Stanotte.
Stanotte Mattia.
Stanotte Mattia ha dormito dalle 22 alle 7.
NEL SUO LETTINO.
Feel the earth move!
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lunedì 16 maggio 2011
martedì 12 aprile 2011
Ironia della sorte
Nelle fumose notti che si inseguono, tutte ineluttabilmente uguali, fatte di risvegli, lamenti, ciucci, ninne nanne fatte di melodie a bocca chiusa, e silenzio irreale tutto intorno, CAPITA, una notte, che Mattia non si svegli per niente fino alle sei e trenta.
E allora che cosa fa l'infido cucciolo unenne?
Il giorno prima, ben sapendo come sarebbe andata la notte successiva, giochicchiando col cellulare della sua mamma, inserisce la sveglia. Alle quattro. Del mattino.
sabato 19 febbraio 2011
Figlio, perdonami, ma io HO SONNO
Mi sento uno schifo.
Non dormo bene. Non ho la forza di allattare Mattia, e rimetterlo nel suo lettino, al primo suo risveglio (intorno a mezzanotte) me lo corico di fianco, e ci addormentiamo così, dopo un pò io mi ricopro che ho freddo, ma non mi passa per la testa di spostarlo nel suo (freddo) lettino, e così dormo tutta la notte di lato (ora da uno, ora dall'altro), ma sempre 'con un occhio aperto' per paura di schiacciarlo, o di soffocarlo con le coperte..
Sono sfinita, e al mattino, letteralmente, non vedo l'ora di abbandonare il letto, nonostante Mattia mi rimanga attaccato modello koala.
Cominciare così la giornata non è bello.
Cominciare così tutte le giornate, fa schifo.
Cominciare così il week end, non promette affatto bene.
Spero che il vostro we abbia migliori aspettative del mio.
Non dormo bene. Non ho la forza di allattare Mattia, e rimetterlo nel suo lettino, al primo suo risveglio (intorno a mezzanotte) me lo corico di fianco, e ci addormentiamo così, dopo un pò io mi ricopro che ho freddo, ma non mi passa per la testa di spostarlo nel suo (freddo) lettino, e così dormo tutta la notte di lato (ora da uno, ora dall'altro), ma sempre 'con un occhio aperto' per paura di schiacciarlo, o di soffocarlo con le coperte..
Sono sfinita, e al mattino, letteralmente, non vedo l'ora di abbandonare il letto, nonostante Mattia mi rimanga attaccato modello koala.
Cominciare così la giornata non è bello.
Cominciare così tutte le giornate, fa schifo.
Cominciare così il week end, non promette affatto bene.
Spero che il vostro we abbia migliori aspettative del mio.
domenica 19 settembre 2010
Vorrei.. illuminarmi d'immenso
voglio.
l'erbavoglio.
tante cose.
tutte insieme.
e niente.
d'improvviso.
vado a letto, sapendo che di lì a poco uno strillino mi farà sollevare dal letto, e girare la testa, e mancare la voglia di accendere la lucetta della notte (dormo al buio più completo - non capisco quei film in cui l'unica protezione contro la luce mattutina, è costituita da tende.. io le tapparelle le abbasso al completo..), tale che sono più maldestra della norma, che già normalmente non sono il ritratto della leggiadrìa, figurarsi al buio.
mi rimetto a letto sperando, sperando, ma ben sapendo.
e infatti. Uèèè.
ma che ore saranno? bò.. a volte non sono neppure le due, a volte sono quasi le sei - fare una media lo trovo ingiusto, nonchè riduttivo: a volte sono fortunata, altre no, o magari meno.
vado a letto e nel dormiveglia mi accorgo di pensare a cose assurde, per conciliare il sonno. più che pensieri assurdi sono ricordi strani, e inizi di post, che poi ovviamente scordo nel sonno. i ricordi, queste minuscole istantanee che mi si parano davanti senza preavviso alcuno..
il fiocco azzurro delle elementari. insomma, fiocco.. era un nastro, che infiocchettavo, ma che non stava mai su bene - le foto dimostrano. ero più felice quando lo 'dimenticavo' e mi sentivo un medico, col grembiule bianco - il mio preferito era con l'abbottonatura sul davanti, quindi molto simile a un camice.
il nastro era riposto nel portalavoro, col suo odore di legno che viene da lontano, vissuto, e che oggi non esiste più. il portalavoro (o porta cucito) di legno scuro troneggiava al centro della scrivania che ancor oggi è nella cucina di quella casa. nel portalavoro ci trovavi le spolette di filo colorato, gli aghi, il gesso per la stoffa, gli spilli, le spille da balia, i bottoni solitari e le famiglie di bottoni, tenuti insieme da un filo... insieme a gomme, temperamatite, ferma campione, graffette, e, appunto, il mio nastro.
le elementari.. che periodo.. mi viene in mente il libro degli esercizi. ma non il libro della scuola. il libro dell'enciclopedia. i miei genitori hanno speso ogni mese parte dell'esiguo stipendio, per riempire di enciclopedie il nostro salotto e la libreria di marmo della cameretta. tra le tante (a memoria almeno tre raccolte) ne acquistarono una beige (non ne ricordo il nome, ma la prossima volta che vado da mio padre, giuro che la guardo). tra tutti i libri di tutti gli argomenti possibili, ce n'era uno di esercizi proprio per la mia età.. matematica e gli insiemi, italiano e le domande a trabocchetto.. ricordo che ero super-brava. ma li facevo di nascosto da mia madre. lei non voleva li facessi, perchè 'rovinavo il libro'. che tristezza sapere che non potevo mostrare a lei, i miei successi su quel libro...
e poi la pioggia nella terrazza della mia infanzia.
ricordo che mia madre, quando pioveva, in estate, sistemava in terrazza le sedie della cucina, proprio sotto la pioggia, a testa in giù, di modo che l'acqua ne bagnasse le gambe. il motivo? far ingrossare il legno, e rendere le sedie più stabili, almeno momentaneamente. tornassi indietro farei una foto alle sedie a gambe all'aria, che prendono acqua e non sanno perchè.
l'odore della pioggia mi ha sempre inebriato.
e l'odore del legno bagnato lo trovo particolarmente sensuale...
sempre pioggia. un pomeriggio della mia preadolescenza, in terrazza piove, piove leggero.
guardo la pioggia, i vetri, voglio uscire, uscire in terrazza, ma ho le maniche corte.. e poi.. scendo, vado a prendere un maglione di lana grossa, lo indosso, e corro, corro su, esco, guardo il cielo, e chiudo gli occhi, sento la pioggia che mi bagna il viso, il maglione. spalanco le braccia, sento il fresco penetrare il maglione, l'acqua che si insinua piano piano nella trama e che mi bacia la pelle...
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