi chiedo come funzionino gli asili pubblici...
Buahaha "se lo sta ancora chiedendo" mi hai fatto morir dalle risate :-D
Epperò, in effetti, ti devo pure ringraziare perché mi hai messo in guardia da qsta domanda... E la cosa bella è che ho piú di un anno di tempo per trovare una risposta!!! :-D
@alessia ecco cara lo vedi? Un blog ha una utilità sociale ;-)
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