lunedì 28 gennaio 2008

Ti vedo e non ti affitto..

Modo di dire delle mie parti.
Quando qualcuno te lo dice, significa affettuosamente, che sei tu, ti vedo.. ma non sei come sempre, cioè hai qualcosa che non va, che ti rode, che ti intristisce..
E' un modo carino per chiedere come stai.. come va..
Ultimamente il mio amico ob1 non mi affittava bene, e mi ha gentilmente chiesto che c'era..
Che c'è?
Stress..
La mia vita è parecchio cambiata nell'ultimo anno.
Da ragazza, mi sono trasformata in giovane mamma, laddove giovane significa inesperta; ho da poco ripreso a lavorare, dopo la maternità; abbiamo comprato casa, con tutte le conseguenze pratiche del caso (pitturare-sfruttare al meglio lo spazio-organizzare il trasloco); e come se ciò non bastasse sgainz è fuori x qualche giorno, ormai tutte le settimane.
That's it!

Devo ammettere che, rispetto ai primi mesi successivi al parto, in cui ero senza forze, nè fisiche, nè mentali, ora ho ripreso in mano la situazione.
In quei mesi non mi ci affittavo neppure io stessa.
Ma se qualcuno mi chiedeva come và, la risposta era sempre positiva.. bene, benissimo grazie.. non mi lamento.. e chevvuoi, è il periodo un pò stressante, ma è tutto nella norma.. l'avevamo messo in conto.. ma de chè??

Io mi sentivo fluttuare, nel marasma della vita, senza alcun appiglio.
Ricordo che ero sbalordita da cose idiote, tipo la mancanza di orari, ad esempio a pranzo, non sapevo mai se sarei riuscita a preparare qualcosa, e a mangiare in un orario decente, normalmente. Ero avvilita di non riuscire a vedere sgainz, come prima.. lui usciva per andare a lavorare, e io ero incatenata a casa. Noi lavoriamo insieme, e per me era strano il vederlo così poco.
Era inverno e non uscivamo spesso, anzi!
Ovviamente la notte si era trasformata in nottata.
Il mio Ivan mi riempiva completamente.
Lui si aggrappava a me per tutto, e credo che anche io mi aggrappassi a lui, perchè mi aiutasse a capire cosa stesse succedendo.
E' normale, è il periodo psicologicamente descritto come 'dell'attaccamento' sia del figlio alla mamma, che della mamma al figlio (sì, non è una cosa innata come molte pensano.. ti viene naturale, ovvio, ma è una cosa su cui lavorarci).

A volte ho pianto.
E solo ora, con un pò più di distacco, riesco a dirlo, ad ammetterlo. In quei momenti mi sentivo persa, sola.. nonostante non lo sia mai stata.
In quei mesi di vita-non-mia, che vivevo in un altalenarsi tra tristezza e gioia immensa, stordimento e gratitudine infinita, avevo sempre il timore che quel periodo non avesse fine, nonostante con la testa mi rendessi conto che quei mesi che mi facevano paura, non sarebbero più tornati.. Ivan non sarebbe mai più stato così piccolo e indifeso.. e che un giorno ci avrei ripensato con un pò di nostalgia.


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