giovedì 23 maggio 2013

Lavorare a Londra, ovvero #melafacciosotto

Il momento in cui, armata di curriculum, mi aggirerò per Londra in cerca di un impiego part time è alle porte, come è giusto e naturale che sia.
Il piccolo ricciolo di casa è armato di ben due jumpers misura Nursery, e ogni mattina ne tira fuori una dal cassetto, sbavando per il momento in cui finalmente la potrà indossare a pieno titolo.

Settembre sarà portatore di grandi novità, come ogni settembre che si rispetti, nella vita di ogni studente del mondo (occidentale). I. sarà in year2, M. in nursery, e io... alla ricerca di. Punto.
Di che cosa ancora non lo so.

Da un lato c'è la ragioniera che è in me e che ha lavorato tanti anni, la quale chiede di ricominciare a nutrirsi di numeri e logiche contorte.

Dall'altro c'è la cuoca dilettante cui tutti i commensali assicurano un futuro, specie qui in UK dove, detto tra noi, 'non sanno cucinare' e le nostre massaie medie che passano in cucina parte della giornata per sfamare la family, qui farebbero furore.

Poi c'è l'assistente software che, pur avendo fatto una lunga esperienza lavorativa, comprende di essere 'datata' (anche un fermo di pochi mesi, in ambito informatico, corrisponde all'essere 'datati' ormai), e sente di non avere alcun titolo a comprovare le proprie abilità informatiche.

Da poche settimane ha fatto il suo ingresso trionfale, in una situazione tutt'altro che chiara, l'aspirante 'teacher' per alfabetizzazione di adulti in ambito basic english and basic mathematics. In pratica da quando, in cambio di un pranzetto home made (dopo pakistano e cinese, ieri è stata la volta di un ottimo turco) aiuto delle compagne di corso nella comprensione e messa in pratica di concetti di base (siamo ferme a cm, mm e metri), ho scoperto di trovare molto stimolante questa cosa dello spiegare con parole semplici e inglesi, of course.

Come se tutto ciò non fosse già abbastanza, ogni tanto fa capolino la diciannovenne che in fondo in fondo è ancora qui, e che mi chiede se finalmente non abbia il coraggio di seguire un corso al college, che non sarà l'Università certo, ma ci si avvicina assai dal suo punto di vista.
Quale corso? In Italia avrei scelto lingue, qui bò (ah, questi adolescenti!).

Ora, le porte che mi si aprono son tante, e io vorrei attraversarle tutte, pur di non dover fare una scelta.
Avrò pure tanta esperienza in ambito lavorativo, ma la considero una esperienza di serie B, perché
1. Ero in Italia
2. Era una piccola ditta
3. Ero una factotum alla fine, e mentre in Italia questa cosa vale quasi oro colato, qui è vista come una cosa strana: qui ti vogliono assolutamente specializzata.
4. Sono due anni che non lavoro! Ventiquattro lunghi mesi. E se avessi perso la verve? E se non fossi più capace? Il mondo non mi ha  certo aspettato, anzi, è andato allegramente avanti, e io mi sento lasciata indietro, ferma, immobile, e più sto ferma, più mi sento pesante.

E se non fossi più capace?





5 commenti:

Why ha detto...

Certo che sei capace Pina, e non serve che te lo dica io...Però anche tutte le altre idee sono proprio buone...e non tutte si escludono a vicenda! Io sono fiduciosa!!! In bocca al lupo

Trasparelena ha detto...

che dire? good luck!
:-)

Carpina ha detto...

@why grazie Cecilia :-) le idee ci sono, mi mancano i guts! :-D

@trasparelena grazie, la fortuna non è mai abbastanza! :-)

barbamamma ha detto...

tu puoi fare tutto quello che vuoi, perchè sei intelligente, caparbia, versatile.....ci sono cose che si hanno o non si hanno, e tu ce le hai tutte.....

Carpina ha detto...

@barbamamma :,) thank you sister! Speriamo sia così...