mercoledì 28 maggio 2008

Dispiaceri Linguistici


Abitudine consolidata nello slang giovanile, ma non solo, quella di utilizzare termini che significano delle cose, per indicare qualcos'altro, generalmente negative.
In particolare questo accade con le nazionalità.
Qui da noi, ad Altamura, negli ultimi 15/20 anni, sono arrivate fiumane di persone scappate dalla propria nazione in guerra, per non morirne.
Parlo delle genti dell'Albania. Parlo degli Albanesi.

E quindi mi accade di sentire persone, anche a cui voglio bene, definire i propri figli vestiti un pò disordinati, e macchiati dappertutto (come tutti i bimbi normali), 'albanesi'.

Ma che significa?
Ma cosa vuoi dire esattamente?
Ma perchè si parla a buon mercato?
Ma ti sei fermato a pensare alle parole che usi?
Ma ti pare normale?
Ma cosa vuoi che impari, poi, tuo figlio?
Che gli albanesi sono tutti sporchi, cattivi, negativi?
Non imparerà quindi che esistono persone cattive, e persone buone.
Imparerà che gli albanesi sono cattivi, e gli italiani (!!) sono buoni.
Il distinguo lo farà per NAZIONALITA', e non ad-personam.

Bene, mi sembra un'ottimo humus, per lo sviluppo della pianta del razzismo. O nazionalismo? C'è differenza? Alla base no, o almeno non credo. Si tratta sempre di un NOI e di un LORO.

'Us and them, and after all, we're only ordinary men' (Pink Floyd - Us and them)

Forse hanno ragione quei quadretti di cuoio, in vendita sulle autostrade, quelli che recitano la saggezza più semplice, la più ovvia, che fa: 'prima di parlare, mettere in moto il cervello'.

Mi si potrebbe dire, dài, è solo una parola.. solo una goccia..
Ma non è forse una goccia, quella che fa traboccare il vaso?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Io consiglio la lettura di questo libro

"L' orda. Quando gli albanesi eravamo noi" di Stella G. Antonio

Oppure la visione di questo film

"NUOVOMONDO" di Emanuele Crialese.

E se non bastasse un viaggio ad Auwswitz, tanto per ricordare quanto si può cadere in basso.