Da quando siamo in UK c'è stata una certa evoluzione nelle nostre abitudini culinarie, che restano sempre e comunque profondamente ed indissolubilmente italiane.
Ad esempio io e maritosgainz beviamo più birra di quel che facevamo in Italia; i bambini, e noi dietro, si sono innamorati dell'houmous che al supermarket trovi in centouno varianti; se preparo un piatto unico diviso in sezioni tra riso/verdure/carne non gli pare poi tanto strano ai cuccioli, anche se poi mi chiedono, puntuali, 'mamma, che c'è per secondo?' e io, pronta, 'frutta!' ;-)
Però. C'è un problema. I. è culinariamente 'razzista'.
Un pò come tutti i bimbi se vogliamo, che si sa che in linea di massima è 'la cucina di mammà' ad essere la prediletta.
E se questo non ci ha mai dato problemi in Italia, che lì la mia cucina è assolutamente ordinaria e tutte cucinano come me (o io cucino come tutte) qui un pò di problemi ci sono stati, poichè una delle cose che caratterizza una cucina sono gli odori, le spezie. Bè vi lascio immaginare qui, al centro del Mondo, quali e quante spezie esistano, e si usino nelle diverse arti e tradizioni culinarie. Loads! Come si dice da questi paraggi.
Odori a parte, tutto quello che le nostre amorevoli amiche con diverso background cultural-culinario ci hanno proposto, è sempre stato lontano anni luce dalla nostra provinciale idea di cibo preparato, impiattato e servito con un certo rigoroso ordine (primo-secondo-contorno-frutta-dolce-caffè).
La prima volta che l'amica D (indiana) ci ha invitati a prendere un tè a casa sua dopo scuola, ci siamo ritrovati davanti a zuppa di ceci, riso bianco, mille spezie, frittelle di patate e piselli, curry di non-ricordo-cosa, e lei, la padrona di casa, prendeva il riso con le mani, lo intingeva nelle spezie, e se lo portava alla bocca.
I. mangiò solo mandorle e frutta.
Da allora sono passati quasi due anni, e adesso va un pò meglio, anche perchè D ha capito che non c'è storia, quindi offre a I. pizze surgelate, chicken nuggets and chips, oppure toast al burro.
La parte più imbarazzante era (è) quando I., nel dubbio, viene a chiedermi (per fortuna sottovoce) 'mamma, ma è una ricetta italiana?' -_-''
Mi son ritrovata a rinfacciargli che il suo amato houmous non è certo tipico italiano!
Poi ci ho pensato meglio, ed ho capito che sono IO il problema, io e la mia 'povera cucina italiana', così ho pensato di colorarla un pò aggiungendo qua e là dei piatti non nostrani.
Enjoy!
Odori a parte, tutto quello che le nostre amorevoli amiche con diverso background cultural-culinario ci hanno proposto, è sempre stato lontano anni luce dalla nostra provinciale idea di cibo preparato, impiattato e servito con un certo rigoroso ordine (primo-secondo-contorno-frutta-dolce-caffè).
La prima volta che l'amica D (indiana) ci ha invitati a prendere un tè a casa sua dopo scuola, ci siamo ritrovati davanti a zuppa di ceci, riso bianco, mille spezie, frittelle di patate e piselli, curry di non-ricordo-cosa, e lei, la padrona di casa, prendeva il riso con le mani, lo intingeva nelle spezie, e se lo portava alla bocca.
I. mangiò solo mandorle e frutta.
Da allora sono passati quasi due anni, e adesso va un pò meglio, anche perchè D ha capito che non c'è storia, quindi offre a I. pizze surgelate, chicken nuggets and chips, oppure toast al burro.
La parte più imbarazzante era (è) quando I., nel dubbio, viene a chiedermi (per fortuna sottovoce) 'mamma, ma è una ricetta italiana?' -_-''
Mi son ritrovata a rinfacciargli che il suo amato houmous non è certo tipico italiano!
Poi ci ho pensato meglio, ed ho capito che sono IO il problema, io e la mia 'povera cucina italiana', così ho pensato di colorarla un pò aggiungendo qua e là dei piatti non nostrani.
Enjoy!