venerdì 23 novembre 2012

In the end..

...che poi la presentazione in sè non è andata male.

Certo, ho evitato la frase sui libri, su cui comunque nutrivo dubbi circa l'effettivo grado di comunicabilità, dubbi seminati da maritosgainz, di cui non condivido i piaceri letterari (io amo la Allende, lui la letteratura nord-americana, per capirci).

E insomma io dicevo che a volte prendi un libro tra le mani, lo leggi, e se sei fortunata assai, quelle parole ti entrano nel cuore e possono cambiarti la vita. Parole scritte da uno sconosciuto. Questo per rafforzare la tesi che la vita non è solo quel che ne fai tu.
E lui diceva che era nel 'mio stile' in effetti parlare con metafore così azzardate. In pratica dicendo così ha seminato quei dubbi che poi con le lacrime agli occhi ho deciso di assecondare.

La cosa buona è che almeno la frase conclusiva l'ho detta, con la voce un pò strozzata, ma non volevo NON terminare la mia prima presentazione insomma!

Così, preoccupata che matita e mascara mi stessero tingendo le guance, limitando le lacrime coi miei polpastrelli, ho detto 'so I think that the sentence Life is what you make it, is not complete. I think life is what you make it with what you have, and the people you meet'
E poi son tornata a posto con le ragazze che applaudivano e/o si asciugavano discretamente gli occhi.

Quel che non mi riesce di digerire di questa presentazione, sono le lacrime. Ho capito di essere emotiva, e forse per questo scrivere mi è sempre risultato più facile che parlare. Non si arriva alla veneranda età di trentatrè anni, senza capire almeno qualcosa di sè stesse.

Ma parlare ad alta voce, di fronte a delle sconosciute, in una lingua non mia e di una cosa così intima, è stato davvero scioccante. Io nutro la segreta speranza che sia stato anche un pò terapeutico, perchè no?

Mia sorella M dice che in quella situazione di stress emotivo, sono entrata in comunicazione con la parte più intima di mè, da cui sono normalmente protetta da un muro di cose da fare, ruoli da ricoprire, convenzioni sociali, eccetera.. Muro che in quel momento presentava delle falle, in quel preciso momento io ero solo mè, e niente altro. Non ero mamma, ero tornata figlia. Non ero moglie, nè tantomeno amante. Ero tornata ad avere 15 anni, ma senza la finta spavalderia adolescenziale. Avevo 15 e 33 anni insieme.

È stato intenso. 
Direi poi che è più che giusto continuare a chiamarlo 'children centre del mio cuore' no?

giovedì 22 novembre 2012

Life is what you make it

Ovvero il mio three minute speech, impacchettato e consegnato da ormai una settimana, ma che fatica a scendermi giù per l'esofago.

La verità è che ero troppo sicura di me, mi piaceva, e pure parecchio quel che avevo scritto, così sono stata la prima a prestarmi.
Va bene, la mia voce non è limpidissima, e sento il cuore che cerca di uscire dal petto, ma più o meno l'avevo calcolato.
Sento tremare le mani mentre sventolano le mie note scribacchiate sull'A4.
Ma nel momento in cui ho detto, ad alta voce e davanti a tutte 'I lost my mother when I was fifteen, and I'm pretty sure I didn't decide for it! So how comes that life is what YOU make it?'
Era come se quelle parole me le dicessi per la prima volta.
Le volte davanti allo specchio non contavano, io mi sentivo raccontare quella parte di me per la prima volta lì. Era come se in quel momento stesse riaccadendo, io avessi di nuovo quindici anni, e.. Ho pianto.

Sono passati diciotto anni, giusto oggi accadeva.
E stanotte ho sognato di guardare foto e video di mia madre giovane. Trovavo foto a colori, che nella realtà non esistono. Lei indossava un tailleur avion e un cappellino colorato, era vestita a festa, era il giorno del battesimo di uno di noi. E nel sogno cercavo segni di rassomiglianza con me.
E formulavo lo strano pensiero che forse l'assenza di mia madre, per più della metà della mia vita, mi abbia segnato più che non se lei ci fosse fisicamente stata, in questi ultimi diciott'anni.
Il fatto che non ci sia, fa sì che io la pensi di più.




giovedì 8 novembre 2012

11 gradi, e non sentirli

Oggi a Londra fa caldo.
Ebbene sì, ci sono ben undici gradi!
Gli alberi davanti allo schermo delle mie finestre (le più belle tende che io abbia mai avuto, in verità) son quasi del tutto spogli, e si preparano per bene al riposo invernale. Ancora qualche foglia cade, e quando la vediamo Mattia mi chiede 'mamma, ade foya? utunno mamma?'
sì amore, è autunno e cadono le foglie..

ma andiamo in ordine sparso.. dalla settimana di half term appena passata, alle focacce, taralli, muffin and scones che non smetto di sfornare, all'aumento del 200% della nostra bolletta di luce/gas (amore, forse è meglio non usare la lavastoviglie per un pò.. o usarla giusto ogni tanto, quando ci sono ospiti magari, che siamo più stanchi, e hai ovviamente esagerato in cucina..), per finire con un 'three minutes speech' che devo tenere, assieme alle mie class-mates, la prossima settimana per il corso di inglese..

orsù, la settimana di half term è andata, e a differenza dello scorso anno, dove al massimo siamo stati a casa di un paio di amiche per pranzo, quest'anno il programma era fittissimo, e prevedeva gite fuori porta ogni giorno: della serie, in casa con due piccoli non ci so stare - ma anche - voglio vedermi un pò di londra!
Quindi, lunedì, ci siamo sobbarcati un viaggetto non indifferente fino al Primo Meridiano del Mondo, ovvero Greenwich (che si legge GRENIC, mi raccomando!), per goderci uno spettacolo in cui Ted the teddy bear va alla ricerca della Great Big Bear (ovvero dell'orsa maggiore) in tutto il sistema solare. I bambini si sono molto divertiti, ma sinceramente speravamo durasse un pò di più (mi sa che in venti minuti tutto è finito..). E poi il National Maritm Museum, un posto bellissimo, se hai bimbi che sognano da sempre di essere pirati!

Poi il giorno dopo ci siamo recati ai meravigliosi Kew Gardens, in cui per la prima volta sono entrata in una serra, enorme, e da otto gradi esterni si passava a trentadue interni (credo) con una umidità del 99% - io infatti rischiavo di morire, il caldo e l'umidità non fanno bene a me e ai miei nervi, specie con due bimbi sfuggenti e sempre pronti a vivere nuove avventure, avendo poi a disposizione una quasi-vera foresta tropicale, vi lascio immaginare....

Ecco che arriviamo a mercoledì, giorno in cui l'amica G ci invita per pranzo, senza specificare che sarà un pranzo a base di pancake americani! e via di calorie, e dates syrup and chopped bananas.. dopo pranzo ci siamo buttati su un bus per arrivare in centro, in quello che è il più bel negozio di Londra, il più regale, il più raffinato, il più chic... ovvero Fortnum and Mason Piccadilly...
Ci sarebbe stata una competition di pumpkin carving, e acquistando la zucca si partecipava liberamente.
Eleganti camerieri volteggiavano tra tavoli raffinati, con tovaglie di delicato lino, candelieri, porta bon bon di cristallo, pieni di caramelline colorate, enormi ciotole in ceramica per la raccolta degli scarti della zucca, kit completi per il carving, più giornale con vari modelli che si sarebbero potuti copiare, offrendo succo rosso con una pallina di gelato di limone dentro (era buonissimo, ma troppo dolce), più pan cake ritagliati a mò di pipistrello..
Noi abbiamo ritagliato un lupo che ulula alla luna, avevamo il numero 16 nella competition, ma non abbiamo vinto. Ma che bellezza tutta intorno.
Quando siamo usciti abbiamo scoperto il piccolo Piccadilly Market, classiche bancarelle con gioielli e manufatti d'ogni tipo. La serata era fredda, ma i miei cuccioli mi scaldavano le mani, con le loro manine piccine e caldissime...

Giovedì poi è stata la giornata ikea :-)
Pare strano, ma Ivan chiede di andare all'ikea, come chiede di andare al Princess Diana Playground, con la stessa eccitazione e speranza bimba negli occhi, perchè da Ikea c'è un bellissimo mondo, lo smaland, dove se arrivi per tempo ci entri tranquillamente, altrimenti, se fai tardi, rischi di fare code di trenta, quaranta minuti...
Ma, ahinoi, giovedì sera Mattia aveva una fortissima febbre :-(
Ed ecco che la nostra settimana di holiday, è finita prima del previsto, e nel week end non abbiamo potuto godere dei fuochi d'artificio che si organizzavano nei parchi del quartiere. Ma non importa, il piccolo si è rimesso in piedi da solo, senza antibiotici nè particolari cure (se non una sola tachipirina, giovedì sera). Adesso è ancora raffreddato e tossicoso, ma mangia di più, corre salta e ride come sempre. E se gli chiedi come sta, risponde 'bene.. spiiio io' (bene.. respiro, io)

La mia cucina: ho capito che la cucina per me è un rifugio, dove mi rintano dalla noia che, sensi di colpa a parte, a volte regna nei miei pomeriggi incentrati sui bimbi, e i libri, e i compiti e i litigi, e le merende, e le richieste di cartoni, di spade, di combattimenti, e urla e uffa.
Così, complice il bimby che ci siamo spediti from home, ad agosto, ora ho maggiore libertà di fare, impastare, creare, provare, infornare e mannaggiaamme, MANGIARE. E giù di focacce, taralli, scones, muffin, teglie di patate e funghi, teglie di peperoni gratinati, polpette vegetariane e non..
E vabè, per ora la dieta non rientra nell'elenco delle attività da fare per scappare dalla noia di pomeriggi troppo materni. Anzi, appena penso o nomino una dieta, mi viene fame e penso a che cosa potrei iniziare a preparare per ingannare l'attesa, o la fame, o, appunto, la noia.

E infine, il mio three minutes speech che dovrò tenere la prossima settimana, al children centre del mio cuore, perchè dobbiamo tutte prepararci all'esame (che si terrà la prossima primavera, ma tant'è) e quindi iniziamo subito a familiarizzare con queste cose 'strane' e così anglosassoni che più british non si può: il public speech. E mica ti dicono che devi parlare per tre minuti, così, alla buona! No, ti danno tutte le dritte possibili, perchè il public speech, è qualcosa che deve sembrare naturale, ma in realtà è molto molto studiato a tavolino.
Il mio statement, quello da cui devo partire, è 'Life's what you make it'.
Bello no? Sicuramente meglio di 'Eastenders is better than Coronation Street'.
Ora non mi resta che cominciare a pensare.
Avrò solo un problema: riuscirò a elaborare pensieri accattivanti e stringerli in SOLI TRE MINUTI?
Per non parlare del mio problema guance rosse. Non sono timida, ma quando parlo in pubblico, o all'improvviso sento tutta l'attenzione su di me, ecco che le mie guance vanno in fiamme, così, tanto per evitare che l'attenzione venga sviata verso altri lidi..
MA ce la farò.. vero???


domenica 4 novembre 2012

a beautiful mind

carpina, mentre coccola I.
'ma lo sai che sei bellissimo e super profumatissimo? ma come fai ad avere questo profumo qua??? mmm che buono! ora ti mangio di baci!!!!' smack smack smack..
I., intanto
'mamma, you know that two hundred plus two hundred equals four hundred?!?!'
guardando lontano, gli occhi spalancati, le guance rosse e profumate.