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giovedì 13 maggio 2010

Yesterday

Ieri Carpina ha vissuto un giorno di inferno.
Un giorno da semi-inferma.
Un dolore in zona unguale, imprecisamente tra la coscia e l'anca destra.
Ma un dolore subdolo, perenne, e che in nessuna posizione spariva.
E' sparito con la notte... epperfortuna.

E ha capito, come non mai, tre cose:
1) che ha una salute di ferro, tant'è che non sta mai male, tant'è che non piglia mai medicinali, e lei che invece si figurava come la paladina anti-medicinali.
Col cavolo! Ieri avrebbe preso qualunque cosa pur di stare meglio.
Ed ha preso la tachipirina, ovvero l'unico medicinale consentito in allattamento.
Non le ha fatto assolutamente niente, ma ci si è affidata come un credente alla Madonna di Lourdes. Ecco: ieri ha preso un grammo di Madonna di Paracetamolo.

2) che vive lontana, fuori. Lontana da tutto e tutti. Nessuno sarebbe potuto andare a casa sua velocemente, per farle compagnia, o tenerle il piccolino (che guarda caso voleva camminarsi tutta casa, giusto ieri!), e andare a bussare a una vicina (per quanto premurosa e solerte), con la faccia involontariamente deformata da una smorfia di dolore, non le sembrava elegante.

3) che non si apprezza mai abbastanza lo star bene. Oggi nessuna parte del suo corpo registra dolore, e questo non l'ha mai percepito tanto chiaramente.

In realtà, ieri, ha anche pensato che sta invecchiando. Non ha neppure trentun anni, ma ci ha pensato seriamente.
E stanotte si è iscritta in palestra.
Oltre al fatto che si è messa a dieta, sempre durante il sonno.
Poi si è svegliata, il dolore era scomparso, e puf! scomparsa anche la palestra e la dieta.
Per adesso.


mercoledì 4 novembre 2009

Ho conosciuto una

Mi si è parata davanti ieri mattina.
Mi ha guardata luccicante negli occhi, e con garbata insistenza mi ha obbligata ad una visita in farmacia.
L'ho accontentata, pensando andasse poi via, ma mi sbagliavo.

Per lei ho tenuto la tapparella un pò scesa sulla finestra, e il tono della voce più basso del consueto squillìo che mi contraddistingue.
Per lei non potevo fare movimenti bruschi, nè tosse nè starnuti.

Con lei la mia pancia diventava solo un peso, senza senso nè poesia.
Con lei il mio cucciolone ha dovuto fare i conti fino a sera.
E la mia pancia si imbronciava.

Quando finalmente le ho chiesto come si chiamasse: 'piacere, sono la tua prima Emicrania' mi ha risposto.

lunedì 8 giugno 2009

No need to argue

La stupidità esiste.
E, quando te la ritrovi davanti, non è mai come tu te la saresti immaginato, e quindi non risulta molto facile da riconoscere.
Anzi, più è palese, e meno la sai riconoscere.

Perchè nel conoscere una persona, ci metti tanto del tuo mondo, delle tue abitudini, e alla fine, quando un pò l'hai avvicinata, e te la sei fatta scivolare sul cuore, decidi che tutte le stranezze che intravedi, sono da ricondurre semplicisticamente alla diversità.

Diversistà di storia, cultura, abitudini, gusti, ricordi.
E la diversità, è risaputo, è una ricchezza, da preservare, da accentuare, in cui crogiolarsi, e da guardare sempre con occhio ammiccante e curioso.

Decidi che quel muso lungo, fa tanto donna di città.
Decidi che quel malumore è stato sicuramente causato da pressioni esterne, fatte da persone che non l'hanno capita, la donna di città.
Decidi che c'è del fascino, in quel mistero, in quella autocommiserazione.
E invece.

Invece quel qualcuno vuole follemente essere diverso.
Follemente.
E tu, basita, non puoi che spostarti, e lasciarla passare, lasciarla andare, dritta dritta verso la sua follia.

There's no need, to argue any more..