Io proprio non riesco ad essere umanamente vicina a coloro che non fanno colazione.
E tra coloro che la fanno, bisogna distinguerne due specie:
- chi la fa al mattino presto, nell'intimità della propria cucina, col pigiama addosso, con le tapparelle ancora tutte da alzare, e i piatti della sera prima da scansare;
- e chi la fa al bar.
Dalla dovizia di dettagli sprecati per descrivere la prima specie, si capisce che io le appartengo. Ma fisicamente, proprio.
Ammetto che a volte, può anche essere piacevole farla al bar. Ma il mio problema è il mio stomaco, che è uno stomaco ad orologeria, e appena mi metto in posizione verticale, sembra che il suo gorgoglìo abbia imparato a modulare: CO-LA-ZIOOOO-NE.
Quindi mi costa parecchi acidi gastrici lavarmi, vestirmi e recarmi a fare colazione fuori.
Chi invece la colazione non la contempla fra le proprie priorità vitali, non potrebbe mai avere a che fare con me.
Che poi è una cosa che non scopri subito.
Inizialmente ti sta solo antipatica, quella persona.
Poi piano piano realizzi: non siete astralmente vicini.
Ed ecco: la rivelazione: gli senti dire che la colazione non conta, è ridicola, non c'è alcun bisogno di farla, è solo una questione di pubblicità.
Senti!
Io nelle pubblicità per la colazione (che in effetti si sprecano), non ci ho mai visto la zuppa di caffellatte zuccherata, col pane di Altamura! Oppure il pane di Altamura con burro e marmellata! O gli spedini di bombaroli vuoti del Panificio 2000!
Oppure i biscotti con lo zucchero!!
Quindi non venire a dirmi certe cose.
Potrei anche arrabbiarmi!
La colazione è vita.
E l'ha intuito anche il mio piccolo Ivan, che tende le braccia, e spalanca gli occhi, seminando qua e là gridolini di gioia, mentre gli prendo dal sacchetto uno dei suoi Biscottini Milupa, che sgranocchia con tutta calma. :-]
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