Immagine presa da internet. |
Ok, ci procura i biglietti, dice.
Ripresami dallo shock (eravamo al rhyme time al children centre del mio cuore e 'the big red bus' non mi è mai sembrata una canzone così allegra come in quel momento) ho comunicato la notizia a maritosgainz che l'ha accolta con un laconico 'ah! però!'.
Capirete quindi che anche lui era sotto shock.
Per farla breve, non siamo abituati a proposte del genere.
Così sabato sera è arrivato, io mi son rifatta il colore, ho indossato il tubino nero, ho comprato una borsa gialla, ed ho provato lo smalto ciliegia che mi aspettava paziente da giorni.
La serata era frizzante, avevamo entrambi la sciarpa d'ordinanza, e se non fosse stato che ci siamo visti passare il primo bus sotto il naso, e che la tube era chiusa, avrei detto che partiva alla grande!
Ma la partenza a rilento mi ha dato la rara possibilità di osservare la fauna del sabato sera, con ragazze infiocchettate, scosciate, coppie che si saran vestite da Kooples, comitive in costume, ragazze con papillon dorati e bombette nere: per farla breve, proprio come qui accade per i bimbi, per cui ogni giorno è un'occasione per travestirsi, neppure gli adulti aspettano Carnevale per cambiare aspetto!
Ovviamente nessuna traccia di anziani nè di bambini, of course..
Così arriviamo sulla High Street di Kensington, e che sei a Kensington puoi dirlo forte, basta alzare lo sguardo e perderlo tra gli antichi, imponenti palazzi tutti intorno. Facciamo un giro, e arriviamo al negozio Whole Foods, che francamente non mi aspettavo così grande..
Entriamo, facciamo un giro, ci perdiamo tra le migliaia di bottiglie di vino - geograficamente ordinate in base alla provenienza -, ci facciamo intenerire dalle pezze intere di Parmigiano Reggiano Doc, ci incuriosiamo di ogni fetta di salame esposta, ogni promettente dolcetto, noce, frutto e persino di ogni verdura. Insomma che l'occhio voglia la sua parte alla Whole Foods lo hanno capito perfettamente.
E poi entriamo nella sezione Bakery, e le file ordinate di pani di diversa estrazione sociale e culinaria ci stordiscono, così spendiamo 4 pound per 400 grammi di pane fruits and nuts... delizia del Cielo!
Ok, raggiungiamo la location della degustazione e scopriamo che non è solo 'drink as much as you can' come immaginavamo, ma era una degustazione in piena regola, con abbinamenti culinari, proprio come vi immaginereste una degustazione di vini.
Ecco, i vini, parliamone.
Usati come metro di paragone per-ogni-portata.
Prima abbiamo dovuto sentire che 'ah, è solo per il calice che si pensa che il vino sia più pregiato! Provate a bere la birra in un bicchiere da vino e scoprirete quanto cambi il sapore! Soprattutto per le donne! E non sono sessista qui eh! È che nel bicchiere da pinta c'è solo troppo bloody liquid!'
Poi è arrivata la TEA (che non c'entra col tè, è la Traditional English Ale), che, secondo loro, è l'ideale per accompagnare i formaggi. Ma veniamo al PERCHÈ sia l'ideale.
Per convincerci hanno usato una doppia strategia, ovvero hanno prima demolito l'accoppiata vino-formaggi, dicendo che praticamente in un ristorante è naturale avere del vino a tavola quando si ordinano formaggi, e in genere se n'è già bevuto parecchio, quindi a quel punto 'va bene tutto'..
WHAT? EXECUSE ME?
Sì, hanno detto proprio così.
E poi, seconda parte della loro strategia che, va detto, ispirava quantomeno tenerezza: da dove arriva il formaggio? Dal latte delle mucche. E che cosa mangiano le mucche? L'orzo. E da cosa è fatta la birra? Dal malto d'orzo.
Non fa una piega, no?
Credo di aver riso dieci minuti.
Il cider che ci hanno fatto degustare come aperitivo era troppo buono e fresco, e io forse avevo giá esagerato.
Ma non è tutto!
L'ultima parte della degustazione prevedeva il dessert.
Ecco che ci offrono dei tartufini di cacao, abbinati ad una OTT (old tongham tasty) col 6.0% di volume, definita 'a festival of fun on your tongue' (e anche qui, come non sorridere del tentativo di emulare le dotte etichette dei vini?).
È stato allora che non ho resistito, e al tipetto rubicondo che diceva che 'non c'è niente di meglio di una birra corposa per accompagnare il cioccolato, molto meglio del vino!' ho chiesto, sorridente e rubiconda io stessa, 'would you dare to say that in Italy?' - insomma, oseresti dirla in Italia 'sta cosa?
Tutti hanno riso, anche lui, che poi ha risposto che sì, lo direbbe anche in Italia, ma probabilmente dopo verrebbe scortato in aeroporto ;-)
Cheers everybody! |
Per chi fosse interessato, ecco il sito della generosa brewery che ci ha ospitato :-)
1 commento:
Hehe brava.. gliel'hai cantate a quello là ;)
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