giovedì 20 gennaio 2011

Treccine dolci al vino bianco

Casa Carpina, giovedì pomeriggio.
I cuccioli se la dormono.
Lei ri-legge Gomorra, come fosse la prima volta.
A un certo punto (intercalare amato da Ivan, che lo inserisce in ogni sua storia), carpina decide che ha tempo per fare le treccine dolci al vino bianco.

Non si accorge, evidentemente, che Mattìa dorme da un'ora e mezza, quindi è lì lì per svegliarsi. E questo un errore fu.

Accende il bimby.
Pesa la farina. Azzera il bimby. Recupera la ricetta. Parla di 150 grammi di vino bianco.
Fruga in frigo. Nulla.
Ma dov'era quella bottiglia di vino? Ah sì! Nella credenza alta e stretta, tra le farine e le marmellate, eccolo là, IL bottiglione di vino bianco, da due litri, fatto in casa, regalatole tempo fa.

Carpina sentiva una strana resistenza della bottiglia, che non voleva venir fuori dalla credenza.
Si piega per vedere che cosa la incastri, ma non vede nulla di anomalo. Salvo l'etichetta che circondava il bottiglione, stranamente staccata.*
Tirata fuori che l'ebbe, sentì lo sparo di una pistola giusto sotto la sua mano.
Era lui, l'infido tappo che saltava via a mille chilometri orari.
E dopo aver procurato un dolore atroce alla mano di carpina, si è eclissato sotto le sedie della cucina, mentre un litro e mezzo di vino bianco frizzante, si sparava (sempre a mille chilometri l'ora) nella credenza, fra le farine, le marmellate, i libri e quaderni di Ivan, i colori, i pelati, le bottiglie di salsa, le bottiglie di acqua effervescente, le bottiglie di vino comprato, la tenda della cucina, senza dimenticare le ante della altissima credenza, dentro e fuori, e il pavimento, e sotto la credenza (che ovviamente ha lo zoccolo di un centimetro, e che quindi non può essere ripulito a dovere).

In tutto ciò, la ricetrasmittente del sonno del piccolino che ha fatto? M'èèèè.. M'èèèè...
Era lui. Il piccolino.
E carpina si trovava in un lago di vino, con Ivan che aspettava le tempere pè dipingere, e Mattìa che si svegliava. Anche abbastanza incacchiato. Ovviamente.

Ora l'arcano è: ma che aveva in testa carpina, quando ha deciso di preparare questi biscottini (deliziosi, per carità), che già normalmente la mandano in crisi, perchè ci vuole quasi una eternità, diciamo una mezza eternità, per preparare e inzuccherare le singole treccine. Eh? Che aveva in testa carpina? Eh? Carpina? Lo sai o no???

Va detto che mai avrebbe immaginato che un bottiglione in plastica potesse contenere del vino frizzante.

Poi è successo anche che Mattìa immergesse le sue manine nelle tempere, dopo essere riuscito a tirare giù dal tavolo il foglio e il piattino che fungeva da tavolozza.
E anche che carpina, nell'atto di piegarsi, sentisse uno straaaaap nei collant indossati.
E che tutti i colori di Ivan sono stati cestinati poichè emanavano alcolico olezzo (echevelodicoaffà?)

Un'unica cosa viene in mente a carpina: ARRRRRRRRGGGGGHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!

Ovviamente le treccine di oggi non hanno visto la luce. Ho rimesso via la farina, sarà per un'altra volta. Oggi troppe complicazioni.

*Dopo ha capito il motivo: il bottiglione si era allargato, that's why l'etichetta non si reggeva più.

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ED ORA, la ricetta delle Treccine** dolci al vino bianco, che è passata di sorella in sorella, e ognuna di noi, una volta entratane in possesso, l'ha interiorizzata perfettamente, producendo quantità industriali di treccine, fondamentalmente per due motivi: sono deliziose, e sono graziosissime. (magari riesco a fare pure una foto, chissà).

Quindi attenzione: pericolo di ricetta facile e deliziosa, che può compromettere la vostra linea (della serie: beati voi che ancora ne avete una da proteggere).

Farina 00 (fior di farina): 500 grammi.
Vino bianco secco (anche prosecco): 150 grammi
Olio d'oliva buono: 150 grammi
Lievito in polvere: mezza bustina.

Al bimby: lavorare gli ingredienti (tranne il lievito) per trenta secondi a velocità 7.
Aggiungere il lievito e lavorarla altri venti secondi a velocità 7.

A mano: impastare per almeno dieci minuti. L'impasto è liscio e morbido, ma non appiccicoso.

Stendere un velo di farina sul piano di lavoro, fare palline piccole e lavorarle come a fare un serpente. Fare tre serpentelli di circa dieci centimetri l'uno, e mezzo centimetro di diametro; intrecciarli fra di loro.
Avete notato che nella ricetta non c'è zucchero? Non mi sono sbagliata. Lo zucchero viene tirato in ballo adesso: versare in un piatto un pò di zucchero, tanto quanto basta per inzuccherare tutte le treccine che farete.
Ad occhio, penso circa 150 grammi.
Sistemate le treccine su debita teglia da forno, non prima di averla cosparsa con doverosa, apposita carta.

Cuocere a 180 gradi, per 25-30 minuti, ventilato.
Se piacciono più cotti, prolungare la cottura.
Da mezzo chilo di farina vengono fuori almeno due 'cotte', cioè due teglie da forno, va da sè che per la seconda cotta, il tempo di cottura sarà ridotto, poichè il forno sarà già parecchio caldo.
Questo almeno vale per me.

Scappo. Devo andare a vedere la fabbrica di Ivan, che ha sistemato i cuscini sul suo letto, e in mezzo ci ha messo tutti gli attrezzi che ha, quindi è una fabblica, mamma. Anzi no, una stalla. Anzi no, è il meccanico della Opel. Quindi se vuoi, puoi venire.

**si possono fare anche dei tarallini, o dei biscottini di forma varia, o anche dei panzerottini di marmellata. E' un impasto leggero e facile!

4 commenti:

Rix ha detto...

Pomeriggio interessante eh?

PaolaFrancy ha detto...

ah!ah! mi hai fatto morire! e io che pensavo di arrivare qui e di trovare la storia di una mamma che brava brava - senza alcuna interruzione (#utopia) - sforna dei bellissimi dolcini.

e invece questo è il racconto VERO di una VERA mamma. un po' pasticciona, eh? ma chi non lo è?
un bacio! paola

Carpina ha detto...

Rix - Diciamo che non ho avuto modo di interessarmi di altro, ecco.

Paola - :)
eh, chi non lo è pasticciona? ma diciamo che ci sono momenti in cui dovrei star proprio ferma!! ;)

barbamamma ha detto...

capitano a tutti quei momenti in cui ti dici: ok, forse è meglio rimandare e fare il minimo indispensabile.... l'importante è saperli riconoscere!!!